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No, Dio non ci vuole musoni e tristi

La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento

Cristo ci sorprende sempre, mette in crisi le nostre idee, porta subbuglio nelle nostre vite, come il vino nuovo che ribolle.

Il mio in(solito) commento a:
Lo sposo è con loro (Marco 2,18-22)

“Il maligno – scrive San Francesco di Sales – gode nella tristezza e nella malinconia, perché lui è, e lo sarà per l’eternità, triste e malinconico; per cui vorrebbe che tutti fossero così!” (Filotea, cap. XII). “Il nemico – prosegue il santo – si serve della tristezza per portare le sue tentazioni contro i buoni; da un lato cerca di rendere allegri i peccatori nei loro peccati, e dall’altro cerca di rendere tristi i buoni nelle loro opere buone”. Da una parte il maligno cerca di presentare il male in modo piacevole, mentre, dall’altra, tenta di distoglierci dal bene facendocelo sembrare sgradevole. Ecco come agisce il demonio! Se state facendo qualcosa di buono, troverà il modo di farvelo pesare mettendovi addosso la tristezza. 

Ma Dio non vuole nulla di tutto ciò: “misericordia io voglio e non sacrificio” (cfr. Mt 9,13). Il Vangelo invita con insistenza alla gioia. Bastano alcuni esempi: «Rallegrati» è il saluto dell’angelo a Maria (Lc 1,28). La visita di Maria a Elisabetta fa sì che Giovanni salti di gioia nel grembo di sua madre (cfr Lc 1,41). Nel suo canto Maria proclama: «Il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore» (Lc 1,47). Quando Gesù inizia il suo ministero, Giovanni esclama: «Ora questa mia gioia è piena» (Gv 3,29). Gesù stesso «esultò di gioia nello Spirito Santo» (Lc 10,21). Il suo messaggio è fonte di gioia: «Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Gv 15,11).

Dunque il Vangelo è vita, il Vangelo è gioia, il Vangelo è speranza. Ed è con questi sentimenti nel cuore che siamo chiamati a vivere. Non serve avere il volto triste e contrito, non serve a nulla mortificarsi inutilmente. Perché il Vangelo, la Buona Novella, è gioia. E’ buona notizia! Riponiamo quindi le maschere tristi, che non servono a nulla, e prepariamoci a vivere la nostra vita ancora più a contatto con le altre persone, ancora più piena, ancora più gioiosa: Gesù è con noi, mostriamo a tutti la nostra allegria. Che non è spensieratezza, ma è la gioia che deriva dall’avere Gesù nel nostro cuore. 

Cristo ci sorprende sempre, mette in crisi le nostre idee, porta subbuglio nelle nostre vite, come il vino nuovo che ribolle. Ecco allora che il vino diventa di nuovo metafora di cambiamento. I vecchi precetti dei farisei, la rigidità di riti e preghiere, i sacrifici, con Gesù non hanno più senso. Tutte queste cose rappresentano il vino vecchio che ormai si conserva in otri sgualciti. Gli otri nuovi invece sono pieni della Parola di Gesù, quella che trasforma le mille regole dei farisei in parole semplici, che profumano d’amore!

Ancora oggi c’è chi vorrebbe arrestare il ribollire del vino nuovo del Vangelo. Ci sono moderni farisei, ancorati alle tradizioni, che non riconoscono la legge dell’amore: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”  (Giovanni 13,34).  I farisei di oggi hanno l’anima spenta e, con il volto grigio, cercano sempre di raffreddare la fiamma dell’amore che arde nel cuore di chi continua a farsi voce per la Parola. Come quelli di ieri, i farisei di oggi sono persone sempre tristi, si credono perfetti e disprezzano gli altri. Si sentono autorizzati da Dio a giudicare. E a condannare.

Ma altro non sono che persone da amare. Deboli travestiti da forti. Non riescono a comprendere la grandezza di Dio e, per questo, desiderano cancellarla. Annientano quello che non capiscono. Uccidono, un’altra volta, Dio. 

Davanti a queste persone non dobbiamo arrabbiarci. Come ci ha insegnato Gesù, ripetiamo anche noi: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno” (Luca 23,34). Quello che dobbiamo fare, invece, amici cari, è continuare a conservare fresco quel Vino che Gesù ci ha affidato. E’ proseguire a spargere quel seme che Dio ci ha donato. E’ alimentare continuamente la fiammella che sta nel nostro cuore e cercare di ravvivare quella di chi ci sta accanto. E’ fare festa insieme a Gesù, perché Lui non ci vuole musoni e tristi, ma desidera che il Vangelo continui a portarci gioia. Perché, amici cari, come dice Papa Francesco: “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento” (Evangelii Gaudium 1). 

#Santanotte amici. Il vostro cuore si riempia della gioia di Gesù, la gioia che saprete trasmettere a chi vi sta accanto perché Dio è con voi! Dio vi e ci benedica amici cari! 🙂 🙂 🙂

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “La Vergine Maria, Gesù Bambino e lo Spirito Santo con angeli sullo sfondo” di Antonio María Esquivel, 1856, olio su tela, 173.2×114.5 cm, Museo del Prado, Madrid

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