
Prima di giudicare, guardiamo dentro
Hai mai pensato che la fede non sia fatta di parole, ma di gesti, scelte, sguardi? Gesù non era uno che cercava di piacere a tutti. Non amava le mezze misure. Sapeva essere tenero, ma anche tremendamente diretto. E quando vedeva qualcuno usare la religione come una maschera, non restava in silenzio. Ti sei mai chiesto se, anche noi, a volte, rischiamo di comportarci un po’ come quei farisei che tanto criticava?
Il mio (in)solito commento a:
“Date in elemosina, ed ecco, per voi tutto sarà puro.” (Luca 11,37-41)
Immagina la scena. Gesù è invitato a pranzo da un fariseo. Appena si siede, il padrone di casa lo squadra con aria di rimprovero: non si è lavato le mani secondo il rito. Un dettaglio? Forse. Ma per loro era un gesto sacro. Gesù lo sa… eppure non si scusa. Anzi, con la calma di chi non teme il giudizio, lo spiazza:
«Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma dentro siete pieni di avidità e malizia. Stolti! Chi ha fatto l’esterno non ha forse creato anche l’interno? Date piuttosto in elemosina ciò che avete dentro, e tutto per voi sarà puro». Una frase che arriva come un fulmine a ciel sereno.
Spesso ci dipingiamo un Gesù “buonista”, sempre mite, accomodante. Ma lui è ben altro. È buono, sì, ma non è debole. È misericordioso, ma non ipocrita. È capace di abbracciare chi soffre e, nello stesso tempo, di ribaltare i tavoli del Tempio quando la fede viene svenduta al mercato. Sai quando Gesù si arrabbia davvero? Non quando sbagli. Non quando inciampi. Se cadi, lui ti rialza. Se dubiti, ti accompagna. Si arrabbia solo quando chi sa non agisce, quando chi predica non vive ciò che dice. Quando la fede diventa teatro.
E qui arrivano i farisei: esperti di Dio solo a parole, perfetti fuori ma vuoti dentro. Si atteggiano a guide, ma chiudono la porta del cielo proprio davanti a chi cerca di entrarci. Gesù li smaschera, perché la loro religione è apparenza, non amore. E allora, prima di puntare il dito, fermiamoci un attimo. Guardiamo dentro il nostro “bicchiere interiore”. È limpido o intorbidito dall’orgoglio, dalla vanità, dal giudizio? Perché è da lì che parte la vera purificazione.
Solo quando lasciamo che l’amore ci lavi dentro, possiamo essere luce per gli altri. Perché il Vangelo non si insegna con le parole. Si testimonia con la vita. Con le mani, con il cuore, con ogni piccolo gesto
#Santanotte
Alessandro Ginotta

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