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Come avvengono le guarigioni miracolose?

Come avvengono le guarigioni miracolose?

Non serve a nulla che un corpo guarisca, se poi l’anima continuerà a rimanere avvizzita. Non serve a nulla che un paralitico cammini, se poi la sua anima rimane bloccata.

Il mio in(solito) commento a:
Gesù guarisce due ciechi che credono in lui (Matteo 9,27-31)

Ecco un solo versetto che racchiude in sé il significato di un intero Vangelo: “Gesù guarisce due ciechi che credono in Lui”. Cosa dici? Dov’è il Vangelo? Te lo mostro subito. Gesù guarisce: certo, è questo che è venuto a fare tra di noi. Cristo si è incarnato, è sceso a camminare in mezzo a noi, per liberarci dal male, sia quello spirituale, sia quello fisico. Per farci stare bene. Perché ci ama. E che cosa desidera una persona che ama un’altra? Che l’amato stia bene.

I miracoli di guarigione sono i più diffusi nei Vangeli. Paralitici, lebbrosi, febbricitanti, ciechi, perfino indemoniati. Gesù libera tutti dal male. Ma chi guarisce in questo brano di Vangelo? Due ciechi. E poi? Due ciechi che credono in lui. Sì, perché la fede è un ingrediente fondamentale per la guarigione. Perché Dio, prima ancora di guarire il corpo, guarisce l’anima. Quante volte abbiamo letto: «La tua fede ti ha salvata!»? Quante volte abbiamo Gesù dice anche a noi: «àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua»?

Per guarirci Gesù cerca la nostra volontà, la nostra fede, la nostra collaborazione. Ma la guarigione, il miracolo interiore, avviene in virtù della nostra fede. Cristo ci coinvolge, chiede la nostra volontà di cambiare, chiede a noi di agire, ci chiede di credere che ciò possa avvenire. Perché non serve a nulla che un corpo guarisca, se poi l’anima continuerà a rimanere avvizzita. Non serve a nulla che un paralitico cammini, se poi la sua anima rimane bloccata. Ecco che siamo noi, con la nostra fede, a “permettere” il miracolo. Ancora una volta Dio non impone nulla, neppure la salute. Siamo noi a doverla volere. Siamo noi a dover decidere di voler guarire.

Perché a Gesù non piace fare miracoli “a senso unico”, ma Egli desidera coinvolgerci nelle scelte e nella decisione di cambiare. Pensiamo all’emorroissa: Gesù era lontano, ma c’era tanta folla, e dice: “se io riuscirò a toccare il lembo del mantello, sarò salva”». Ecco che ci vuole coraggio per lottare per arrivare al Signore, coraggio per avere fede all’inizio: “Se tu vuoi puoi guarirmi, se tu vuoi, io credo”». E anche coraggio per avvicinarmi al Signore, quando ci sono delle difficoltà. Ci vuole proprio quel coraggio: tante volte ci vuole pazienza e saper aspettare i tempi ma non mollare, andare sempre avanti.

#Santanotte Gesù, Tu che hai guarito ciechi, muti, lebbrosi e paralitici, Tu che hai resuscitato dalla morte, guarisci anche la nostra anima, perché, attraverso la fede, possa guarire anche il nostro corpo!

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “La guarigione del cieco Bartimeo”, della scuola di Fernando Gallego, 1488, olio su pannello, University of Arizona Museum of Art

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