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Quali peccati nascondiamo anche a noi stessi?

Gesù Praga

Ci sono peccati facili da riconoscere, ed altri che sanno nascondersi meglio e camuffarsi da normalità. Il mio in(solito) commento a:

È venuto Giovanni e i peccatori gli hanno creduto (Mt 21,28-32)

San Giovanni il Battista è uno dei personaggi chiave dell’Avvento. Lo stiamo imparando a conoscere in questi giorni, in cui porta l’annuncio dell’arrivo del Messia: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!» (cfr. Giovanni 1,29-34). Giovanni, il precursore, ci avvisa che Dio è in mezzo a noi. Sta per venire. Sta per rivelarsi e manifestarsi. Proprio mentre San Giovanni prepara le vie per il Signore e raddrizza i suoi sentieri, Gesù già cammina in mezzo a noi (cfr. Marco 1, 1-8). Perché Dio è così: non ci lascia mai soli. Egli è Parola vissuta, una Parola che entra di persona nella storia, che cammina in mezzo agli uomini, che soffre e gioisce con loro. Il Verbo incarnato ha preso carne dalla nostra carne.

Gesù è venuto in mezzo a noi, ma non ha sgomitato per imporsi, per nascere in una famiglia nobile e ricca. No. Gesù si è messo in fila e non è passato davanti a nessuno. Anche nell’episodio del Battesimo sul Giordano lo vediamo uomo come tutti gli altri, mescolato alla folla anonima, in coda tra uomini e donne, in fila con i peccatori. Il primo atto di Gesù, uomo maturo, è questo: camminare in mezzo alla gente ed attendere il suo turno per il Battesimo, insieme a peccatori e pubblicani. Tutto questo mentre san Giovanni il Battista gli stava preparando il cammino.

Eccola la Parola Incarnata, la Scrittura che prende forma, spessore, calore, fino a diventare un essere umano, Gesù. E questa Scrittura si è adempiuta. Sì, perché il Figlio di Dio è il Dio-con-noi che ridona la vista ai ciechi, che rimette in libertà gli oppressi, che ci libera dal male.

Anche oggi, proprio in questo momento, se riusciremo per un istante ad ignorare il rumore assordante del mondo che avanza, potremo percepire un fruscio: è Gesù che passa! Cammina accanto a noi, anche in mezzo al frastuono delle nostre vite caotiche. Gesù non perde neanche un singolo nostro respiro, neppure un solo battito del nostro cuore. Egli ci sta accanto con le braccia aperte, come un padre che segue, da vicino, il proprio figlio mentre compie i suoi primi passi. Pronto a sorreggerlo perché non inciampi. Questa è la più bella immagine di Gesù!

Una strada da raddrizzare, percorsa da peccatori. E noi potremmo essere tra loro. O forse no? Attenzione alla risposta, amici cari, perché: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli» (vv. 31-32).

Mentre meditavo su queste righe, ho colto una delle verità contenute in questo brano di Vangelo: ci sono peccati facili da riconoscere, ed altri che sanno nascondersi meglio e camuffarsi da normalità. I peccati facili da riconoscere sono quelli più evidenti. E’ facile capire che un ladro è un ladro. Rubare è un grave peccato, ma chi ruba è consapevole di delinquere e la sua “etichetta” è molto chiara. Come quella di un assassino, di un truffatore, di un bugiardo… e di tutte le persone che commettono deliberatamente azioni sbagliate, sapendo di sbagliare. Sono individui che nascondono il proprio peccato agli altri, ma lo hanno ben presente a se stessi. Il seme di Dio, che cresce dentro al cuore di ciascuno di noi, vibra e trema nel petto di questi peccatori e grida forte invitandoli alla conversione. Molti di loro, se saranno capaci di ascoltare questa voce, potranno davvero pentirsi e cambiare. Ecco quali sono i peccatori che “ci passeranno avanti nel Regno di Dio”. Persone che sapranno pulirsi il cuore e l’anima, dopo essersi riconosciuti peccatori.

Poi c’è un’altra categoria di persone: quella di coloro che nascondono il proprio peccato prima di tutto a loro stessi. Eh già… non c’è peggior peccatore di chi si vede perfettamente giusto e retto perfino ai propri occhi. Vi siete mai stupiti, amici cari, di sentire il Papa che si dichiara peccatore? Ma come, se è un peccatore lui!? Non lo avete mai pensato? Tanti buoni sacerdoti, insieme al Papa, si auto-includono nel numero di chi sbaglia, quando quando fanno esempi sul peccato. Perché tutti siamo umani, tutti siamo uomini e donne e tutti discendiamo da Adamo ed Eva e portiamo dentro di noi una traccia di quel peccato originale che ha macchiato l’umanità. Tutti noi, anche i più buoni, anche i più santi, abbiamo, in qualche momento della nostra vita, fatto conoscenza con il peccato. Chi non ha mai provato invidia? Gelosia? Rabbia? Desiderio per qualcosa che non si può e non si deve desiderare?

Accanto ai tanti peccatori, consapevoli dei propri errori e delle proprie fragilità, ci sono individui che non ammetteranno mai di sbagliare. Sono i farisei di ieri e di oggi: persone che si ritengono perfette e specchiate e che si sentono autorizzate a giudicare e condannare chiunque passi loro davanti. Gente abilissima ad individuare la pagliuzza nell’occhio altrui, ma completamente cieche di fronte alla trave che sta nel loro occhio (cfr. Luca 6,41).  

Costoro, amici cari, sono così convinti di essere ne giusto e di bastare a se stessi, che soffocano perfino quel seme che Dio ha posto dentro al loro cuore. Non gli permettono di parlare. Non gli consentono di crescere. Aridi dentro, si comportano come impostori perfino con se stessi: senza essere capaci di rendersi conto del loro peccato. Così facendo, rischiano di non sentire Gesù che ci passa accanto.  Ecco il peccato che si camuffa con la normalità. Ecco colui che vedrà passare davanti a sé pubblicani e prostitute che si convertiranno.

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Sacro Cuore di Gesù” del pittore ceco Emanuel Dítě, 1899, olio su tavola, Praga, collezione privata

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