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Dove cercare Gesù?

Cercare Dio

Non possiamo non leggere, in questa storia di tenerezza ed amore, una sorta di parabola che ci parla del desiderio di cercare Dio e, alla fine, ci indica dove trovarlo

Il mio in(solito) commento a:
Tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo (Lc 2,41-51)

Ecco una pagina di tenerezza: Maria e Giuseppe compiono un pellegrinaggio al tempio e… il loro figlio Gesù si smarrisce. Ecco che i genitori iniziano una ricerca che si protrae per tre giorni. Immaginate quanto doveva essere forte, in Maria e Giuseppe, il desiderio di ritrovare Gesù. Un figlio che non si trova, nel bel mezzo di un viaggio lontano da casa: chissà quanta ansia e paura. Inizia così una ricerca affannosa che durerà tre giorni. Tutti noi sappiamo che cosa significhi non trovare più qualcuno che amiamo, non sapere dove sia.

Tre giorni, il tempo dell’attesa secondo la tradizione ebraica: “Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio” (v. 46). Avete notato? Tre giorni: Per tre giorni il corpo di Gesù resterà nel sepolcro e Gesù rimarrà celato all’umanità intera. Per tre giorni Gesù adolescente resterà nel Tempio, celato ai suoi genitori naturali. Proprio in quello stesso Tempio, in cui Gesù adolescente si è trattenuto per tre giorni, il Cristo adulto dirà: “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere” (Gv 2,19). “Ma egli parlava del tempio del suo corpo” (Gv 2,21).

Ci sono molti altri riferimenti nella Bibbia ad intervalli di tre giorni, come ad esempio i tre giorni durante i quali il profeta Giona rimarrà prigioniero nel ventre della balena (cfr. Giona 2,1), altro richiamo ai tre giorni che il corpo di Gesù trascorrerà nel sepolcro: “Infatti, come Giona fu tre giorni e tre notti nel ventre del grosso pesce, così starà il Figlio dell’uomo tre giorni e tre notti nel cuore della terra” (Mt 12,40).

Mi vorrei soffermare però su altri tre giorni: “Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli” (Gv. 2,1). Dunque un intervallo di tre giorni collega simbolicamente l’esordio della vita pubblica di Gesù (le Nozze di Cana) con il ritrovamento di Gesù adolescente nel Tempio, l’unico episodio riportato dai Vangeli riguardante la “vita nascosta” di Cristo.

Maria e Giuseppe cercarono ovunque Gesù per tre giorni: nella carovana, in città, infine tornarono al tempio, là dove Gesù aveva letto le Scritture. Egli era rimasto a dimorare là, nella casa di Dio. Seduto tra i rabbini, li interroga e li ascolta.

Non possiamo non leggere, in questa storia di tenerezza ed amore, una sorta di parabola che ci parla del desiderio di cercare Dio e, alla fine, ci indica dove trovarlo: nel tempio dove vengono conservati i rotoli della Bibbia, là dove dimora la Parola. Vi troviamo tutta l’angoscia che proviamo anche noi, quando siamo lontani da Lui. Il desiderio che anima Maria e Giuseppe nella loro ricerca, ci parla della volontà che spinge tutti noi a cercare Gesù. E, questo brano, ci offre anche una indicazione su dove trovarlo: nella Bibbia, nel Vangelo, in quella Parola che Lui stesso incarna. Ecco, dove incontrare Gesù.

Amici cari, è proprio questo desiderio di trovare Gesù, che dovremmo riscoprire: i Vangeli ci mettono davanti numerosi episodi in cui uomini e donne cercano, con tutte le loro forze, il Figlio di Dio. Così accade che l’emorroissa si getti ai suoi piedi nel tentativo di sfiorare, anche solo con un dito, un lembo del suo mantello; che un pubblicano e un po’ truffatore, di nome Zaccheo, rinunci ai suoi affari per arrampicarsi, a mani nude, su un albero pur di vedere passare Gesù; che un paralitico si faccia aiutare da quattro amici che lo caleranno con le corde da un buco sul tetto; che cinquemila uomini affamati si inoltrino nel deserto e salgano su un monte pur di ascoltare Gesù…

E noi? Che cosa facciamo noi, per trovare Gesù? Se ancora ci stiamo chiedendo dov’è Dio, possiamo seguire la risposta che ci offre la beata Elisabetta della Trinità: “Lo sento così vivo nell’anima mia che basta che io mi raccolga per trovarlo qui, dentro di me. Ed è tutta la mia felicità” (Elisabetta della Trinità, Lettera al canonico Angles, 15 luglio 1903). E ancora: “Io ho trovato sulla terra il mio cielo; perché il cielo è Dio, e Dio è nell’anima mia. Il giorno in cui l’ho compreso, tutto per me si è illuminato; vorrei svelare questo segreto a tutti quelli che amo, perché anch’essi aderiscano sempre a Dio e si realizzi così la preghiera di Cristo: Padre, che siano perfetti nell’unità” (Elisabetta della Trinità, Lettera alla Signora De Sourdon, 1902).

#Santanotte amici. Dentro di voi brilli sempre forte la luce di Dio. Quella luce che, dal profondo della vostra anima, illumina e riscalda il vostro cuore, vi spinga sui sentieri dell’amore, quelli che conducono a Dio 

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “La Madonna delle ombre” (dettaglio di Gesù) di Fra Angelico, 1450, affresco, Museo di San Marco dell’Angelico, Firenze

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