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Perché mi dovrei convertire?

Perché mi dovrei convertire?

Ma se io sono battezzato, perché mi dovrei convertire? Ogni tanto qualcuno me lo chiede. Tu che cosa risponderesti?

Il mio in(solito) commento a:
Convertitevi: il regno dei cieli è vicino! (Mt 3,1-12)

Ahimè è proprio chi più ha bisogno di conversione che ne recepisce meno l’urgenza. Chi fa questa domanda crede che convertirsi significhi cambiare religione. Eppure la conversione che ci chiede Gesù in questo brano di Vangelo non è quella di chi decide di professare una religione diversa. No, Dio desidera per noi una conversione che ci permetta di vivere pienamente proprio la fede nella quale siamo stati battezzati. Convertirsi significa abbandonare le cattive abitudini e seguire in modo autentico i principi del Vangelo. Vuol dire tenerci lontano dal peccato, imparare ad amare e perdonare, prenderci cura di chi ci sta accanto senza se e senza ma.

Perfino San Giovanni il Battista, colui che predicava la conversione, si dovrà a sua volta “convertire”: dovrà cambiare la sua idea di Dio. Dovrà imparare a conoscere la croce. E il suo calvario sarà il carcere, dove verrà ingiustamente giustiziato.

Mentre meditavo su queste righe, ho colto una delle verità contenute in questo brano di Vangelo: ci sono peccati facili da riconoscere, ed altri che sanno nascondersi meglio e camuffarsi da normalità. I peccati facili da riconoscere sono quelli più evidenti. È facile capire che un ladro è un ladro. Rubare è un grave peccato, ma chi ruba è consapevole di delinquere e la sua “etichetta” è molto chiara. Come quella di un assassino, di un truffatore, di un bugiardo… e di tutte le persone che commettono deliberatamente azioni sbagliate, sapendo di sbagliare. Sono individui che nascondono il proprio peccato agli altri, ma lo hanno ben presente a se stessi. Il seme di Dio, che cresce dentro al cuore di ciascuno di noi, vibra e trema nel petto di questi peccatori e grida forte invitandoli alla conversione. Molti di loro, se saranno capaci di ascoltare questa voce, potranno davvero pentirsi e cambiare. Ecco quali sono i peccatori che “ci passeranno avanti nel Regno di Dio”. Persone che sapranno pulirsi il cuore e l’anima, dopo essersi riconosciuti peccatori.

Poi c’è un’altra categoria di persone: quella di coloro che nascondono il proprio peccato prima di tutto a loro stessi. Eh già… non c’è peggior peccatore di chi si vede perfettamente giusto e retto perfino ai propri occhi. Ti sei mai stupito di sentire il Papa che si dichiara peccatore? Tanti buoni sacerdoti, insieme al Papa, si auto-includono nel numero di chi sbaglia, quando quando fanno esempi sul peccato. Perché tutti siamo umani, tutti siamo uomini e donne e tutti discendiamo da Adamo ed Eva e portiamo dentro di noi una traccia di quel peccato originale che ha macchiato l’umanità. Tutti noi, anche i più buoni, anche i più santi, abbiamo, in qualche momento della nostra vita, fatto conoscenza con il peccato. Chi non ha mai provato invidia? Gelosia? Rabbia? Desiderio per qualcosa che non si può e non si deve desiderare?

E allora tutti abbiamo bisogno di conversione! Tutti abbiamo la necessità di voltare pagina sul libro della nostra vita e ricominciare da un foglio bianco, lasciandoci alle spalle gli errori che abbiamo commesso e pensando solo alle cose buone che potremo realizzare.

La conversione ci porterà forze nuove per affrontare i nostri problemi. Luce nuova nei nostri occhi per vedere le cose da un’altra prospettiva. Voglia nuova di fare, di agire, di mettersi in discussione, di adoperarsi per qualcosa di utile e importante. E nuova vita. Sì, la vita intensa. La vita vera. Quella che si assapora un battito dopo l’altro, con pienezza, con gioia, con determinazione, con soddisfazione.

È più chiaro ora che cosa significa conversione?

Dio accenda nel nostro cuore quella scintilla che farà divampare il fuoco del cambiamento, del miglioramento, della trasformazione, della conversione!

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “La Risurrezione di Cristo”, di Benvenuto Tisi detto il Garofalo, 1520, olio su tavola, 325x190cm, Kunsthistorisches Museum, Vienna

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