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Immanenza e trascendenza nei Vangeli

Immanenza e trascendenza nei Vangeli

Immanenza e trascendenza. Due parole “difficili” che ci aiutano a cercare Dio. Vediamo come?

Il mio decisamente in(solito) commento a:
Il battesimo di Giovanni da dove veniva? (Matteo 21,23-27)

Per comprendere che cosa significa trascendenza basterà ricordare la preposizione “trans”, che in latino significa “oltre” o “al di là” e il verbo “ascendere” che potremo tradurre con “salire”. Ed ecco la spiegazione: trascendente indica ciò che trascende, cioè che va oltre, l’esperienza umana. Dio, l’infinito, l’aldilà.

Immanente” deriva dal latino “in” e “maneo”, che potremmo tradurre come “rimanere dentro”. Indica ciò che è tangibile, quello che rimane nel mondo. La materia, i nostri corpi, la natura…

Trascendente ed immanente sono intrecciati tra di loro. E, sorpresa, sono anche dentro di noi. Sì, entrambi, anche il trascendente. Pensa un attimo alla tua anima. Vedi che non è soltanto in cielo?

Anima e corpo compongono, unitamente, l’essere umano. Non esiste un individuo senz’anima. Perfino i peggiori criminali ne hanno una. Forse non la ascoltano, ma ce l’hanno. Dunque, anche dentro di noi, trascendente ed immanente coesistono contemporaneamente.

Spirito e materia, due dimensioni che si compenetrano. Realtà così diverse ed immense, che convivono in un luogo inaspettato e piccolissimo: il cuore di ogni uomo. Convivono, è vero, ma troppo spesso confliggono: perché, se da un lato veniamo attirati dalle cose materiali, dalla ricchezza, dai sensi, dal piacere ad ogni costo, dall’altro lato proviamo una profonda ed insaziabile sete di infinito che ci porta a volgere gli occhi al cielo per cercare Dio. Dunque anche il nostro cuore è spesso teatro di battaglia tra trascendente ed immanente.

Anche noi esseri umani da un lato veniamo attirati dalle cose materiali, dalla ricchezza, dai sensi, dal piacere ad ogni costo; dall’altra parte proviamo una profonda ed insaziabile sete di infinito che ci porta a volgere gli occhi al cielo per cercare Dio.

Così ci sono parole che abbiamo spesso letto nei Vangeli: «Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano. Perché dov’è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore» (Mt 16,19-21). Parole che troppo spesso ignoriamo, confusi dalle mille distrazioni di un mondo che ci costringe a guardare solo al lato materiale, ignorando l’immensità che ci sta sopra.

Lo stesso San Paolo, nella lettera ai Colossesi, scrive: “Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra” (Colossesi 3,2). C’è un testo di Sant’Agostino che mi piace molto ricordare: “La tua avarizia possiede l’oro, una non so quanto meschina e piccola porzione di terra. Con i tuoi occhi invece possiedi il cielo, guardi il sole, misuri le stelle; per mezzo dei tuoi occhi possiedi il mondo intero” (Discorso 265/C).

Un richiamo, quello a seguire Dio e non le cose vane di questo mondo, che troviamo pressoché in ogni pagina dei Vangeli: “Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a mammona” (Matteo 6,24). E ancora: ““Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà” (Giovanni 6,27) È l’invito che Gesù rivolge alla moltitudine dopo aver moltiplicato i pani ed i pesci. Non pensiamo sempre alle cose materiali! Impariamo a guardare oltre l’orizzonte. Cerchiamo Dio nella sua insondabile vastità, non nella piccolezza di un dispensatore di miracoli. Vediamolo nella sua dimensione di Creatore, di infinito, di imperscrutabile, di Onnipotente.

Non cadiamo nell’errore di questi uomini che sfidarono Dio domandandogli: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?» (v. 23). No, non sbagliamo anche noi: solleviamo gli occhi dai mille pensieri di questo mondo e volgiamoli al cielo! Almeno in questo momento prova a lasciare dietro le spalle impegni e preoccupazioni della vita di tutti i giorni. Guarda in alto e cerca l’infinito.

#Santanotte Compiamo un viaggio affascinante nello spirito, spingendoci là, dove nella vita quotidiana, non riusciamo ad arrivare. E scopriremo la bellezza di stare con Dio. Lo Spirito Santo metta le ali ai nostri pensieri e ci aiuti a farli salire lassù, dove sta il nostro tesoro, ed anche il nostro cuore.

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “La Madonna e il Bambino appaiono a Padre Faverio”, di Vicente Carducho, 1632, olio su tela, 338×298.5 cm, Museo del Prado, Madrid

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