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Che cosa significa escatologia?

Che cos'è l'escatologia?

A volte il Vangelo ci mette di fronte a pagine che ci fanno alzare un sopracciglio. “Difficili”, le chiamiamo. Ma no, non è la parola giusta. “Escatologiche”. Eh sì, un altro parolone. Ma niente paura, ora ci arriviamo.

Il mio in(solito) commento a:
Non sarà lasciata pietra su pietra (Luca 21,5-11)

Immagina Gesù che passeggia nel Tempio di Gerusalemme. Era una meraviglia dell’epoca, un capolavoro architettonico capace di lasciare chiunque a bocca aperta. E i discepoli? Con gli occhi spalancati, stupiti da quelle pietre immense e dai preziosi ornamenti, non resistono: “Maestro, guarda che spettacolo!”.

E qui arriva la sorpresa. Gesù, che ha uno sguardo capace di andare oltre la superficie, risponde con una frase spiazzante: «Verranno giorni in cui di quello che vedete non rimarrà pietra su pietra». Che colpo! Ma cosa intendeva?

Il messaggio è chiaro: tutto ciò che è materiale, prima o poi, finisce. Una verità dura da digerire, perché siamo abituati a dare tanto valore a ciò che vediamo e tocchiamo. Ma la realtà è un’altra: solo ciò che è spirituale dura per sempre. Una pietra, per quanto lucente o scolpita, un giorno diventerà polvere. E quel tempio, per quanto splendido, è destinato a cadere.

Gesù ce lo ricorda: non aggrappiamoci al materiale. Facciamo uno sforzo, guardiamo più in profondità. Una colonna, un edificio, una casa… sono solo cose. Ma l’anima, quella, è eterna.

Ecco allora il cuore del messaggio. Le parole di Gesù non vogliono terrorizzarci, anche se suonano come un avvertimento: «Sentirete di guerre e rivoluzioni, ma non vi spaventate». Sì, ci saranno conflitti, carestie, terremoti… la terra stessa tremerà. Ma non è la fine, è solo un passaggio.

Ora torniamo a quel “parolone”, escatologia. Sì, significa “fine”. Ma nel linguaggio della Bibbia ha anche un altro significato: “ulteriore”, “superiore”. Parla di ciò che viene dopo: non solo la fine di questo mondo, ma l’inizio di qualcosa di molto più grande. Un’esistenza trasfigurata, liberata da tutto ciò che è corruttibile.

Questa pagina del Vangelo non ci racconta la fine di tutto, ma una trasformazione. Non è il punto, è la virgola. La vita continua, amici. Cambia forma, si eleva. Come un salto con l’asta: superiamo l’ostacolo e iniziamo una nuova avventura.

Sì, la salita può essere faticosa, ma dopo c’è la discesa. E questa è la promessa.

Hai mai visto una pietra che non si sgretola? Un ferro che non arrugginisce? No, vero? Tutto ciò che è terreno ha un inizio e una fine. Ma c’è una cosa che non crollerà mai: la nostra anima. Un’anima destinata a tornare alla sua origine, a Dio.

E allora, lasciati illuminare da questa certezza. Non fermarti alle apparenze, ma mettiti alla ricerca della bellezza più grande, quella dentro di te. La bellezza che ti spinge verso la luce, verso l’eternità #Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Cristo il Salvatore benedicente”, di Francisco de Zurbarán, 1638, olio su tela, 100×72 cm, Museo del Prado, Madrid

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