«Dammi da bere». È così che Gesù si rivolge alla samaritana che attinge acqua al pozzo. Dissetare Gesù, suona come un paradosso, eppure accade molto più spesso di quanto immaginiamo che Cristo chieda proprio a noi dell’acqua! Quando?! Te lo racconto qui:
Il mio in(solito) commento a:
Sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna (Giovanni 4,5-42)
Qualche cespuglio riarso dal sole ondeggia davanti ad un muretto di pietre ammonticchiate quasi a casaccio. Sullo sfondo un terebinto rossastro le cui radici affondano nella roccia. Siamo a Sicar, cittadina vicina all’odierna Nablus. Un luogo già noto ai lettori più attenti della Bibbia perché proprio qui fu sepolto il patriarca Giuseppe. Ma c’è di più, perché sotto a quel terebinto, Giosuè pose una pietra per sancire la nuova Alleanza tra Dio ed il popolo di Israele giunto qui dopo l’Esodo poco prima di entrare nella Terra Promessa (cfr. Giosuè 24). Dio è così, non lascia nulla al caso e, molto spesso, gli stessi luoghi tornano e ritornano in momenti diversi della storia, quasi a dirci che, in alcuni posti, la storia di Dio si intreccia più facilmente a quella dell’uomo.
Forse tu vorrai vedere qualche conferma del fatto che esistono luoghi particolari sulla terra. È un’opinione che non confuterò; basterà pensare a Lourdes, Fatima, Loreto, Assisi… Ma forse Cristo ha scelto di fermarsi al pozzo di Sicar più che per scegliere un luogo, per ricordare un evento che qui è accaduto in un altro tempo: l’alleanza.
E, per rinnovare questa alleanza, Gesù sceglie una donna, peccatrice, straniera, pagana. “«Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: ‘Io non ho marito’. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero»” (Gv 4,16-18). Sarebbe bastato molto meno, ad un giudeo, per decidere di lapidarla. Gesù invece sceglie proprio lei per insegnarci che no, non esiste peccato tanto grave da non poter essere perdonato attraverso l’immenso amore di Dio. Nessuno merita di essere scartato. Nessuno deve essere lasciato indietro. Men che meno, nessun uomo, su questa terra, si può arrogare il diritto di decidere se una persona possa vivere o debba morire a causa dei propri peccati.
Gesù sceglie una persona che, agli occhi degli abitanti del suo tempo, veniva considerata senza dignità, per restituire dignità al mondo intero ed a tutti i suoi esseri umani. Ecco una nuova, bella alleanza che il Creatore stipula con le sue creature: io ti amerò. Io ti perdonerò. Io ti accoglierò, qualsiasi cosa possa accadere.
Dio ci offre da bere ogni giorno. In ogni momento. Perché il suo amore è così grande da cancellare ogni nostro sbaglio. Ogni nostra mancanza. Ogni nostro peccato.
#Santanotte! Dio ha sete della nostra sete di Lui. Due seti che si fondono in una ricerca che finisce solo là, dove inizia l’infinito.
Alessandro Ginotta
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