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Dio è più grande dell’idea che abbiamo di Lui

Il Mistero di un Dio che si allontana, restando con noi

Proprio nel momento in cui sta per ripartire, Gesù promette di rimanere! Non lo vedremo più con i nostri occhi, non sentiremo più la sua voce, non potremo più toccarlo, ma lui sarà presente in mezzo a noi, come prima, anzi più di prima!

Il mio in(solito) commento a:
Il Padre vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto (Giovanni 16,23-28)

Come Dio è contemporaneamente Padre, Figlio e Spirito Santo e le tre Persone distinte, che però sono un solo, unico Dio, verità diverse possono coesistere in una unica verità e contemporaneamente essere distinte. “Ma Alessandro!? – direte voi – sarebbe questo il Vangelo spiegato con parole semplici? Se non si capisce nulla!?”… Il grande mistero di Dio, ahimè, non può essere spiegato a parole. Però può essere capito!

Si racconta che Sant’Agostino, un giorno, passeggiava in riva al mare. Lì vide un bambino che, con un secchiello, continuava ad attingere acqua dal mare per poi riversarla in una piccola fossa che aveva scavato sulla sabbia. Gli chiese: “Che fai?” Lui rispose: “Voglio versare qui dentro tutta l’acqua del mare”. “Come non si riesce a raccogliere tutta l’acqua del mare in una piccola fossa – commentò il santo – così Dio, che è infinitamente grande, non può essere compreso da una piccola mente”. “Se tu potessi conoscere totalmente Dio – concluse sant’Agostino – o tu saresti Dio, oppure Dio non sarebbe più Dio”.

Dio è più grande. È un concetto sfuggente, con il quale spesso mi confronto: Dio è più grande dell’idea stessa che noi possiamo avere di Lui. Egli è sconfinato, illimitato, onnipresente ed onnipotente. Dovunque noi ci spostiamo nello spazio e nel tempo troviamo sempre tutto Dio lì a guardarci. Egli è tutto accanto a te, cara lettrice, caro lettore, che stai leggendo queste righe. Ma Dio è contemporaneamente ed integralmente presente accanto a ciascuno di noi, sia che lo pensiamo, sia che abbiamo la testa da tutt’altra parte. Ed è in ogni goccia del mare, in ogni particella subatomica, così come si trova nella vastità degli spazi sconfinati. Perché tutto è il luogo di Dio. Immensamente grande ed immensamente piccolo ugualmente lo contengono, ma, al tempo stesso, nulla lo può contenere perché è illimitato. Vedete? Dio è più grande di ogni concetto che anche solo tenti di quantificarlo, di descriverlo.

Ebbene amici, questo Dio così grande ci dice: «Queste cose vi ho dette in similitudini; ma verrà l’ora in cui non vi parlerò più in similitudini, ma apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e io non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso vi ama, poiché voi mi avete amato, e avete creduto che io sono venuto da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo, e vado al Padre» (vv. 25-28). Per ora Gesù ci parla per parabole, tenta di spiegarci, con concetti figurati e semplici, una parte di quello smisurato mistero di Dio che ci circonda. Ma noi non siamo ancora capaci di capirlo. Lo possiamo solo intuire.

È un Dio che ci saluta, perché sta per tornare al Padre. Ma è contemporaneamente un Dio che resta con noi: ogni giorno, fino alla fine del mondo (cfr. Matteo 28,20). Gesù promette che rimarrà sempre con noi, anche dopo essere tornato al Cielo. Fino alla fine del mondo sarà il Dio-con-noi. Proprio nel momento in cui sta per ripartire, Gesù promette di rimanere! Non lo vedremo più con i nostri occhi, non sentiremo più la sua voce, non potremo più toccarlo, ma lui sarà presente in mezzo a noi, come prima, anzi più di prima. Dio è sempre qui, accanto a noi. E’ qui ed attende che il nostro sguardo si rialzi ad incrociare il suo. E’ qui ed aspetta che noi ci accorgiamo di Lui. Che ci rendiamo conto di quanto ci ama. Di quanto siamo importanti per Lui. Tutti. Tutti quanti. Lui ci tende la mano ed è pronto ad aiutarci a risollevarci. Dio ci ama così tanto che non ha esitato a rinunciare alle comodità dei cieli per incarnarsi e scendere sulla terra e condividere con noi tutte le difficoltà, la povertà, la fame, il freddo, i pericoli, la cattura, la morte. Perché “non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (cfr. Gv 15,13). 

Dunque, in attesa di riunirci a Lui, alla fine dei giorni, là dove anche Dio è una cosa sola, in attesa di quel giorno in cui Gesù non pregherà più il Padre per noi, perché Dio stesso, Padre, Figlio e Spirito Santo, sarà con noi nella Gerusalemme Celeste, impariamo a pregare come Lui ci ha insegnato: «Nessuno vi potrà togliere la vostra gioia. In quel giorno non mi domanderete più nulla. In verità, in verità vi dico: Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena» (vv. 23-24).

Perché:

E non vi sarà più maledizione.
Il trono di Dio e dell’Agnello
sarà in mezzo a lei e i suoi servi lo adoreranno;
vedranno la sua faccia
e porteranno il suo nome sulla fronte.
Non vi sarà più notte
e non avranno più bisogno di luce di lampada,
né di luce di sole,
perché il Signore Dio li illuminerà
e regneranno nei secoli dei secoli.
(Apocalisse 22,3-5).

#Santanotte amici. Dio, che abita attorno a noi, fuori e dentro di noi, ci aiuti ad accorgerci sempre di Lui, della sua presenza. E ci insegni che Le cose di Dio non si possono capire solo con la testa, ma le dobbiamo comprendere con il cuore.

Alessandro Ginotta

Il Mistero di un Dio che si allontana, restando con noi
L’immagine di oggi è: “La disputa sul Sacramento”, di Raffaello Sanzio, 1509, affresco, 500x770cm, Musei Vaticani


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