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La storia del primo presepe

La storia del primo presepe

Oggi voglio portarti con me in un viaggio straordinario, un salto indietro nel tempo che ti condurrà alla notte più speciale di tutte: quella della nascita di Gesù. Ma non ti racconterò questa storia nel modo tradizionale. La guarderemo attraverso gli occhi di un uomo che ha saputo trasformare la semplicità in qualcosa di eterno e universale: San Francesco d’Assisi. È lui l’inventore del presepe, quel piccolo miracolo che ogni Natale ci scalda il cuore e riempie le nostre case.

Il mio in(solito) commento a:
Ecco, concepirai e darai alla luce un figlio (Luca 1,26-38)

Ti sei mai chiesto come sia nata questa tradizione? Beh, ci sono voluti più di 1200 anni dalla nascita di Cristo perché qualcuno pensasse di ricreare la scena della sua venuta al mondo. E quel qualcuno è stato proprio San Francesco, che la notte di Natale del 1223, a Greccio, un piccolo borgo in cima a una collina, diede vita al primo presepe della storia.

Immagina la scena. San Francesco era appena tornato dalla Palestina, e con il cuore colmo di emozioni voleva rivivere quel momento sacro. Scelse un luogo impervio, una grotta che gli ricordava Betlemme. E qui, con l’aiuto della gente del posto, mise in scena una rievocazione straordinaria. Non scelse statuine per questo primo presepe. Al loro posto chiamò contadini che impersonarono i pastori, aggiunse un bue e un asinello veri, fieno fresco, e al centro della mangiatoia un piccolo Bambinello di legno.

Quella notte, Francesco era lì, davanti alla mangiatoia, gli occhi pieni di lacrime e il cuore traboccante di gioia. Mentre predicava, accadde qualcosa che ancora oggi mi commuove profondamente: un uomo, un suo caro amico, raccontò di aver visto il Bambinello di legno prendere vita tra le braccia di Francesco. Lo descrisse come un neonato bellissimo, che sembrava svegliarsi dal sonno. Non è incredibile? Quel gesto, quel semplice atto di amore e devozione, si trasformò in un miracolo capace di parlare anche a noi, a distanza di secoli.

Ma non è finita qui. Anche il fieno della mangiatoia, distribuito agli animali malati della zona, divenne fonte di guarigione. Ecco, ogni dettaglio di questa storia sembra gridare un’unica verità: la fede, quando è sincera e pura, ha il potere di trasformare tutto, anche l’impossibile.

E qui viene il bello: San Francesco non si limitò a ricreare la scena della Natività per ricordarci la nascita di Gesù. Lui voleva farci toccare con mano quel mistero, renderlo vivo, reale, presente. Ed è proprio questo che il presepe continua a fare ogni Natale.

Quante volte nella nostra vita ci capita di dubitare, di chiudere gli occhi davanti a qualcosa che sembra impossibile? Eppure, San Francesco ci insegna che l’impossibile può accadere. Basta avere un cuore semplice, aperto, disposto a credere. La fede non si piega ai limiti della realtà, ma li supera, li trasforma. È la forza che ci spinge avanti anche quando tutto sembra perduto, la speranza che ci tiene vivi.

Ed è questa speranza che voglio lasciarti oggi. Ti auguro di non smettere mai di sognare, di credere nel potere straordinario della fede, quella che ti permette di vedere Dio anche in un piccolo Bambinello di legno. Perché è lì che si nasconde il vero miracolo, nella semplicità delle cose, nell’amore che non si vede ma si sente profondamente.

Ti abbraccio con tutto il cuore e ti auguro una santa notte piena di luce, pace e amore #Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “La Natività”, di Giotto da Bondone, 1304, affresco, 200×185 cm, Cappella degli Scrovegni, Padova

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