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Il respiro di Dio

Il respiro di Dio

Tutti noi siamo perennemente immersi in Dio come nell’aria che respiriamo. E tu, come respiri?

Il mio in(solito) commento a:
Se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito (Giovanni 6,5-11)

Il respiro. E’ per noi qualcosa di indispensabile. È il primo atto che compiamo quando veniamo al mondo ed è l’ultimo che chiude la nostra vita. Leggendo questo brano di Vangelo mi sono posto la domanda: chi è lo Spirito Santo. Ed ecco che, forse proprio Lui, mi ha suggerito la risposta: lo Spirito Santo è il respiro di Dio. Il termine Spirito traduce l’ebraico rùach e il greco pnèuma, che significa “respiro”, “aria”, “soffio vitale”. Un respiro che è fonte ed origine di vita. Nelle primissime righe della Bibbia leggiamo: “In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque” (Genesi 1,1-2). Ed è il soffio di Dio ad accendere la fiamma misteriosa della vita nel nostro progenitore Adamo: “Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente” (Genesi 2,7). Senza anima, senza il Soffio di Dio, siamo soltanto polvere: quella materia inerte alla quale torneremo: “Ricordati, uomo, che polvere sei e in polvere ritornerai”. Lo leggiamo anche nella Genesi: “Con il sudore della fronte mangerai il pane; finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!” (Genesi 3,17-19).Un respiro è anche l’ultimo atto del Figlio dell’Uomo sulla Croce: “Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò” (Luca 23,46). Del tutto uguale alla vita di un uomo, anche Gesù morì. Prima di Risorgere. Vedete, amici cari, quanto è importante respirare? Determina la differenza tra la vita e la morte. Ed il respiro di Dio animerà la vita della nascente Chiesa durante la Pentecoste: “Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi»” (Giovanni 20,22-23). Negli Apostoli respira il respiro di Cristo, quel principio vitale e luminoso che rende gli uomini diversi dalla polvere.

Ma attenzione: quanto è accaduto a Gerusalemme, cinquanta giorni dopo la Risurrezione, avviene anche oggi, per ciascuno di noi. Perché tutti noi siamo perennemente immersi in Dio come nell’aria che respiriamo. Siamo vivificati da quel respiro che entrò nelle narici di Adamo e che, da allora, continua a ripetere il miracolo della vita animando ciò che è inanimato. La polvere. Sì, perché il respiro è qualcosa di intrinseco all’uomo. Non ne possiamo fare a meno. Così come, lo Spirito Santo, è una parte di Dio. Una delle tre persone. È vita. È la vita di Dio. Un respiro ha contemporaneamente un’identità propria, perché quando espiriamo aria dai polmoni “esce da noi”, ma essendo anche qualcosa che nasce dentro di noi, è parte di noi. 

Così è Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo, contemporaneamente tre Persone distinte e contemporaneamente un solo Dio. E’ il grande mistero della Santissima Trinità. Sant’Ippolito di Roma scriveva: “Quando affermo che il Figlio è distinto dal padre, non mi riferisco a due dèi, ma intendo, per così dire, luce da luce, la corrente dalla fonte, ed un raggio dal sole”. Facile da intuire, ma difficile da capire, vero?

Noi sappiamo che Dio è grande. Per quanto con la nostra mente possiamo tentare di immaginarlo, per quanto la nostra fantasia ci permetta di intuirlo e per quanto la nostra anima brilli della sua stessa luce, noi non riusciremo mai a contemplarlo tutto. È come se ci trovassimo davanti ad un dipinto enorme; ciascuno di noi può arrivare ad intuire una parte di Dio, ma non riusciremo a coglierlo nella sua sconfinata, infinita interezza. Perché Dio va ben oltre l’orizzonte e l’infinito. Perché Dio è immensamente più grande dell’idea stessa che noi abbiamo di Lui. Perché i suoi sentimenti sono smisuratamente più intensi dei nostri. Perché il suo amore non conosce confini. Perché il suo perdono non conosce peccato che non possa essere rimesso e la sua capacità di guarirci nel corpo e nell’anima è inesauribile. Perché il suo potere di donare la vita è senza fine. E quando, avvicinandoci a Lui, riusciamo a percepirne anche soltanto una minima parte, la gioia riempie il nostro cuore fino a diventare incontenibile. 

Non è facile spiegarci chi sia lo Spirito Santo, ma possiamo farci riempire da questa gioia? Che ne dici?

#Santanotte, lo Spirito Santo, che è l’amore di Dio, scenda nel tuo cuore e la tua anima troverà nuovo respiro! 🙂 🙂 🙂 

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “La discesa dello Spirito Santo”, di Fray Juan Bautista Maíno, 1612, olio su tela, 285x163cm, Museo del Prado, Madrid

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