
Cascate d’amore
A ogni istante, Dio riversa su di me e su di te fiumi, cascate, oceani d’amore. Non è un flusso qualsiasi: è una corrente potente, calda, viva… che scorre dal Cielo fino al nostro cuore. E sai qual è la cosa più incredibile? Che questo amore non si interrompe mai. Mai. Anche quando io mi distraggo, quando tu ti allontani, quando sbagliamo, Lui continua ad amarci.
Il mio (in)solito commento a: “Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto” (Giovanni 15,1-8)
C’è chi questo amore lo accoglie a braccia spalancate, come acqua fresca nel deserto. E allora l’anima si nutre, rifiorisce, ritrova luce. E poi c’è chi, invece, si chiude. Si piega su se stesso. Si chiude come un ombrello sotto il temporale. E l’amore non riesce più a entrare… E così l’anima, giorno dopo giorno, si spegne un po’.
Diciamolo chiaro: non è una punizione. Dio non ci “toglie” l’amore se sbagliamo. Non funziona così. Lui continua ad amarci, anche quando ci allontaniamo, anche quando gli giriamo le spalle. È sempre lì. Solo che, a volte, siamo noi a tirare su muri, a chiudere le finestre dell’anima, a mettere il cuore in modalità “non disturbare”.
E quando succede… beh, pian piano la nostra luce si affievolisce. Non è Dio che si spegne: siamo noi che ci oscuriamo. Siamo così pieni di noi stessi, delle nostre paure, dei nostri affanni, del nostro ego, che non c’è più spazio per Lui. E allora la Sua luce resta fuori. E dentro… resta solo il nostro “io”. E sai? Al buio si inciampa. Si cade. Ci si perde.
Ma non siamo mai davvero soli.
Papa Francesco lo ha detto con una dolcezza disarmante:
«Dio non può essere Dio senza l’uomo. Non sarà mai un Dio “senza di noi”. È un mistero grande! Ma è anche la sorgente della nostra speranza. Quando hai bisogno, non chiuderti, non rassegnarti. Alza lo sguardo, parla con il Padre, fidati. C’è un Dio che non ti abbandona mai.»
(Udienza Generale, 7 giugno 2017)
Questo nostro allontanarci da Dio non è una novità… Lo facciamo fin dall’inizio dei tempi. Lo racconta già la Genesi. E ogni volta che ci allontaniamo da quell’amore, qualcosa si spezza. L’equilibrio si incrina, la vita si fa più dura, la fatica aumenta. Ma Dio non si arrende. Non lo ha mai fatto.
Pensa a quando Adamo ed Eva si accorsero di essere nudi. Dio non li punisce con fredda severità: li veste. «Il Signore Dio fece all’uomo e a sua moglie tuniche di pelli e li vestì» (Genesi 3,21). Ecco l’Amore che si prende cura. Sempre.
Perché senza di Lui non possiamo fare nulla. È Lui la vite, noi i tralci. È Lui la sorgente della vita. E se ci stacchiamo da quella linfa, ci inaridiamo. Ma se rimaniamo uniti a Lui… oh, allora sì che portiamo frutto!
E che frutto!
Quando permetti a Dio di vivere in te, quando smetti di trattenere l’amore che ti scorre dentro, allora le tue parole diventano tenerezza, i tuoi gesti diventano cura, i tuoi occhi diventano fari di speranza per chi ti incontra.
È in quel momento che la tua vita diventa un capolavoro.
Perché Cristo vive in te. Sì, proprio in te.
Come scrive san Paolo: «Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me» (Galati 2,20).
E allora, oggi, ti invito a fare questo piccolo passo: lascia entrare l’Amore. Lascia che Dio ti attraversi. Che passi attraverso i tuoi abbracci, le tue parole, i tuoi silenzi. Fa’ in modo che la tua vita parli di Lui.
E vedrai: porterai molto, moltissimo frutto #Santanotte
Alessandro Ginotta

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