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Come sarà il Paradiso?

Perché si dice gridare sui tetti?

Com’è il Paradiso? Nell’immaginario collettivo lo abbiamo popolato di improbabili nuvolette ed esseri alati con aureole. Ma come sarà nella realtà?

Il mio in(solito) commento a:
Io sono la via, la verità e la vita (Giovanni 14,1-6)

Scrive Santa Faustina Kowalska: “Oggi in ispirito sono stata in Paradiso ed ho potuto ammirare l’inconcepibile bellezza e felicità che ci attende dopo la morte. Ho visto come tutte le creature rendono incessantemente onore e gloria a Dio. Ho visto quanto è grande la felicità in Dio, che si riversa su tutte le creature, rendendole felici. Poi ogni gloria ed onore che ha reso felici le creature ritorna alla sorgente ed esse entrano nella profondità di Dio, contemplano la vita interiore di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, che non riusciranno mai né a capire né a sviscerare”. E’ un racconto che mi ricorda la parabola evangelica che descrive Gesù come la vite e noi come i tralci. Dio e noi siamo la stessa pianta, siamo una cosa sola. E da quell’unica radice, l’amore di Dio scorre come linfa, attraverso Gesù-vite fino ad arrivare a nutrire tutti noi, uomini-tralci. Noi siamo il prolungamento di quel tronco che ha le radici in Dio: “Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Giovanni 17,20-21). La linfa di Dio scorre dentro di noi, che siamo stati fatti a sua immagine e somiglianza (cfr. Genesi 1,27). C’è un innegabile parallelismo tra questa linfa e l’amore di Dio che fluisce dentro alle anime felici. Questo fiume d’amore che sgorga da Dio e si riversa in noi, per tornare a Lui, descritto da Suor Faustina.

Dentro al cuore di ciascuno di noi brilla una scintilla di Dio: la nostra anima. In alcuni questa luce è più luminosa: santi, beati, donne e uomini comuni la cui fede è una forte lampada che rischiara non soltanto il loro cammino, ma anche quello di chi gli sta accanto. In altri il dolore, la sofferenza, le esperienze della vita, hanno alzato una cortina di fumo attorno a questa scintilla che, pur continuando ad ardere, dall’esterno appare troppo fioca. Ma al di là di questa nube, più o meno densa, ciascuno di noi ha dentro di sé una piccola fiammella che viene da Dio. Anzi, che è parte di Dio: “Rimanete in me e io in voi” (Gv 15,4) ci raccomanda Gesù. Il filosofo neoplatonico Plotino sosteneva che l’anima umana è come una scintilla di divinità dentro di noi. Un’anima che desidera ardentemente riunirsi con Dio. Sapete amici, a me piace l’idea che vi ho raccontato altre volte, secondo la quale Dio Creatore creò il mondo, così come noi lo conosciamo, partendo da un big-bang che altro non è stato se non un’esplosione d’amore. E da quell’amore, che si è condensato in materia, siamo nati anche noi. Quella fiammella, che ci portiamo dentro, ci ricorda di appartenere a Dio: “Voi siete dei, siete tutti figli dell’Altissimo” (Salmo 82,6). Sì, per quanto possiamo essere ladri come San Disma, il “buon ladrone” (cfr. Lc 23, 39-4), per quanto possiamo essere disonesti come Zaccheo (Lc 19,1-10), o peccatori come il figliol prodigo (cfr. Lc 15,11-32), oppure impuri come la samaritana (cfr. Gv 4, 1-26), dentro ciascuno di noi sopravvive una parte che ci spinge a cercare Dio. Sì, perchè l’anima è inquieta e trova pace soltanto in Lui.

E allora, come osserva Sant’Agostino, là in Paradiso: “la buona volontà sarà così disposta in noi che non avremo altro desiderio se non restare lì in eterno”. E, come scrive Sant’Anselmo di Canterbury: “Nessuno avrà alcun altro desiderio in cielo di quello che Dio vuole; e il desiderio di uno sarà il desiderio di tutti; e il desiderio di tutti e di ciascuno sarà anche il desiderio di Dio”. 

Come sarà il Paradiso? Per rispondere dobbiamo immaginare Dio. Perché il Paradiso sarà con Dio. Il Paradiso sarà in Dio. Il Paradiso saremo noi, che torneremo ad essere una cosa sola con Dio. Scintille di luce che si riuniranno al fuoco dell’amore dal quale originariamente scaturirono. Perché, come scrisse San Giovanni evangelista nel libro della rivelazione: “Mi mostrò poi un fiume d’acqua viva limpida come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello. In mezzo alla piazza della città e da una parte e dall’altra del fiume si trova un albero di vita che dà dodici raccolti e produce frutti ogni mese; le foglie dell’albero servono a guarire le nazioni. 

E non vi sarà più maledizione.
Il trono di Dio e dell’Agnello
sarà in mezzo a lei e i suoi servi lo adoreranno;
vedranno la sua faccia
e porteranno il suo nome sulla fronte.
Non vi sarà più notte
e non avranno più bisogno di luce di lampada,
né di luce di sole,
perché il Signore Dio li illuminerà
e regneranno nei secoli dei secoli”
(Apocalisse 22, 1-5).

#Santanotte amici, Dio ci ha creati dall’amore, ci riempie d’amore, ma non perché questo formi un lago in noi, ma scorra, come un fiume, verso chi ci sta accanto, per tornare a Lui.

Alessandro Ginotta

L’immagine di oggi ritrae la cupola del della cappella Aldobrandini (del SS. Sacramento), 1620, affresco di Guido Reni, Duomo di Ravenna
Il dipinto di oggi è:: “Cristo Risorto in Gloria”, di Guido Reni, 1614, affresco, cupola del Santissimo Sacramento, Duomo di Ravenna

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