Eh sì, amici cari: già è difficile mettere da parte i sentimenti negativi, ma… non basta: Gesù ci chiede anche di…
Il mio in(solito) commento a:
Siate perfetti come il Padre vostro celeste (Matteo 5,43-48)
Certo Siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio. E allora Gesù ci chiede di lasciarci alle spalle odio, invidia e tutti gli altri sentimenti negativi. Allontanarci dalle tenebre per abbracciare la luce. E la luce è la Parola ed il pensiero di Dio. Ma è anche quel sole che lo stesso Dio “fa nascere sui cattivi e sui buoni” (v. 45).
Eh sì, amici cari: già è difficile mettere da parte i sentimenti negativi, ma… non basta: Gesù ci chiede anche di non giudicare. Perché perfino Dio, nella sua grande magnanimità, premette che il sole sorga sui buoni e sui cattivi, che piova tanto sui giusti quanto sugli ingiusti. Anche se peccatori, amici cari, anche se sbagliamo, tutti, ma davvero tutti, siamo figli dello stesso Dio. E, soprattutto, tutti siamo amati ugualmente da Dio.
Vi stupite? Non è il caso. Perché Dio ci ama. E, anche se la nostra parte materiale, commettendo il male, di fatto ha rinunciato a Lui, Lui non rinuncerà mai a noi. No, Dio non rinuncia alla nostra anima, ma ci resta sempre accanto. Pronto ad accoglierci, ad abbracciarci, a perdonarci, a consolarci, ogni volta che ne abbiamo bisogno. Ed è così che Gesù non esita a lasciare novantanove pecore nel recinto per inoltrarsi nel deserto alla ricerca di quell’unica che si è smarrita. Perché se è vero che noi stiamo male quando ci allontaniamo da Lui, Lui soffre quando noi ci separiamo da Lui. E quando avrà ritrovato la pecorella smarrita, Gesù non la castigherà né la ricondurrà all’ovile con violenza, ma se la caricherà sulle spalle e, con amore e con delicatezza, si accerterà che la pecorella rientri nel gregge. Perché: “vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione” (cfr. Luca 15,1-32).
Come può un Dio che rinuncia alle comodità dei cieli per scendere in mezzo a noi a vivere, per camminare con noi, come può questo Dio che si è fatto carne, restare indifferente davanti al dolore, non prendersi cura di chi sbaglia, restare lontano da chi può essere salvato con un gesto d’amore!
Gesù cenerà sempre con pubblicani e peccatori, perché il suo intento è salvarli. E’ lì, dove ci sono gli ammalati, che servono le cure del medico. E allora lo troveremo ancora ed ancora a chiedere acqua ad una donna samaritana (cfr. Giovanni 4,1-26), oppure fermarsi a casa di Zaccheo (cfr. Luca 19,5), difendere una peccatrice (cfr. Giovanni 8,1-11). Perché Dio è così: non sa resistere a compiere il bene. Non può evitare di spalancarci i cancelli del cielo e non si darà pace se anche solo uno di noi sceglierà di allontanarsi, di non seguirlo. Allora sarà Lui stesso ad inseguirci, a venirci a cercare in mezzo al deserto, dimenticando tutto e tutti. Perché per Lui conta solo il grido di chi ha veramente bisogno.
No, non dobbiamo giudicare, perché anche quello che noi riteniamo essere il peggiore degli uomini, potrebbe in realtà passare davanti a noi nel Regno dei cieli: «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio» (Matteo 21,31).
E che dire di San Disma, il buon ladrone? Una vita a rubare e truffare, si guadagnerà il Paradiso sulla croce. Sì, perché, amici cari, Dio è più grande anche del nostro peccato. E dunque, fino all’ultimo istante, fino all’ultimo anelito di vita, ci lascia la possibilità di riconoscere i nostri errori, convertirci e guadagnare la salvezza. Ecco l’amore di Dio: generoso, sconfinato, inarrestabile, inesauribile ed impetuoso. Un amore che scende da Dio sulla terra, per toccare ciascuno di noi, indipendentemente da età, sesso, condizione sociale, istruzione, abitudine a peccare od a comportarci in modo virutoso.
Sì, perché Gesù è così: sembra arrivare “quasi per caso” nelle nostre vite. Ad un certo punto in cui noi forse neppure pensiamo a Lui. Egli entra di sorpresa ma non si impone. Non sgomita perché gli venga aperta la porta: «Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (Apocalisse 3,20). E, se gli apriremo, questo incontro ci trasformerà completamente la vita! Perché non ci vuole tempo per convertirci. Basta la volontà. Un istante. Spesso è sufficiente che Gesù incroci i nostri occhi, per farci cambiare, all’improvviso.
Tutti noi veniamo accarezzati dall’amore di Dio. Quando parliamo di “nemici” non dobbiamo pensare a chissà quali persone diverse e lontane da noi; parliamo anche di noi stessi, che possiamo entrare in conflitto con il nostro prossimo, con i nostri amici. Ecco che anche noi sbagliamo. Anche noi pecchiamo. Non riteniamoci immuni!
Se ora vi state preoccupando e vi state chiedendo come potrete essere simili a Dio se proprio non riuscite a perdonare, o ad amare il vostro nemico… ebbene… confidate in questo: abbiate fiducia nel fatto che Dio ci ama anche se noi non siamo capaci ad amare nello stesso modo. Ci vuol bene per il semplice fatto che esistiamo. E, se lo lasceremo entrare, sarà proprio il suo amore ad addolcire il nostro cuore ed aiutarci a diventare un po’ più simili a Lui.
#Santanotte amici. Amati da Dio, impariamo a nostra volta ad amare e il nostro cuore si riempirà di Dio! Dio vi e ci benedica tutti! 🙂 🙂 🙂
Alessandro Ginotta
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