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La trasfigurazione di Gesù

La trasfigurazione di Gesù

Potrebbe sembrare strano sederci qui a parlare di luce, mentre tutto il mondo attorno a noi sta precipitando nel buio. Eppure questo è il compito dei cercatori di Dio, di chi ancora prova la sete di infinito e si mette alla ricerca di Dio

Il mio in(solito) commento a:
Questi è il Figlio mio, l’amato (Mc 9,2-10)

Mi piace parlare di luce. È il principio di ogni cosa; pervade tutta la Bibbia, dalla prima all’ultima pagina. Troviamo la luce già al terzo versetto della Genesi: “Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu” (Genesi 1,3). E da lì ci accompagna fin all’ultima pagina dell’Apocalisse, dove leggiamo che Dio stesso è la luce che trionferà sulle tenebre nella Gerusalemme celeste: “Non ci sarà più notte; non avranno bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli” (Apocalisse 22,5; cfr. Isaia 60,19-20). 

È la luce che ci permette di vedere tutte le altre cose: ci rendiamo conto che esistono il cielo, la terra, il mare, i pesci, gli uccelli, gli animali e perfino gli altri uomini, perché vengono illuminati. Di luce è tessuto l’abito di Dio: “Egli è vestito di luce” (Sal 104,2). Potremmo dire che la luce di Dio è “contagiosa” perché perfino il volto di Mosè diventava luminoso dopo aver parlato con Dio: “Quando Mosè scese dal monte Sinai non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con Dio. Aronne e tutti gli Israeliti, vedendo raggiante la pelle del suo viso, ebbero paura di accostarsi a lui… Mosè, allora, si pose un velo sul volto” (Esodo 34, 29-30.33). Luce è la Parola di Dio che illumina e guida nelle vie della vita (Salmo 119,105; Sapienza 7,10; 7:26).

La luce è annuncio, come ci ricorda il profeta Isaia: “Il popolo che camminava nelle tenebre, vede una gran luce; su quelli che abitavano il paese dell’ombra della morte, la luce risplende” (Isaia 9,1). La luce è Parola che si incarna: “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Giovanni 1,9).

Ma, attenzione, perché senza la luce di Dio, è difficile orientarsi e trovare la strada. Quando l’uomo abbandona la luce del Signore si trova a brancolare nelle tenebre. Non sa più né dove deve andare, né come andarvi. Perde perfino la consapevolezza di se stesso. E la notte buia ha il colore di una solitudine senza fine, per chi si trova privato della beatitudine vivere con Dio.

Ma tu che leggi queste righe che parlano di luce non puoi certo rassegnarti all’oscurità e così proviamo a leggere insieme le parole luminose di un testimone oculare della trasfigurazione di Gesù. Di chi sto parlando? Di san Pietro. Tante volte ce ne dimentichiamo, ma nella sua seconda lettera il “primo” degli apostoli ce la racconta così: “Carissimi, vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. Egli infatti ricevette onore e gloria da Dio Padre, quando giunse a lui questa voce dalla maestosa gloria: «Questi è il Figlio mio, l’amato, nel quale ho posto il mio compiacimento». Questa voce noi l’abbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte. E abbiamo anche, solidissima, la parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l’attenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino”. (2Pt 1,16-19).

In qualche misura anche tu che leggi stai assistendo ad una piccola trasfigurazione. Anche il tuo volto sarà un po’ più luminoso, perché se sei arrivato a leggere fin qui stai cercando la luce. Chi cerca la luce esce da sé e cerca: non rimane fermo a guardare cosa succede attorno a sé, ma si mette continuamente in gioco. Ma la luce non è solo bella da vedere, è anche coinvolgente da portare. La trasfigurazione del Signore non è un brano contemplativo, ma un forte invito all’azione, a scuotersi dal torpore che ci circonda e metterci in gioco per il bene comune!

Potrebbe sembrare strano sederci qui a parlare di luce, mentre tutto il mondo attorno a noi sta precipitando nel buio. Eppure questo è il compito dei cercatori di Dio, di chi ancora prova la sete di infinito e si mette alla ricerca di Dio. Sta a noi riempire tutto il vuoto di questo mondo con la luce di Dio, prima che dalle tenebre esca qualche mostro e lo riempia di male: “Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare” (Giovanni 9,4).  Sta a noi agire. Sta a noi fare il bene. Sta a noi testimoniare la luce di Dio. Sta a noi diventare lampada da mettere sul moggio. Sta a noi fare ogni sforzo per diventare noi stessi pagine viventi di Vangelo: testimoniare, anche a chi è più distante, che cosa significa amare, perdonare, accogliere, servire… Lasciar trasparire dal nostro modo di fare, dal nostro relazionarci con gli altri, quelli che sono i principi cristiani che noi stessi abbiamo deciso di seguire. Perché esiste davvero un’alternativa a questo mondo arroccato ed individualista. Perché l’egoismo non è per forza destinato a trionfare. Perché la nostra luce, quella che c’è dentro la nostra anima, deve continuare a brillare. #Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “La Trasfigurazione”, di Pietro Perugino, 1497, affresco, 226×229 cm, Collegio del Cambio, Perugia

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