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Dio è più forte del male

Dio è più forte del male

Immagina di essere lì, a Cafarnao. Il sole del mattino entra dalle piccole finestre della sinagoga, illuminando la polvere sospesa nell’aria. La gente è raccolta in silenzio. Gesù è in piedi, al centro, e parla con autorità, con una voce che penetra nei cuori. Non è come gli altri rabbì: non ripete insegnamenti altrui, parla come chi conosce davvero ciò che dice.

All’improvviso, un grido rompe il silenzio: “Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il Santo di Dio!”. L’uomo è posseduto da un demonio impuro. La gente arretra impaurita. Un brivido corre lungo la schiena di tutti: lì, davanti ai loro occhi, il male si è fatto voce.

Il mio in(solito) commento a:
“Io so chi tu sei: il Santo di Dio!” (Luca 4,31-37)

Ma Gesù non si spaventa. I suoi occhi restano fermi, pieni di una forza che non è di questo mondo. Con voce calma ma ferma, dice: “Taci! Esci da quest’uomo!”. E subito l’uomo viene scosso da un ultimo tremito, cade a terra, e il male fugge via. Il silenzio è totale. Poi, lentamente, la paura lascia il posto allo stupore. Tutti si guardano, increduli: “Che parola è mai questa? Comanda agli spiriti impuri con autorità e potenza, ed essi se ne vanno!”. La notizia corre veloce per tutto il villaggio. Un uomo è stato liberato. E il cuore di molti, che fino a quel momento avevano visto solo tenebra, comincia a intravedere una luce nuova.

Perché Dio permette il male? Quante volte, davanti al dolore, ce lo siamo chiesti con le lacrime agli occhi! Forse anche tu, come me, hai sentito il peso di questa domanda bruciarti dentro. A volte sembra che Dio stia zitto, che non ascolti. Ma non è così.

Dio ci ha amati per primo. È stato il suo primo gesto nei nostri confronti: amarci. E da allora non ha mai smesso di sperare che, un giorno, avremmo ricambiato quell’amore. Ma per renderlo vero, ha scelto di lasciarci liberi. Pensa che follia d’amore: Dio, Onnipotente, ha deciso di limitare se stesso per rispettare la nostra libertà. Ci ha dato il libero arbitrio e non interferisce con le nostre scelte, anche quando lo feriscono. Ci lascia liberi, perfino di sbagliare.

Siamo liberi: di costruire o distruggere, di salvare o perderci, persino di condannarci da soli. È così che il male entra nel mondo: nasce dalla nostra libertà mal usata, dalle scelte sbagliate. Ma quante volte, invece di riconoscere questo dono immenso, puntiamo il dito contro Dio, come se fosse colpa sua averci amati al punto da renderci liberi!

Il male è figlio dei nostri errori, dell’orgoglio, dell’egoismo, dell’invidia. O, a volte, solo della nostra cecità. Eppure Dio, nonostante tutto, non si stanca di tenderci la mano. È lì, anche quando non lo vediamo, pronto a rialzarci.

Dalla Croce – sì, proprio da quel legno su cui lo abbiamo inchiodato con le nostre stesse mani – Gesù ha pronunciato parole che sfidano il nostro cuore: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,34). In quel perdono c’è la chiave di tutto: Dio non si arrende mai a noi.

Desidera il nostro amore, ma non ci costringe. Ci lascia scegliere: anche rifiutarlo, anche ferirlo. Eppure, proprio quando il male ci travolge, Lui si fa vicino. Lo vediamo nel Vangelo di oggi: Gesù entra nella sinagoga di Cafarnao e libera un uomo oppresso dal male. E continua a farlo, ogni giorno, con te e con me. Basta lasciargli spazio.

Quante volte, nei momenti bui, ti è venuto naturale aprire un Vangelo, accendere una candela, o mormorare una preghiera quasi senza parole? Sono piccoli passi verso di Lui. Dio può trasformare la tua vita in un istante, come con Paolo, oppure lavorare lentamente il tuo cuore, come ha fatto con Sant’Agostino. Ma sempre, sempre, ti aspetta.

Gesù scaccia il male. La luce della sua Risurrezione è più forte di ogni tenebra. E allora cosa possiamo fare per guarire davvero? Rimettere Dio al centro. Ringraziarlo per ogni dono, anche il più piccolo. Solo così la nostra lampada tornerà a brillare, illuminando il cammino. E allora, insieme alla luce, torneranno pace, fiducia, speranza.

Perché Dio è lì, anche quando sembra silenzioso. È lì che ti ama, ti aspetta, e ti dice: “Non temere, sono con te” #Santanotte

Alessandro Ginotta

L’illustrazione di oggi è: “Esorcismo”, 1412-16, miniatura tratta da “Le ore ricchissime del duca di Berry”, Folio 166r – Musée Condé, Chantilly

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