Quando riusciamo a fare silenzio nei nostri pensieri, allora sì, che possiamo sentire dentro di noi le parole di Dio e permettergli di cambiarci dall’interno. Allora anche il nostro volto brillerà di una luce nuova
Il mio in(solito) commento a:
Lo Spirito Santo vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto (Giovanni 14,23-29)
Forse la forma più antica di Dio. Pervade tutto: ogni cosa, ogni dove ed ogni tempo. Ed è fatto della stessa sostanza dell’amore. Lo incontriamo nella primissima riga della Bibbia: “In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque” (Genesi 1,1-2). In ebraico la parola che corrisponde a “spirito” è “ruah“, che significa “soffio”, “aria”, “vento”, “respiro”.
E così, se vorremo proiettarci nel viaggio più lungo che l’uomo possa immaginare, possiamo socchiudere gli occhi ed immaginare l’istante della Creazione. Lì incontriamo lo Spirito Santo, il respiro di Dio, che aleggia sulle acque della terra informe. Non c’era nulla, ad eccezione di Dio. O meglio, del suo Spirito.
Fu il soffio vitale di Dio ad animare Adamo, il nostro progenitore: “allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente” (Genesi 2,7). Ed è lo Spirito Santo che fa la differenza tra essere pienamente “vivi” (in termini di vita eterna) e trascinarci in uno stato di vuota esistenza (vita biologica senza alcuna spinta spirituale). Perché è: “E’ lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla” (Gv 6,63).
Tutta la vita terrena di Gesù è guidata dall’azione dello Spirito Santo: dalla sua incarnazione nel grembo di Maria, al Battesimo, alle tentazioni del deserto, all’insegnare, parlare e predicare, ai miracoli, fino al momento della sua morte, quando dalla croce a cui fu inchiodato, esalò l’ultimo respiro, restituendo lo Spirito al Padre. E poi di nuovo dopo la Risurrezione, quando lo offrì agli apostoli. Perché lo Spirito Santo è parte di Dio. E’ qualcosa di indissolubile con Lui. Padre, Figlio e Spirito Santo, tre Persone distinte, una cosa sola. Ma lo Spirito di Dio abita in noi e, in qualche modo, ci rende simili a Lui, giacché siamo fatti a sua immagine e somiglianza (cfr. Genesi 1,27). Scrive San Cirillo di Alessandria: “Noi tutti che abbiamo ricevuto l’unico e medesimo spirito, cioè lo Spirito Santo, siamo uniti tra di noi e con Dio. Infatti, sebbene, presi separatamente, siamo in molti e in ciascuno di noi Cristo faccia abitare lo Spirito del Padre e suo, tuttavia unico e indivisibile è lo Spirito. Egli riunisce nell’unità spiriti che tra loro sono distinti […] e fa di tutti in se stesso un’unica e medesima cosa. Come la potenza della santa umanità di Cristo rende concorporei coloro nei quali si trova, allo stesso modo l’unico e indivisibile Spirito di Dio che abita in tutti conduce tutti all’unità spirituale” (Commentarius in Iohannem).
Dunque questo alito vitale soffiato da Dio in noi, ci sostiene ed alimenta la nostra fede. Così come è una delle tre Persone ed è indissolubile da Dio, lo Spirito Santo è parte della nostra vita di cristiani e con noi è indissolubilmente legato. Potremmo dire che lo Spirito Santo dà vita alla Parola e dà la Parola alla vita: “Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Giovanni 14,26). “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra” (Atti 1,8).
Il profeta è un uomo che parla a nome di Dio, consegna a coloro che lo ascoltano o lo leggono ciò che Dio vuol far conoscere sul presente e sull’avvenire. Lo spirito di Dio anima la Parola e la rende vitale. Tra le pagine della Bibbia troviamo episodi significativi, nei quali lo Spirito di Dio si posa su un uomo e questi subito inizia a profetare. Diventa cioè un profeta. Così avviene per Balaam: “Lo spirito di Dio fu sopra di lui”. Allora “pronunciò il suo poema e disse: . . . Oracolo di chi ode le parole di Dio e conosce la scienza dell’Altissimo, di chi vede la visione dell’Onnipotente, e cade ed è tolto il velo dai suoi occhi . . .” (Nm 24, 2. 3-4).
Ma attenzione: non è l’uomo ad avere la Parola dentro di sé, ma è lo Spirito Santo ad ispirarla. L’uomo, in questo caso, presta la propria voce a Dio, pronunciando le parole che lo Spirito gli suggerisce. E’ un’esperienza unica ed intensa che trasforma noi stessi, prima ancora di chi ci ascolta. Perché Dio opera miracoli in chi si lascia guidare da Lui. E, badate bene, tutti, ma proprio tutti, possiamo prestare la nostra voce a Dio. Scrive San Paolo: “uno alla volta, infatti, potete tutti profetare, perché tutti possano imparare ed essere esortati” (1Corinzi 14,31).
E’ quando rinunciamo al nostro egoismo, quando svuotiamo il nostro “io” di tutte le sue boriose certezze e ci mettiamo nelle mani di Dio, quando lasciamo che il suo pensiero prenda il posto delle nostre idee, quando permettiamo alla sua volontà di essere più forte della nostra, che facciamo un capolavoro: allora la nostra anima risplende, non della nostra luce, ma di quella di Dio. Allora le nostre labbra diventano strumenti di Dio e pronunciano parole che davvero lasciano il segno nel cuore di chi ci ascolta.
Quando riusciamo a fare silenzio nei nostri pensieri, allora sì, che possiamo sentire dentro di noi le parole di Dio e permettergli di cambiarci dall’interno. Allora anche il nostro volto brillerà di una luce nuova.
#Santanotte amici. Spogliamoci dello spirito del mondo e rivestiamoci dello Spirito di Dio: anche la nostra esistenza si trasformerà e si riempirà di vita nuova. Vita vera. Vita eterna. Dio vi e ci benedica amici cari!
Alessandro Ginotta
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