
La pecora ritrovata sei tu
Ecco una delle parabole più belle. Una storia che parla di te, di me, di tutti noi… di quando ci smarriamo lontano dall’ovile, ma c’è sempre Qualcuno che non smette di venirci a cercare.
Il mio (in)solito commento a:
«Vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte» (Luca 15,1-10)
Hai mai pensato che Dio è davvero innamorato di te? Sì, proprio di te. Non per ciò che fai o per come appari, ma semplicemente perché esisti. È un Dio che si è fatto uomo per camminare accanto a noi, per condividere la nostra sete, la nostra fatica, la nostra fame. Un Dio che non pretende la perfezione, ma desidera la verità del tuo cuore. Ti ama anche quando non ti senti degno, anche quando ti allontani, anche quando pensi di aver perso la strada.
Dio non ti ama quando cambi. Ti ama affinché tu possa cambiare. Ed è un amore che non forza mai. Dio non impone, propone. Ti lascia libero, persino di sbagliare. Ma resta sempre accanto a te, anche quando scegli la via sbagliata. E quando ti perdi, Lui non si arrende. Ti viene incontro, ti cerca, non smette di sperare in te.
Pensa al Pastore della parabola: lascia novantanove pecore al sicuro per andare a cercarne una sola.
E se quella pecora fossi tu? Immagina la scena: Gesù che cammina nel deserto, sotto il sole, tra le rocce. Ti trova, ti guarda negli occhi e, invece di rimproverarti, sorride. Ti prende sulle spalle e ti riporta a casa. Non dice una parola, ma nel suo abbraccio c’è tutto il perdono del mondo. E in cielo scoppia una festa, una gioia incontenibile. Perché il tuo ritorno vale più di mille sacrifici.
Ogni volta che partecipi all’Eucaristia, accade la stessa cosa. Quel Dio che ti ha cercato nel deserto ora si fa Pane, entra in te, si unisce a te, diventa parte di te. È un miracolo quotidiano che spesso diamo per scontato, ma in quel gesto c’è tutto l’amore di un Dio che non vuole stare lontano da te, mai.
Questo è il cuore del Vangelo: un amore che non si misura, che non si stanca, che non si arrende.
Un amore che non fa distinzioni, che non dice “questo sì e quello no”, ma che apre le braccia a tutti.
È l’amore che ha portato Gesù fino alla Croce, dove si è donato completamente, per dire una volta per tutte che nessuno è troppo lontano per essere amato.
Perché davvero, come dice il Vangelo: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13).
E tu, ricordalo: sei quell’amico. Sei tu la pecora che Lui porta sulle spalle, la festa che accende il cielo, la ragione di un amore che non smetterà mai di inseguirti #Santanotte
Alessandro Ginotta

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