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L’ingrediente principale per un miracolo

Il dipinto di oggi è: “La Moltiplicazione dei pani e dei pesci”, icona ortodossa del XX secolo

Sai qual è l’ingrediente principale di un miracolo? Se anche tu hai chiesto una grazia, ma non l’hai ottenuta, molto probabilmente è perché ti mancava questo ingrediente fondamentale. Di cosa si tratta? Scopriamolo insieme nel mio in (solito) commento a:

Moltiplicando i pani, Gesù si manifesta profeta (Marco 6,34-44)

Ti darò un indizio: anche se parliamo di pani e di pesci l’ingrediente che cerchiamo non è qualcosa di culinario, ma è impalpabile.

Dunque, qual è quella cosa che non si vede, non si sente e non si tocca, ma senza la quale un miracolo non può avvenire?

La tua fede!

Quando chiedi qualcosa a Dio, devi farlo con la giusta disposizione d’animo, cioè con la certezza che quanto desideri potrà avvenire per grazia di Dio.

Cosa disse Gesù all’emorroissa che coraggiosa si lanciò a terra pur di arrivare a toccare una frangia del suo mantello? «Coraggio, figliola; la tua fede ti ha guarita». Da quell’ora la donna fu guarita (Mt 9,22). E alla madre cananea? «Donna, grande è la tua fede; ti sia fatto come vuoi». E da quel momento sua figlia fu guarita (Mt 15,28). Al cieco di Gerico? Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». In quell’istante egli ricuperò la vista e seguiva Gesù per la via (Mc 10,52). Alla peccatrice in casa di Simone? Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace» (Lc 7,50)… e così via.

Ma come possiamo pretendere che un miracolo avvenga, quando siamo proprio noi i primi a non credere che si possa realizzare? Ecco che, quando si presentano delle difficoltà, ci vuole il coraggio di lottare per arrivare al Signore. Ci serve l’audacia di avere fede fin dall’inizio.

Davanti ad una difficoltà, piccola o grande che sia, Gesù è sempre pronto ad aiutarci, a compiere un miracolo proprio per noi che soffriamo. Che cosa ci chiede in cambio? Soltanto di crederci! Sì, di crederci. Di non scoraggiarci. Di continuare a provare. Di continuare ad impegnarci. Di continuare a pregare, un po’ come la vedova molesta che incalza il giudice della parabola (cfr. Lc 18,1-8). Gesù ci invita ad avere fede. Ci sprona a desiderare di poter spostare anche le montagne!

È impalpabile la fede, ma, con l’aiuto di Dio, è capace di grandi cose, come sfamare cinquemila uomini con cinque pani e due pesci (e riempire con gli avanzi ben dodici ceste):

Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci».
E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti.
Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini
(vv. 38-44).

Ecco di cosa è capace la fede. E tu, quante ceste raccoglierai? #Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “La Moltiplicazione dei pani e dei pesci”, icona ortodossa del XX secolo


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