Il concetto di immanenza e trascendenza nei Vangeli

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Tra pochi giorni, amici cari, arriverà il Natale. Allora ci troveremo un po’ più vicini a Dio ed un po’ più lontani dal mondo. Camminiamo insieme, oggi, come in carovana, attenti alle stelle ed attenti l’uno all’altro, come fecero i Re Magi, che si allontanarono dalle loro ricchezze e dai loro regni per mettersi alla ricerca dell’unico vero tesoro: Gesù. 

Il mio decisamente in(solito) commento a:
Il battesimo di Giovanni da dove veniva? (Matteo 21,23-27)

Ma il “conflitto”, amici miei, non è tra Dio e il mondo, bensì si trova dentro di noi. E’ in noi che avviene questa continua lotta tra trascendenza ed immanenza, le due realtà contrapposte del genere umano. Perché da un lato veniamo attirati dalle cose materiali, dalla ricchezza, dai sensi, dal piacere ad ogni costo; dall’altra parte proviamo una profonda ed insaziabile sete di infinito che ci porta a volgere gli occhi al cielo per cercare Dio.

Così ci sono parole che abbiamo spesso letto nei Vangeli: «Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano. Perché dov’è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore» (Mt 16,19-21). Parole che troppo spesso ignoriamo, confusi dalle mille distrazioni di un mondo che ci costringe a guardare solo al lato materiale, ignorando l’immensità che ci sta sopra.

Lo stesso San Paolo, nella lettera ai Colossesi, scrive: “Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra” (Colossesi 3,2). C’è un testo di Sant’Agostino che mi piace molto ricordare: “La tua avarizia possiede l’oro, una non so quanto meschina e piccola porzione di terra. Con i tuoi occhi invece possiedi il cielo, guardi il sole, misuri le stelle; per mezzo dei tuoi occhi possiedi il mondo intero” (Discorso 265/C).

Un richiamo, quello a seguire Dio e non le cose vane di questo mondo, che troviamo pressoché in ogni pagina dei Vangeli: “Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a mammona” (Matteo 6,24). E ancora: ““Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà” (Giovanni 6,27) E’ l’invito che Gesù rivolge alla moltitudine dopo aver moltiplicato i pani ed i pesci. Non pensiamo sempre alle cose materiali! Impariamo a guardare oltre l’orizzonte. Cerchiamo Dio nella sua insondabile vastità, non nella piccolezza di un dispensatore di miracoli. Vediamolo nella sua dimensione di Creatore, di infinito, di imperscrutabile, di Onnipotente.

Non cadiamo nell’errore di questi uomini che sfidarono Dio domandandogli: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?» (v. 23). No, non sbagliamo anche noi: solleviamo gli occhi dai mille pensieri di questo mondo e volgiamoli al cielo! Almeno in questo momento, amici cari, lasciamoci dietro le spalle impegni e preoccupazioni della vita di tutti i giorni. Guardiamo in alto, cerchiamo l’infinito.

Tra pochi giorni, amici cari, arriverà il Natale. Allora ci troveremo un po’ più vicini a Dio ed un po’ più lontani dal mondo. Camminiamo insieme, oggi, come in carovana, attenti alle stelle ed attenti l’uno all’altro, come fecero i Re Magi, che si allontanarono dalle loro ricchezze e dai loro regni per mettersi alla ricerca dell’unico vero tesoro: Gesù. Compiamo un viaggio affascinante nello spirito, spingendoci là, dove nella vita quotidiana, non riusciamo ad arrivare. E scopriremo la bellezza di stare con Dio.

#Santanotte amici cari. Lo Spirito Santo metta le ali ai vostri pensieri e vi aiuti a farli salire lassù, dove sta il vostro tesoro, ed anche il vostro cuore. Dio vi e ci benedica tutti!

Alessandro Ginotta

L’immagine di oggi è: “L’Adorazione dei Magi”, di Giotto di Bondone, 1305, affresco, 200×185 cm, Cappella degli Scrovegni, Padova

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