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Perché dobbiamo amare anche chi ci odia?

Perché dobbiamo amare anche chi ci fa del male?

Quella che dobbiamo combattere, amici cari, è una battaglia spirituale, che non si vince con le armi, ma con l’amore.

Il mio in(solito) commento a:
Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto (Luca 21,12-19)

Alzi la mano chi, sul lavoro, negli studi, tra gli amici od in famiglia non ha mai avuto neppure un diverbio o non si è mai dovuto difendere da qualche accusa ingiusta.

E, quanto più ci impegniamo in qualcosa, quanto più ci mettiamo dentro anima e corpo, allora sarà lì che diventeremo il bersaglio delle critiche altrui. Forse perché le persone preferiscono l’amarezza dell’invidia al sapore dell’operosità. Forse perché, operando il bene, simo noi a dare un buon esempio che disturba chi, invece, si vorrebbe risparmiare e non desidera investire quelle energie che noi invece impieghiamo.

E così è per i buoni cristiani, coloro che testimoniano con la propria vita e con le proprie azioni i valori in cui credono. Gesù ci chiede proprio questo: di diventare noi stessi pagine viventi di Vangelo.

Ci domanda di testimoniare, anche a chi è più distante, che cosa significa amare, perdonare, accogliere, servire… Ci chiede di lasciar trasparire dal nostro modo di fare, dal nostro relazionarci con gli altri, quelli che sono i principi cristiani che noi stessi abbiamo deciso di seguire. Perché esiste davvero un’alternativa a questo mondo arroccato ed individualista. Perché l’egoismo non è per forza destinato a trionfare.

Ecco che, agendo in questo modo, attireremo su di noi l’invidia di chi, avendo operato altre scelte, non sopporta che si mettano in luce i propri difetti, o meglio, teme che la nostra luce metta in ombra lui.

E queste persone possono essere pericolose. Perché non accettano che qualcuno possa vivere felice operando il bene. Perché non ammettono che il buon esempio possa essere seguito. Troppo scomodo per chi ha il buio nel cuore.

Essi preferiscono crogiolarsi nella loro pigrizia ed ignavia. Di quando in quando, uno di questi individui, mette da parte la propria indolenza quel tanto che basta per lanciare un’accusa. Per farci del male con i mezzi più subdoli. Per farci apparire come delle persone negative. E qualche volta ci riesce bene. E’ lì che il Signore viene in nostro soccorso. E’ lì che Dio ci difende. Perché le forze del male non potranno mai avere il sopravvento, «non praevalebunt»! (cfr. Matteo 16,17-19). Parola di Gesù! «Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti» (cfr. Geremia 1,17-19).

Quella che dobbiamo combattere, amici cari, è una battaglia spirituale, che non si vince con le armi, né tantomeno con la forza, ma che si combatte con la perseveranza e la coerenza. Con l’amore e la bontà! Perché il bene vince sempre, anche se, in qualche momento, può apparire più debole e nascosto.

E… sapete quando il bene vince davvero? Questa è proprio difficile, eh? Vince quando noi riusciamo ad accogliere come un fratello anche chi ci ha fatto del male. E se proprio non ci riusciamo… non disperiamo, perché alla sera della vita, se avremo fatto davvero tutto, ma proprio tutto, il possibile per provarci, sarà proprio Gesù a mettere quel che manca a renderci perfetti: “siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Matteo 5,48). E perfetti saremo, con il suo aiuto.

Gesù, Tu che sei stato deriso, percosso ed umiliato, inchiodato ad una croce e poi trafitto, aiutaci ad anestetizzare il dolore del superbo che ci ferisce. E donaci la capacità di amare ogni fratello che ci farai incontrare!

Alessandro Ginotta

Perché dobbiamo amare anche chi ci fa del male?
Il dipinto di oggi è: “Ecce homo” di Pierre Mingard, 1690, olio su tela, 138×163 cm, Musée des Beaux-Arts de Rouen

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