
Dove l’odio inchioda, l’amore risorge
Oggi ti invito a un viaggio audace: saliremo insieme sulla croce, al fianco di Gesù, per lasciarci travolgere dal Suo amore infinito. Sei pronto? Respira profondamente, afferra la mia mano: saliamo!
Il mio (in)solito commento a:
“Bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo” (Giovanni 3,13-17)
Gesù è crocifisso. Sì, è duro da accettare, ma la tentazione di eliminare chi ci mette davanti alla nostra verità non appartiene solo a duemila anni fa. Quella folla che gridava “crocifiggilo!” non è così lontana da noi. Anche oggi, nel nostro piccolo, ripetiamo quella condanna: ogni volta che scegliamo il male, ogni volta che chiudiamo il cuore all’amore, ogni volta che ci rifugiamo nell’odio o nell’indifferenza, inchiodiamo di nuovo Gesù a quella croce. Forse sperando che muoia con Lui anche quella voce scomoda che ci sussurra: “Hai sbagliato.”
Siamo onesti: ci sono demoni che ci spingono a sbagliare. A volte è il Demonio con la “D” maiuscola, il divisore per eccellenza, che ci sussurra bugie per separarci da Dio. Altre volte sono i “piccoli demoni” – l’orgoglio, l’invidia, il rancore – che ci fanno inciampare. Ma Dio lo sa. E non si stanca mai di tendere la mano, anche quando noi gli voltiamo le spalle.
Eccolo lì, sulla croce. Non lo abbiamo solo guardato soffrire: lo abbiamo tradito, abbandonato, insultato. Eppure, Lui ci guarda e prega: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34). Non è venuto a giudicare, ma a salvare. Non ci condanna: ci ama. E ci ama così tanto che ha dato tutto, persino la Sua vita: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” (Gv 3,16).
Saliamo allora anche noi su quella croce, accanto a Gesù. Da lassù, il mondo sembra diverso: vediamo con occhi nuovi il male che facciamo, il bene che non facciamo, il dolore che provochiamo. E come il buon ladrone, osiamo sussurrare: “Ricordati di me quando entrerai nel tuo regno” (Lc 23,42). Sai cosa accade? Gesù ci guarda negli occhi, sorride e dice: “Oggi sarai con me in Paradiso” (Lc 23,43).
La croce, che sembra solo dolore e sconfitta, diventa l’altare dell’amore. Ci amano così: fino alla fine, fino all’ultimo respiro. È un amore che non si spegne, che non si arrende. Prova a fermarti un istante: senti questo amore che ti avvolge? Non soffocarlo! Lascia che riempia ogni angolo del tuo cuore.
Credono di averlo ucciso. Sipario chiuso, luci spente. Ma è proprio lì, nel buio più fitto, che esplode la luce della Risurrezione. Dal silenzio del Venerdì Santo nasce la speranza della Pasqua. Gesù è vivo, cammina accanto a noi, proprio adesso.
Sì, è qui. È nascosto in queste parole che si spezzano come Pane, entra nel tuo cuore mentre le leggi. Ascolta il Suo sussurro: “Non temere. So che è dura, so che sei stanco, ma Io sono qui. Con te.” E quando lo capisci, davvero, cambia tutto. Puoi sorridere anche tra le lacrime, puoi sperare anche nella tempesta. Perché Lui non ti lascia mai.
Stringi forte questa certezza: sei amato. Sempre. Fino alla croce e oltre la morte #Santanotte
Alessandro Ginotta

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