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Io sono la via, la verità e la vita

Io sono la via, la verità e la vita

Non è strano? Per millenni filosofi, alchimisti e scienziati hanno cercato il segreto dell’immortalità, buttando via tutta la loro vita in una caccia al tesoro senza alcun esito. Mentre la risposta è proprio qui, scritta a chiare lettere nel libro più antico della storia

Il mio in(solito) commento a:
Io sono la via, la verità e la vita (Giovanni 14,1-12)

Avanti, c’è posto! Perché nella casa di Dio ci sono molte dimore. Ecco il navigatore della fede che ci mostra la strada per raggiungere l’eternità! È scritto nella Bibbia il percorso da seguire per ottenere la vita vera, quella che non muore mai, quella che ci fa sentire davvero vivi, quella che ci permetterà di vivere per sempre!

In realtà Dio ci creò eterni. Eravamo (e lo siamo ancora) fatti a sua immagine e somiglianza. Immortali e senza fine. “Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l’albero della vita in mezzo al giardino” (cfr. Genesi 2,9). Adamo ed Eva però non riuscirono a resistere alla tentazione di sostituirsi a Dio: “Il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei campi che Dio il SIGNORE aveva fatti. Esso disse alla donna: «Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?»” (Genesi 3,1). “Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male»” (cfr. Genesi 3,4-5).

Non fu un peccato di lussuria! Questa falsa convinzione non è che l’ennesimo inganno di quel serpente che indusse Eva ed Adamo in errore. Il peccato di cui Adamo ed Eva si macchiarono fu un atto di superbia: i nostri due antenati pretesero di sostituirsi a Dio arrogandosi la libertà di scegliere autonomamente che cosa fosse bene e che cosa fosse male. 

In verità Dio ci ama all’inverosimile e non ci ha negato nulla, neppure questa libertà. Ma Dio ci ha espressamente chiesto di scegliere qualsiasi altra libertà, ma non questa. 

Contravvenendo a questa raccomandazione abbiamo “rotto” un patto tra liberi uomini ed il loro libero Dio. Potevamo farlo, ma, disubbidendo, abbiamo mostrato la nostra imperfezione: ingannati dal demonio in persona, anziché mostrare – come credevamo – una volontà forte, abbiamo dimostrato di averne una fragile, che non ci ha permesso di tenere fede all’unica richiesta che ci aveva espressamente fatto Dio.  

Incrinatosi l’amore tra Dio e l’uomo, si è rotto anche quell’equilibrio che permetteva alla terra di darci gratuitamente ogni frutto di cui avevamo bisogno. Adamo si dovette ingegnare a coltivare, con il sudore della propria fronte, laddove prima bastava allungare una mano per raccogliere e mangiare a sazietà. Eva dovette sperimentare i dolori del parto e, da quel momento, ad ogni passo rischia che il suo calcagno venga aggredito da un serpente che striscia nella polvere. E la malattia e la morte entrarono nella nostra vita.

Siamo destinati a terminare la nostra esistenza così?

Assolutamente no!

Ce lo dice Gesù in questo brano di Vangelo: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via» (vv. 1-4).

La via è Lui: Gesù. È Lui che ci può restituire la vita, perfino dopo la morte! È Lui che tornerà a prenderci per condurci là dove vivremo in eterno.

In attesa che la Seconda Venuta di Gesù ricomponga definitivamente la frattura di quel patto tra Dio e l’uomo, in attesa che l’imperfetto torni perfetto, dobbiamo faticare. Ci dobbiamo impegnare. Ma abbiamo una certezza: l’equilibrio tornerà, più forte di prima:

«Ecco la dimora di Dio con gli uomini!
Egli dimorerà tra di loro
ed essi saranno suo popolo
ed egli sarà il “Dio-con-loro”
(Apocalisse 21,3).

Gesù, il Dio-con-noi, non ha mai smesso di camminare insieme a noi, di manifestarci la sua vicinanza, di essere pronto a sorreggerci non appena vacilliamo. Anche se la nostra imperfezione, per ora, ci impedisce di esserne pienamente consapevoli:

E tergerà ogni lacrima dai loro occhi;
non ci sarà più la morte,
né lutto, né lamento, né affanno,
perché le cose di prima sono passate»
(Apocalisse 21,4).

Questo Dio che ci ama oltre ogni ragione, desidera una cosa sola: salvarci. “La volontà del Padre che mi ha mandato è questa: che io non perda nessuno di quelli che mi ha dato, ma li risusciti nell’ultimo giorno” (Giovanni 6,39). Sono chiare le parole di Gesù: il Padre cerca la nostra salvezza e desidera donarci la Vita Eterna. E quale moneta ci comprerà il Paradiso? L’Amore! Sì amici, per mezzo dell’Amore, anche noi risorgeremo.

L’Amore inarrestabile, incontenibile, incondizionato che Dio prova nei nostri confronti fa sì che chiunque abbia la possibilità di salvarsi. Dio, infatti, ci ama per primo. Egli non ci ama perché in noi c’è qualche ragione che susciti il suo Amore, ma lo fa perché Egli stesso è Amore, e l’Amore tende per sua natura a diffondersi, a donarsi.

Dio non lega neppure la sua benevolenza alla nostra conversione: “Cristo è morto per noi” (Romani 5,8) mentre ancora eravamo peccatori. Dio ci ha voluto bene anche quando eravamo sbagliati.

E, come un padre ama le sue creature, Dio ama ciascuno di noi, come noi siamo, ci ama sempre, tutti, buoni e cattivi. E chiunque di noi, come san Disma, detto il buon ladrone, potrà rubare il proprio posto in Paradiso pentendosi dei propri peccati. Di qualunque entità essi siano. Anche i più gravi. Anche i più terribili.

Ecco la ricetta per la vita eterna: l’amore! Non perdiamolo mai di vista! #Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Cristo nell’atto di benedire Montebelluna”, di Girolamo Michelangelo Grigoletti, 1856, olio su tela, Chiesa di Santa Maria in Colle di Montebelluna (TV).

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