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Il Padre Nostro

Il Padre Nostro

Che cos’è la preghiera se non un sentimento che sale dalla nostra anima fino a raggiungere il cuore di Dio? Qualcosa di così potente da scatenare una valanga d’amore che si riversa su di noi, lenisce il nostro dolore e trasforma la realtà a volte cambiandola, a volte, più semplicemente, facendocela accettare.

Il mio in(solito) commento a:
Signore, insegnaci a pregare (Luca 11,1-4)

Non siamo mai soli. Possiamo essere lontani, ostili, potremmo anche professarci “senza Dio”. Ma il Vangelo di Gesù Cristo ci rivela che Dio che non può stare senza di noi: Lui non sarà mai un Dio “senza l’uomo”.

Come commentare il Padre Nostro? La preghiera più comune, che perfino chi non crede (più) in Dio ricorda a memoria. La prima preghiera a cui ci aggrappiamo quando ci troviamo in difficoltà ed abbiamo bisogno dell’aiuto di Dio?

Quando abbiamo bisogno di aiuto, Gesù non ci dice di rassegnarci e chiuderci in noi stessi, ma di rivolgerci al Padre e chiedere a Lui con fiducia. Tutte le nostre necessità, da quelle più evidenti e quotidiane, come il cibo, la salute, il lavoro, fino a quella di essere perdonati e sostenuti nelle tentazioni, non sono lo specchio della nostra solitudine, perché abbiamo un Padre sempre pronto ad ascoltarci.

Che fa un bambino quando qualcosa lo spaventa? Per prima cosa distoglie gli occhi da ciò che gli provoca paura e si volta a cercare la mamma (Ave Maria) o il papà (Padre Nostro). Devo aggiungere altro? Credo che le due parentesi, per quanto sintetiche, parlino già per conto loro. Qualcosa ci spaventa e cerchiamo immediatamente l’aiuto di qualcuno che ci protegga. E quale padre, vedendo il proprio figlio spaventato, non interrompe immediatamente qualsiasi cosa stesse facendo per corrergli in aiuto? Lo stesso, te lo assicuro, fa Dio con noi. Non appena percepisce la nostra invocazione corre da noi.

Ma allora perché non sempre il miracolo arriva? Arriva! Te lo posso assicurare: Dio esaudisce sempre i suoi figli, anche se ciò non significa che lo faccia nei tempi e nei modi che noi vorremmo. La risposta alle nostre preghiere può essere l’accoglimento di un nostro desiderio, ma anche solo la capacità di sopportare il fatto che quel desiderio, per il nostro bene, non si potrà realizzare.

D’altra parte anche nel Padre Nostro diciamo: “sia fatta la tua volontà” (non la nostra).

Può capitare che perfino la sofferenza venga per il nostro bene. Nella seconda lettera ai Corinzi, San Paolo racconta: “Per questo, affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per percuotermi, perché io non monti in superbia. A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo” (2Corinzi 12,7-9).

“Dio è Amore” (1Giovanni 4,8). Il Padre ci ama di un amore infinito. Illimitato. Incommensurabile. Per amore ci ha creati, per amore si è fatto uomo, per amore ha dato la sua vita per noi. E’ possibile che questo Dio faccia qualcosa di male per noi? No! Non è possibile! La volontà di Dio è sempre volontà di bene, anche se qualche volte il bene passa attraverso il dolore e la sofferenza, passa attraverso la Croce.

Gesù ci insegna che non serve mandare a memoria lunghe preghiere. Perché il modo più efficace di pregare è farlo con il cuore. Sì, perché pregare è un po’ come voler bene: per quanto ci potremo sforzare di descrivere questo sentimento, non riusciremo mai a spiegare a parole che cosa vuol dire amare. Basta un battito del nostro cuore. Vale già come preghiera. È sufficiente un guizzo del pensiero, perché quando preghiamo con il cuore, un sentimento scaturisce dal centro della nostra anima e, un istante dopo, attraversa tutto l’infinito, per arrivare fino a Dio!

Un sentimento così forte da attraversare lo spazio ed il tempo per farsi strada fino a giungere a Dio. Un ponte tra il Creatore e le sue creature. Questa è la preghiera.

Qualcosa di tanto piccolo da essere impalpabile, che in un istante copre distanze siderali. Può essere un seme, minuscolo come un chicco di senape, che però riesce a trasformarsi in sconfinata speranza. E talvolta ha tutta la forza di un miracolo che sospende le leggi di natura per operare l’impossibile. Guarda quante cose può fare una piccola preghiera esposta con un gemito del cuore!

Scrive San Paolo: “anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo” (Romani 8,23). E poi: “lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio” (Romani 8,26-27).

Non servono le parole per pregare. Pensare alle parole ci aiuta a concentrarci su un’idea, ma la vera preghiera è quella che si fa con il cuore. E, con il cuore non si può mentire. #Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Cristo sul Monte degli Ulivi”, di Hans Zatzka, 1895, olio su tela
cm. 108 x 161, collezione privata

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