
Avviso a tutti i lavoratori dell’ultima ora:
Anche l’ultima ora, anche l’ultimo minuto, perfino l’ultimo respiro è carico di opportunità. Non pensare che sia troppo tardi: a Dio basta un istante per fare meraviglie. Basta solo aprire il cuore e fidarsi di Lui.
Il mio (in)solito commento a:
“Sei invidioso perché io sono buono?” (Matteo 20,1-16)
Immagina la scena: il sole sta appena spuntando dietro le colline e i primi uomini vengono chiamati a lavorare nella vigna. Hanno stretto un accordo chiaro, una paga giusta per una giornata intera di fatica. Le ore passano, il sole sale alto e il lavoro sembra non finire mai. Così il padrone, instancabile, torna più volte sulla piazza e arruola altri braccianti. Fino a quando, all’ultimo, poco prima che il giorno finisca, chiama persino quelli che nessuno aveva scelto. Forse erano stanchi di aspettare, forse rassegnati, convinti che non ci fosse più spazio per loro. E invece no: anche loro vengono mandati nella vigna.
Ed ecco il colpo di scena: al tramonto, il padrone distribuisce la paga. E cosa fa? Dona a tutti la stessa ricompensa, sia a chi ha faticato fin dal mattino, sia a chi è entrato solo all’ultima ora. Non è questa una logica che spiazza? Noi, con le nostre piccole misure, avremmo gridato all’ingiustizia. Ma Dio non ragiona come noi. Lui non si ferma alla matematica dei meriti: Lui ama, e l’amore non si conta con i numeri.
Quante volte anche noi, come i primi operai, mormoriamo? Ci lamentiamo perché pensiamo di meritare di più, perché crediamo che le nostre fatiche debbano valere più di quelle degli altri. E così ci chiudiamo, come se il cuore fosse una stanza con le finestre serrate, incapaci di lasciar entrare la luce della grazia. Ci dimentichiamo che la vera gioia non è nel calcolo, ma nel dono.
E allora, ecco la buona notizia: per Dio non è ancora troppo tardi! La vita eterna può essere offerta al sacerdote che ha speso tutta la vita nel tempio, così come al buon ladrone che si converte all’ultimo respiro sulla croce. Non è ingiustizia, è misericordia. Non è favoritismo, è amore che non conosce confini.
Certo, non significa che possiamo vivere come ci pare, rimandando la conversione a domani. Questo sarebbe tentare Dio, ed è un rischio enorme! Se oggi ho la possibilità di entrare nella vigna, devo farlo subito, perché domani potrebbe non arrivare.
Qui sta la grande lezione: Dio ci offre un compenso giusto, ma poi ci sorprende con qualcosa di più grande della giustizia: ci offre il suo amore. Ai primi operai dà ciò che aveva promesso: giustizia. Agli ultimi dà ciò che non avevano chiesto: bontà, gratuità, grazia. È un dono immeritato, inaspettato, scandaloso nella sua bellezza.
E io mi chiedo: ma non è forse proprio questo l’amore? Un dono che non ha misura, che ci raggiunge anche quando lo rifiutiamo, che ci cerca anche quando ci nascondiamo? Sì, la giustizia è buona, ma l’amore… l’amore è immensamente più grande! #Santanotte
Alessandro Ginotta

Sostieni labuonaparola.it
La tua donazione mi aiuterà a continuare a creare contenuti di qualità:
Ogni contributo, grande o piccolo, fa la differenza. Grazie per il tuo sostegno!
Gli in(soliti) commenti di La buona Parola nella tua e-mail!
Iscriviti ora alla newsletter: è completamente gratis e potrai cancellarti in ogni momento.


