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Una cena per crescere insieme

Una cena per crescere insieme

192 coperti alla “Cena della restituzione” della Conferenza di San Vincenzo De Paoli interparrocchiale Santissimo Nome di Maria e Sant’Ignazio di Loyola. Fratelli in difficoltà e volontari insieme.

Stare insieme a tavola è uno dei modi migliori per socializzare. Davanti ad un buon piatto tutto diventa più semplice ed ogni barriera viene abbattuta per lasciare spazio ai racconti, alla conoscenza reciproca, alla fraternità.

Quella che vi racconto oggi è una “storia fatta di centonovantadue storie”, che si intrecciano, si compenetrano fra di loro a formare un mosaico. Il mosaico dell’umanità. Centonovantadue sono i commensali che si sono ritrovati sabato 17 dicembre nel salone della chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, a Torino per partecipare alla cena offerta dalla Conferenza di San Vincenzo interparrocchiale Santissimo Nome di Maria e Sant’Ignazio di Loyola. Un evento tutt’altro che banale, denso di emozioni, ricordi, aspettative, gioie e… inutile nasconderlo, problemi. Sì perchè a sedersi ai tavoli c’erano le 70 famiglie in difficoltà che sono seguite dalla Conferenza, insieme ai volontari che hanno servito ai tavoli e poi si sono seduti in mezzo agli ospiti per condividere con loro non soltanto un po’ di cibo, ma anche una parola buona, un incoraggiamento.

Una serata che ha fatto crescere tutti. Sì, perchè è dal povero che si impara la gioia delle piccole cose, il coraggio che può dare un sorriso o un moto d’affetto, la capacità di guardare al futuro con speranza e dignità, anche in mezzo alle più pesanti ingiustizie subite. E’ nel rapporto con il povero che si impara che la vera solidarietà è la condivisione di uno sguardo, di un gesto, di un abbraccio.

E’ posando gli occhi in quelli del commensale che hai di fronte che capisci che un uomo è un uomo, indipendentemente dallo stato sociale, dalla nazionalità, ed anche dalla religione professata. Io l’ho compreso guardando Narjis, una bambina di otto anni che porta il nome arabo del fiore di narciso. Guardarla sorridere mentre si volta, ora da un lato, ora dall’altro, per cercare l’approvazione della mamma e del papà; vedere i suoi occhi goiosi mentre il piatto si riempie; ma ancora di più vederli sognanti e felici mentre apre il pacco contenente un peluche, un piccolo dono ricevuto dai volontari della Conferenza… il suo sguardo mi ha insegnato tanto. E insieme al suo quello di tutti gli altri ospiti.

Una cena per crescere insieme
Mai come in questa occasione ho sentito così azzeccato lo slogan: “dare una mano colora la vita” tante mani con le dita colorate, ogni dito una persona diversa, ma unita agli altri da un gioioso proposito: dare una mano a chi ne ha bisogno.

Alessandro Ginotta

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