Il Mistero di Dio, che accorcia le distanze facendosi Uomo

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Si chiude così il viaggio di Dio che parte dall’infinito e termina dentro di noi.

Il mio in(solito) commento a:
Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere (Giovanni 2,13-25)

Immaginate, amici, Dio, nell’istante in cui esce dall’infinito, per incarnarsi in un Uomo. Pensate di poter seguire il percorso di un’idea che scaturisce dalla sua mente, per poi generare un flusso che scorre fino ai suoi polmoni trasformarsi in un soffio che attraversa la sua gola, fino a farsi strada attraverso le sue labbra. Ecco: abbiamo assistito al miracolo della Parola che diventa viva. Allora sì, che possiamo comprendere come il suo corpo possa definirsi tempio: perché diventa la casa di Dio! Il luogo dove batte il suo cuore, dove nascono i suoi sentimenti, dove si formano i suoi pensieri, dove scorre il suo preziosissimo sangue.

Forse, se qualcuno avesse spiegato ai Giudei le cose in questo modo, essi non sarebbero scivolati nel tranello che li portò a scambiare Gesù per un imprenditore “un po’ fanfarone”, che millantava di poter ricostruire, in soli tre giorni, il tempio la cui costruzione aveva richiesto quarantasei anni di faticoso lavoro (cfr. v. 20). “Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù” (vv. 21-22).

E’ un mistero grande: un Dio sconfinato che azzera le distanze facendosi Uomo. Il Creatore che si confonde con le sue creature. Viene in mezzo a noi per abitare insieme noi, per provare le nostre emozioni, per abbracciarci, per consolarci, per guarirci, per liberarci e proteggerci dal male, per sfamarci e perfino per farsi Pane per noi. E così scopriamo di dover fare ancora un altro salto in avanti, con la fantasia e la nostra fede, per renderci conto che Gesù-Eucarestia desidera entrare dentro di noi e dimorare nel nostro corpo.

Perché la casa del Signore siamo noi. Dio non abita in templi fatti dall’uomo: “L’Altissimo non abita in costruzioni fatte da mano d’uomo, come dice il Profeta:
Il cielo è il mio trono
e la terra sgabello per i miei piedi.
Quale casa potrete edificarmi, dice il Signore,
o quale sarà il luogo del mio riposo?
Non forse la mia mano ha creato tutte queste cose
?” (Atti 7,48-50).

Si chiude così il viaggio di Dio che parte dall’infinito e termina dentro di noi. Anzi, no, non si chiude, perché attraverso di noi, la Parola diventa parola che può portare Dio a chi è distante da Lui. Ecco che entriamo in gioco noi, amici cari: Il “miracolo” che Gesù desidera è il far entrare il Vangelo nella nostra vita di tutti i giorni. Dobbiamo abbandonare l’atteggiamento di ascoltatori passivi della Parola ed imparare a farla scorrere nelle nostre vene, a farla diventare il lievito delle nostre giornate, quel sale che porta il sapore nelle nostre vite, quella scintilla che illumina il nostro mondo. Gesù ci attende, nel nostro lavoro di ogni giorno, nello studio, nella vita normale. Gesù ci chiede di vivere fino in fondo, facendo nostri i valori del Vangelo. Egli desidera che noi stessi diventiamo pagine viventi di Vangelo, comportandoci in ogni situazione come meglio la nostra coscienza ci suggerisce e mai come sarebbe più comodo. Eccolo il miracolo che ci chiede Gesù!

Perché anche il tempio del nostro corpo può, in un certo senso, risorgere. E non solo in tre giorni, ma perfino in un istante: l’istante in cui lasciamo entrare Gesù nel nostro cuore. Sì, perché quando Cristo entra dentro di noi, per davvero, allora scuote i pilastri della nostra anima e ci trasforma: cancella il nostro peccato, passa sopra i nostri errori, e ci rende migliori. Pensiamo a Zaccheo, piccolo imbroglione, che sente l’impulso di salire su un albero per vedere Gesù. Ebbene, in quell’istante, si trasformerà in un benefattore desideroso di restituire tutto quanto aveva rubato e truffato. Pensiamo a san Disma, che dopo una vita di furti, si convertirà sulla croce: il primo santo canonizzato da Cristo in persona è stato un ladrone convertito! E che dire di Saulo, che dal più accanito dei persecutori dei cristiani, si trasformò nel più prolifico degli apostoli, convertito da Gesù apparsogli in un lampo, lungo la via di Damasco?

Qualunque sia il peccato che abbiamo commesso, qualsiasi sia la distanza che ci separa da Cristo, in un istante possiamo tornare a Lui. Cambiare vita e diventare persone migliori. Possiamo perfino raccogliere l’invito di Gesù e farci pagine viventi di Vangelo per far battere la parola nel cuore custodito dentro al tempio della nostra vita.

#Santanotte amici. Dio entri dentro noi e trasformi le nostre vite. La sua Parola scorra dentro le nostre vene. Il suo Amore prenda dimora nel nostro cuore. Ed anche noi diventeremo Tempio. Dio ci benedica amici cari! 🙂 🙂 🙂

Alessandro Ginotta

Il Mistero di Dio, che accorcia le distanze facendosi Uomo
Il dipinto di oggi è: “Cristo caccia i mercanti dal tempio” di Raymond Balze, 1866, olio su tela, 58×72 cm, Musée Ingres, Montauban (Francia).

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