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Cosa devo fare?

Cosa devo fare?

No, non commettiamo lo stesso errore di questo giovane. Non rinunciamo a seguire Gesù, anche se non saremo capaci di rinunciare a tutto. Dio non ci cerca perfetti, ma donne e uomini così come siamo, con i nostri piccoli e grandi difetti. E non essere perfetti non è una scusa per non seguirlo!

Il mio in(solito) commento a:
Se vuoi essere perfetto, vendi quello che possiedi e avrai un tesoro nel cielo (Matteo 19,16-22)

“Che cosa devo fare per avere la vita eterna?”. È la domanda che il giovane ricco pone a Gesù. La risposta, ahimè, lo lascerà sconsolato: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!». Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze (cfr vv. 21-22).

Il giovane se ne va sconsolato, ma sbaglia di grosso. Spesso crediamo che ci sia una netta dicotomia tra cielo e terra, tra spirito e carne, tra trascendenza ed immanenza. È l’antica contrapposizione tra bene e male che tendiamo a generalizzare. Ma le cose non necessariamente stanno così. In fondo, tutto ciò che ci circonda deriva dalla Creazione di Dio: “Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona” (Genesi 1,31). Tutto, perfino l’oro e l’argento è stato creato da Dio. Però dobbiamo pensare che ci sono cose che a Dio importano ed altre che proprio non lo tangono. Egli è appassionatamente innamorato dell’uomo e noi, esseri umani, siamo tutti quanti dentro al suo cuore. Dio sta sempre accanto a noi, pronto a sorreggerci se inciampiamo, pronto a perdonarci quando commettiamo un errore. Poi ci sono le cose materiali. Quelle, di per sé, non interessano a Dio. Non gli interessa se abbiamo molti soldi in banca. A Dio importa del nostro cuore. Dio non vuole che il denaro ci avveleni l’anima rendendoci ingordi ed egoisti. Dio non vuole che noi passiamo accanto a qualcuno, voltandoci dall’altra parte, quando quel qualcuno non ha abiti per vestire, non ha cibo da mangiare, non ha acqua da bere, è ammalato e da solo non si può curare o è privato della sua libertà (cfr. Matteo 25,35-44). Non importa quanto denaro abbiamo, ma importa che, tanto o poco che sia, venga impiegato per il bene. Per il bene nostro e dell’umanità.

Santa Teresa di Calcutta diceva: “Non esiste povertà peggiore che non avere amore da dare”. Il mondo materiale può continuare ad esistere per i fatti suoi… finché la nostra anima non viene avvelenata dalla cupidigia. Atomi e materia, in fondo, non sono altro che polvere. Noi siamo diversi: siamo polvere sulla quale è stato insufflato il “soffio vitale”: “allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente” (Genesi 2,7). Questa è la differenza tra quello che conta, e quello che non conta: lo Spirito di Dio. L’amore che entra in noi e ci vivifica, rendendo della semplice polvere qualcosa che assume immagine e somiglianza di Dio. Il mondo materiale, inanimato, non interessa a Dio. Noi sì, siamo sempre nel suo cuore. #Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Cristo e il giovane ricco”, di Heinrich Hofmann, 1889, olio su tela, Riverside Church, New York

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