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Che cosa vuol dire Agnello di Dio?

Che cosa vuol dire Agnello di Dio?

Un viaggio tra le pagine della Bibbia per spiegare, in modo semplice, la complessa figura di Cristo-Agnello che simboleggia la mitezza, la mansuetudine, anche di fronte all’estremo sacrificio.

Il mio in(solito) commento a:
Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo (Giovanni 1,29-34)

Gli storici Erodoto (V sec a.C.) e Giuseppe Flavio (I sec d.C.) identificano il faraone dell’Esodo in Ahmose (XVIII dinastia, XVI secolo a.C.). Scopriamo così che la prima Pasqua del Signore venne celebrata tra il 1525 ed il 1550 a.C., vale a dire circa 3.500 anni fa: «Questo mese sarà per voi l’inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell’anno» (Esodo 12,2). «Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Se la famiglia fosse troppo piccola per consumare un agnello, si assocerà al suo vicino, al più prossimo della casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l’agnello secondo quanto ciascuno può mangiare. Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell’anno» (Esodo 12,3-5). «Preso un po’ del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull’architrave delle case, in cui lo dovranno mangiare» (Esodo 12,7).  «Il sangue sulle vostre case sarà il segno che voi siete dentro: io vedrò il sangue e passerò oltre, non vi sarà per voi flagello di sterminio, quando io colpirò il paese d’Egitto» (Esodo 12,13).

Dunque è così che entra nella Bibbia la simbologia dell’Agnello. Qualcosa di destinato a venire consumato da tutti (un agnello per famiglia), come l’Eucaristia: qualcosa che unisce al candore della perfezione (senza difetto), con il simbolo del sangue (lo porranno sui due stipiti e sull’architrave); un essere mite, che ricorda l’odore del sacrificio, ma che conduce alla salvezza.

Ecco spiegata in modo semplice la complessa figura di Cristo-Agnello che simboleggia la mitezza, la mansuetudine, anche di fronte all’estremo sacrificio, la morte per crocifissione: “Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca” (Isaia 53,6-7). Non è straordinaria questa profezia messianica, scritta da Isaia 700 anni prima di Cristo?

Sarà poi Giovanni il Battista, in questo brano di Vangelo, ad identificare l’Agnello con Gesù: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!» (Giovanni 1,29). La vittima innocente che cancella il peccato. Il suo candore accompagna tutta la Bibbia, dall’Antico Testamento all’Apocalisse: «Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell’Agnello. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo santuario; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro.
Non avranno più fame,
né avranno più sete,
né li colpirà il sole,
né arsura di sorta
,
perché l’Agnello che sta in mezzo al trono
sarà il loro pastore
e li guiderà alle fonti delle acque della vita.
E Dio tergerà ogni lacrima
 dai loro occhi» (Apocalisse 7,14-17).

#Santanotte Come sugli stipiti delle porte degli israeliti che dimoravano in Egitto, il sigillo dell’Agnello protegga la tua casa, la tua vita e la tua anima. Mitezza e tenerezza ti accompagnino in ogni dove ed in ogni istante. Dio ti benedica.

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “L’adorazione dell’Agnello mistico”, di Jan van Eyck, 1432, olio su tavola, 137,7 × 242,3 cm, Cattedrale di San Bavone, Gand, Belgio

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