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Fermarsi ad ascoltare Dio

Non sai come fare per fermarti e ascoltare Dio?

Non abbiamo tempo. L’orologio delle nostre vite segna un tempo accelerato, compresso, sincopato, ma questo affanno non è l’unico modo per vivere il tempo. E non è neppure il modo giusto per vivere il Vangelo…

Il mio in(solito) commento a:
Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore (Luca 10,38-42)

Lo sa bene Maria, che “seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola” (cfr. v. 39). “Marta invece era distolta per i molti servizi” (v. 40). C’è un modo di fare le cose che viene ispirato dal turbinio del mondo: mille impegni, appuntamenti, distrazioni, che ci fanno sfuggire le cose veramente importanti. Queste scorrono accanto a noi, mentre siamo troppo occupati per accorgercene. E così le perdiamo. Come ha fatto Marta, tutta presa dalla cucina e dalle faccende di casa, tutta concentrata a fare bella impressione con un ospite che avrebbe potuto cambiare la sua vita per sempre. Un Uomo che avrebbe cambiato il futuro di tutta l’umanità. È questo che troppo spesso perdiamo anche noi: l’amore di Dio che ci scorre addosso, anziché entrarci dentro. Non perché Dio non ci ami abbastanza, ma solo e soltanto perché noi siamo troppo distratti per accorgercene. E non permettiamo al suo Amore di toccarci.

È davvero un grande peccato rinunciare a Dio!

Così, lontani da Dio, continuiamo a porci domande che restano senza risposta. La nostra anima continua a gemere silenziosa. Il nostro spirito soffre nella solitudine mentre noi cerchiamo di “stordirci” in mille faccende per… non sentire la voce della nostra anima.

“Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta»” (vv. 39-42). Tutte le cose vane che affollano la nostra mente sono passeggere… i nostri affanni, le nostre preoccupazioni, ma anche gli impegni che ci distraggono sono effimeri. Non ci faranno crescere in spirito. Non contribuiranno a costruire il nostro tesoro nei cieli: “Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore” (Matteo 6,19-21).

Avete notato come Gesù, affettuosamente, raddoppia il nome rivolgendosi a Marta? Proviamo a ripetere l’esperimento e sostituiamo il nostro nome a quello di Marta: “Cara amica, caro amico, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno: di Dio!”.

Gesù rimprovera dolcemente Marta, come lo fa con ciascuno di noi. Notiamo però che non ci riprende per le troppe cose che facciamo, ma per l’affanno che ci distoglie dalla sfera spirituale. Gesù non contesta il cuore generoso di Marta ma l’agitazione. A tutti, ripete: attento a un troppo che è in agguato, a un troppo che può sorgere e ingoiarti, troppo lavoro, troppi desideri, troppo correre, «prima la persona poi le cose»”. E io aggiungerei: troppo “io” e niente Dio.

Dobbiamo fermarci. Mettere da parte la frenesia delle nostre vite moderne e sederci ai piedi di Cristo per imparare a riconoscere la cosa più importante, a distinguere tra superfluo e necessario, tra illusorio e permanente, tra effimero ed eterno.

Dice Gesù: non ti affannare per nulla che non sia la tua essenza eterna. Ricordate il brano di Vangelo: “Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Matteo 6,25-33).

Non dimentichiamo che spesso è proprio nel silenzio che Dio ci aspetta. E, nel silenzio, finalmente riusciremo ad ascoltare Lui, anziché il rumore della nostra stessa voce. Nella vita frenetica del mondo di oggi abbiamo bisogno di trovare dei momenti in cui fermarci, per riscoprire momenti di intimità con Dio, staccandoci dal frastuono di ogni giorno. Abbiamo bisogno di tornare ad avere fiducia in un domani che ci regalerà Dio, piuttosto che in un oggi che ci costruiamo noi, con le nostre mani. Mani operose, ma troppo indaffarate per riuscire a trovare il tesoro che ci sta proprio accanto. Fermiamoci e respiriamo, almeno per un istante, il profumo dell’aria fresca che viene da Dio, per accarezzare la nostra anima!

#Santanotte lo Spirito Santo apra il vostro cuore alla bellezza dell’incontro con Dio. Una sorpresa che si rinnova ogni giorno. Un amore che trabocca da Lui, scorre sulle nostre ferite e cancella ogni nostro affanno

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Gesù nella casa di Marta e di Maria” di Johann Friedrich Overbeck, 1816, olio su tela, 103×85 cm, Museo Berggruen, Berlino

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