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Con gli occhi di un padre

Con gli occhi di un padre

Dio è decisamente più grande di ogni capriccio, piccineria, frivolezza di cui noi ci riempiamo la vita. E se in queste righe pare spaventarci un po’, è solo per scuoterci e farci capire quanto davvero è grande, quanto davvero è presente nella nostra vita

Il mio decisamente in(solito) commento a:
Sono venuto a portare non pace, ma spada (Matteo 10,34-11,1)

Chi mi segue da qualche tempo lo sa: da pochi mesi sono diventato padre. Proprio oggi stavo osservando mia figlia. Guardavo quegli occhi che mi fissavano con quel senso di attesa che solo i neonati possono trasmettere. Creatura innocente, sembrava pendere dalle mie labbra in attesa di qualcosa. Così decisi di strapparle un sorriso. Ormai ci conosciamo, so quali paroline dirle per farla contenta, il tono da usare, i gesti da fare. E lei, nonostante stia per compiere solo 5 mesi, sembra proprio capirmi e sfodera il suo sorriso migliore. Qualche volte perfino con una di quelle risate sonore che riempiono il cuore. La osservavo far questo e pensavo in cuor mio: ma neppure per tutto l’oro del mondo rinuncerei a questa bimba. Nemmeno se mi offrissero il mondo intero. Che cosa me ne farei? Ora che ho provato la gioia di stringerla tra le mie braccia, di sentire il suo calore, di vederla dormire accanto a me, di sentirla ridere, so che nulla, ma proprio nulla, a cominciare dalla mia stessa vita, ha più valore della sua.

Ed allora ho di nuovo capito Dio. Ho compreso perché ha permesso che lo crocifiggessimo senza alzare un solo dito per difendersi (anche perché ci avrebbe fatto del male e chi farebbe intenzionalmente del male ai propri figli?). Ho capito perché ha lasciato la comodità dei cieli per scendere in una mangiatoia in un villaggio sperduto dal nome curioso di “Casa del Pane” (Betlemme). Ho sentito come Lui può perdonare qualsiasi nostro peccato. Basta incrociare lo sguardo di quegli occhi. Chissà come Dio vedrà i nostri?

A questo punto mi potresti dire: come puoi conciliare questo smisurato amore per tua figlia con le affermazioni (dure) di questa pagina di Vangelo? “Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me” (v. 37). Io penso che Gesù abbia voluto darci una misura della sua vastità: intuisco che Dio è più grande dell’idea che mi sono costruito di Lui. Dio è immensamente più vicino a noi di quanto noi pensiamo. Ed è decisamente più presente nelle nostre vite di quanto noi possiamo immaginare. Sì. Dio è più grande. E non si lascia ingabbiare nei pregiudizi ma è pronto ad amare anche il peccatore più incallito. Sì. Dio è più grande dell’invidia del nostro vicino, e pure assai più grande del nostro stesso orgoglio. Perché Egli colma ogni nostro peccato con l’amore.

Dio è decisamente più grande di ogni capriccio, piccineria, frivolezza di cui noi ci riempiamo la vita. E se in queste righe pare spaventarci un po’, è solo per scuoterci e farci capire quanto davvero è grande, quanto davvero è presente nella nostra vita. No, non è egoista Dio se ci dice che “Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me”. Non è un Dio che ci desidera tutti per sè. Ci fa solo capire che esistono bisogni che vanno al di là della quotidianità umana. Ci mostra che Dio è più grande. È più importante.

Gesù non ci toglie nulla. Non vuole il male della famiglia, ma solo il bene. Egli desidera che noi usciamo dalla ristrettezza delle nostre vite vuote, dall’abulia che paralizza il mondo di oggi, dall’apatia che costringe i giovani a casa senza lavoro, senza sbocchi per il futuro. Chiama ciascuno di noi e ci dice: “Vieni, seguimi, forza! Non hai nulla da perdere! Mettiti in moto, metti in gioco te stesso, alzati dal divano, scendi in strada, c’è un mondo che ti aspetta!“. Ci sono ammalati da guarire, anziani da confortare, senza tetto a cui offrire un riparo, bambini senza genitori da accudire… “Il mondo ha bisogno di te! Io – ci dice Gesù – io, ho bisogno di te!“. E se faremo così scopriremo che… che con un po’ di sacrificio del nostro “nulla”, della nostra vuotezza, del nostro egoismo… la nostra vita potrà tornare ad essere piena e riacquistare un significato. Proprio il significato, la ragione di vita, che stavamo cercando!

Basta guardare negli occhi i propri figli per capire quanto (più) Dio ci può amare. Attraverso questi versetti un po’ ruvidi Dio ci sta chiedendo di non fermarci ad una quotidianità stanca e stiracchiata, ma di buttarci a capofitto nella vita, amando, anche il prossimo. Mettendoci in gioco scopriremo che il mondo vissuto con amore è più bello, che il mondo con Gesù nel cuore è più bello! Dobbiamo solo rinunciare al divano e alle pantofole… allora anche a noi Gesù dirà: “Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa” (v. 42) #Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Trinità e Pietà mistica”, di Hans Baldung Grien, 1512, olio su tavola, 112x89cm, The National Gallery, Londra

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