
Il coraggio di non guardare mai indietro
Immagina la scena: sei ai bordi della strada, la polvere ti riempie i sandali, il sole picchia forte. Passa Gesù. E tu, d’istinto, come quell’uomo, gridi: “Ti seguirò ovunque tu vada!”. Ma sei davvero pronto a farlo?
Il mio in(solito) commento a:
Ti seguirò ovunque tu vada (Luca 9,57-62)
Gesù ha preso una decisione ferma, incrollabile: andare verso Gerusalemme. E sai bene cosa lo attende lì: non applausi, non onori, ma la croce. Eppure Lui non si tira indietro. Perché sa che da quella scelta dipende la tua salvezza, la mia, quella di tutti. È un cammino d’amore che lo porta a dare la vita per noi e, risorgendo, a spalancare le porte dell’eternità.
E tu? Quanto è difficile per te prendere una decisione e mantenerla? All’inizio è facile, pieni di entusiasmo esclamiamo: “Ti seguirò ovunque tu vada!”. Poi arrivano le fatiche, le prove, i dubbi. Quante volte ti sei trovato a fare un passo indietro, a cercare scorciatoie più comode?
Gesù non inganna nessuno: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo» (v.58). Seguirlo non è una passeggiata. Significa rischiare, soffrire, affrontare l’incomprensione, perfino la derisione. Ma ascolta bene: «Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime» (Lc 21,19). Non ci promette agi e sicurezze, ci offre qualcosa di molto di più: la vita vera, la gioia piena, la speranza che non muore.
C’è però un prezzo da pagare: non voltarti indietro. Non rimandare, non rimpiangere, non dire “sì” con le labbra e “no” con i gesti. Perché «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il Regno di Dio» (v.62). Anche tu devi prendere una decisione. Si chiama conversione.
E bada bene: non basta un’etichetta religiosa, un certificato, un crocifisso appeso al collo o tatuato sulla pelle. Non basta “essere cattolico di nome”. È il cuore che deve cambiare. È lì che deve nascere la vera conversione. Perché puoi anche andare a Messa ogni domenica, ma se non sai amare, perdonare, servire, allora sei rimasto solo a metà del cammino.
Ecco la sfida che ci lancia oggi il Vangelo: diventare noi stessi pagine viventi di Vangelo. Non parole scritte su un libro, ma carne che ama, mani che servono, cuori che perdonano. È dura, lo so. Pesa. Ma è l’unico modo per seguire davvero Gesù.
Allora, fratello, sorella, non fermarti. Prendi anche tu la ferma decisione. E lascia che la tua vita diventi un Vangelo aperto che tutti possano leggere #Santanotte
Alessandro Ginotta

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