• La Buona Parola - il blog di Alessandro Ginotta
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La materia di Dio

La materia di Dio

Ti sei mai fermato a pensare di cosa sia fatto Dio? Te lo confesso con sincerità: Dio è fatto d’amore. Ma non di un amore qualsiasi. È un amore che non si scandalizza davanti al peccato, che non si tira indietro davanti alle nostre cadute. È un amore che non fugge, nemmeno quando siamo noi a chiudergli la porta in faccia. Anzi: più ci allontaniamo, più il suo amore cresce.

Il mio in(solito) commento a quel comandamento che racchiude tutta la Legge e i Profeti è proprio questo:
“Amerai il Signore tuo Dio… e il tuo prossimo come te stesso” (Matteo 22,34-40).

San Giovanni, nella sua prima lettera, ci regala parole che brillano anche nelle notti più buie:
“Dio è amore, e chi vive nell’amore è unito a Dio, e Dio è presente in lui” (1 Giovanni 4,16).
E sai cosa significa davvero? Che Dio ti ama. Punto.

Ti ama senza se e senza ma. Senza curriculum, senza medaglie, senza meriti. Ti ama così come sei, non come “dovresti” essere. Non aspetta che diventi migliore per volerti bene. Ti ama perché sei tu. E questo, credimi, basta e avanza.

È lo stesso amore che ha spinto Gesù a lasciare novantanove pecore al sicuro per andare a cercarne una sola, smarrita. Quando ci allontaniamo, soffriamo noi… ma Lui soffre di più. E quando ci ritrova? Non ci rimprovera. Non ci rimette in riga. Ci prende in braccio. Ci accoglie. Ci ama, ancora e ancora. Perché, come ci ricorda Luca: “Vi sarà più gioia in cielo per un solo peccatore che si converte, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione” (Luca 15,1-32).

Ma fai attenzione: questo amore non è una scusa per vivere come ci pare. No. È una forza che ci rialza, che ci ricostruisce, che ci cambia dentro. Non siamo noi a cambiare Dio: è Lui che, amandoci, cambia noi.

Gesù è venuto per questo: per mostrarci che tutto, davvero tutto, si gioca sull’amore. “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente… E il tuo prossimo come te stesso” (Matteo 22,37-39). Due comandi, un’unica strada: amare.

Questo è il vino nuovo che Gesù ha portato. Un amore che spezza gli schemi, che non si accontenta di regole e formalità, ma ci chiede di andare oltre. Perché, davanti all’infinito di Dio, tanti dei nostri confini diventano piccoli, inutili, superflui.

E sì, lo so bene: amare il prossimo non è affatto semplice. Soprattutto quando quel prossimo ci ha feriti. Ma è proprio lì che entra in gioco la grazia: lei ci porta dove da soli non arriveremmo mai. Gesù c’è passato prima di noi: inchiodato a una croce, ha perdonato chi lo stava uccidendo (Luca 23,34). E lo ha fatto per amore. Solo per amore.

Il Dio in cui credo — e che ti invito a scoprire — è “misericordioso e pietoso” (Esodo 34,6). È un Dio che ci ama con viscere di madre, con cuore di Padre. E ci lascia un comandamento limpido e potente: “Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Giovanni 13,34).

E se questo ti sembra troppo? Ti capisco. Ma Sant’Agostino ci dà una chiave: “Se amerai Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente, non rimarrà in te nulla con cui amare te stesso. Ama, dunque, il Signore!”. Ecco il segreto: svuotare il cuore dall’egoismo, lasciare spazio all’amore. Solo così, finalmente liberi, potremo amare davvero #Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Il Sacro Cuore di Gesù”, di Andrea Pozzo, 1685, olio su tela, Chiesa Santissima Trinità dei Pellegrini, Roma

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