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Passeri, capelli e parole da gridare sui tetti!

Passeri, capelli e parole da gridare sui tetti!

Ci sono passeri che non cadono, capelli contati uno a uno… e parole da gridare sui tetti. Già, proprio così: Dio ci chiama ad essere cristiani veri. Dentro e fuori. Non di facciata, non a tempo perso. Veri. E allora non dobbiamo temere chi ci ostacola, chi ci minaccia, chi ci vuole zittire. Perché, diciamolo chiaramente, il nemico più pericoloso… è quello che ci abita dentro.

Il mio decisamente in(solito) commento a: «Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo» (Mt 10,24-33)

Il Vangelo oggi ci prende per mano e ci accompagna nel profondo. Non parla solo alle orecchie. Parla al cuore. E lì dentro fa nascere lampi, intuizioni, missioni. Una su tutte: «Quello che vi dico nelle tenebre, ditelo nella luce; e quello che ascoltate all’orecchio, annunciatelo sui tetti» (v. 27). Hai capito bene: sui tetti! Era quello il “social network” della Palestina. Se volevi farti sentire da tutti, non c’erano microfono o reel: dovevi salire in alto e gridare forte.

E allora ti chiedo: riesci a sentire la Parola che Dio ha messo nel tuo cuore? Riesci a percepire come scalpita, come bussa per uscire? Perché la Parola non è fatta per restare chiusa. Non è un segreto da custodire, ma un tesoro da condividere. E farlo non è un favore che facciamo a Dio. È una gioia che ci è stata affidata. Una missione che ci rende vivi, veri. È un dovere, il nostro dovere. Quello di dire al mondo quanto è bello vivere nell’amore. Nella gioia piena che solo il Vangelo sa dare. E allora cosa aspetti? Trova anche tu il tuo tetto più alto e comincia a seminare bene, speranza, luce. Spargi i semi di Gesù!

Poi, c’è il coraggio. Quello autentico. Non quello che fa rumore, ma quello che regge le tempeste. «Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima» (v. 28). Ecco il punto. Perché la vera battaglia non è contro chi ci contrasta da fuori. Il vero nemico è dentro: si chiama paura, si chiama dubbio, si chiama peccato. E si vince solo con le armi della fede. Perseveranza, coerenza, bontà, amore. Sì, proprio così. Perché il bene vince sempre. Anche quando sembra perdente, anche quando è silenzioso. Vince.

E quel tetto da cui gridare… non lo scegliamo noi. È Dio che ce lo indica. È Lui che ci ha messo dentro i semi buoni. È Lui che ci dà la forza per annunciare, la voce per parlare, il coraggio per salire in alto. L’unica cosa che ci chiede? Superare la paura. Quella che ci frena, che ci zittisce, che ci rende cristiani tiepidi. E allora no, io non ci sto. E tu?

Perché se ci fidiamo davvero, se ci lasciamo guidare, Dio ci mette le parole sulle labbra:
«Non preoccupatevi di cosa dire: vi sarà dato. Non sarete voi a parlare, ma lo Spirito del Padre» (Mt 10,19).

E se ancora ci fosse bisogno di rassicurazioni, ecco la più tenera, la più disarmante:
«Nemmeno un passero cade senza che Dio se ne accorga… e voi valete molto più di un passero!» (vv. 29-31).

Senti come è dolce? È la voce della Provvidenza. Quella che ci dice: fidati. Anche quando tutto sembra crollare, Lui è lì. Con le mani tese, pronto a raccoglierci.

Un Salmo ce lo ricorda con parole che sanno di carezza: «Io sono tranquillo e sereno, come un bimbo in braccio a sua madre» (Sal 131,2). E Dio stesso, nella storia, non smette mai di ripetercelo:
— A Giacobbe: «Io sono con te, ti proteggerò ovunque andrai» (Gn 28,15).
— Agli esiliati: «Tu sei prezioso ai miei occhi. Non temere, io sono con te» (Is 43,4-5).
— A Paolo: «Non aver paura. Io sono con te» (Atti 18,9-10).

E allora, dimmi… che cosa può ancora farci paura?

La verità è che la paura ci inganna. Ci convince che è meglio restare al sicuro, zitti, nascosti. Ma così non viviamo. Così non evangelizziamo. E allora è tempo di salire. Di uscire. Di raccontare. È tempo di coraggio.

È arrivato il momento di offrire al mondo la Parola che Dio ha posto dentro di me, dentro di te. Una Parola che ha la forza di cambiare i cuori. Che ha il profumo del Cielo.

È tempo di salire sul tetto. Ci vieni anche tu? #Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Cristo benedicente”, 1858, volta della cattedrale di Sant’Isacco di Dalmazia, San Pietroburgo, Russia

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