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Abbiamo un tesoro inestimabile dentro di noi!

Un tesoro inestimabile è dentro di noi!

C’è poco da fare: Dio è più grande. È più grande del nostro pensiero. È più grande della nostra immaginazione.

Il mio in(solito) commento a:
Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? (Giovanni 14,6-14)

Lo abbiamo ripetuto più volte: Dio è molto più grande anche del nostro peggior peccato. Ma non è solo la sua vastità a sfuggire al nostro intelletto, è l’idea stessa di Dio ad essere talmente complessa da non riuscire a rientrare nei nostri schemi mentali. Sappiamo che Dio è onnipresente: Egli è contemporaneamente in cielo, ed in terra, proprio qui accanto a noi, anzi, Dio è anche dentro di noi. È dentro a quel senzatetto che dorme rannicchiato sul cartone, è dentro a quella donna che piange e, forse ti sconvolgerò, è anche dentro al suo carnefice. Sì, perché, come afferma San Giovanni evangelista: dentro ciascuno di noi c’è un seme di Dio (cfr. 1Giovanni 3,9). Un seme che viene custodito nel luogo più intimo della nostra anima. Un tesoro inestimabile che ci parla di Dio dentro di noi. Un seme sempre pronto a germogliare. Un seme che induce in noi la sete di Dio. Un seme che ci spinge a cercare la Parola.

Hai mai provato quell’inquietudine che ci spinge a sondare l’infinito? A tentare di misurarlo? A scrutarlo, per trovare risposte, anche quando non sappiamo neppure quali siano le domande? È la forza di quel seme, che vibra dentro di noi. Vibra dell’incontenibile desiderio di riunirsi a quel Dio dal quale è venuto.

Un seme che può restare silenzioso, soffocato da mille affanni, frustrazioni e preoccupazioni, anche per tutta la vita. Ma che, se viene nutrito con l’acqua viva della Parola di Dio, è pronto a germogliare in qualsiasi istante. E produrre frutti di amore e conversione. Un seme che ci può cambiare profondamente, a partire proprio dal nostro interno. Un seme che viene da Dio.

Quel seme convertì San Paolo, folgorando, sulla via di Damasco, il peggiore dei persecutori dei cristiani. Quel seme che convertì Zaccheo, la samaritana, l’adultera e il buon ladrone. Lo stesso seme che può spingere anche un detenuto a ravvedersi e cercare Dio. Quel seme che è pronto a sbocciare dentro la parte più nascosta di noi e renderci migliori.

Alla luce di questo, non è più facile capire il comandamento dell’amore? Quella richiesta così difficile che ci fa Gesù spingendoci ad amare non soltanto i nostri amici, ma anche i nostri nemici?

È perché anche dentro di loro, anche dentro il peggiore individuo che questa terra abbia mai visto, nascosto nel recesso più remoto dell’anima, sopravvive questo seme di Dio. Un seme che non può e non deve essere strappato da nessuno.

Ecco un Dio misterioso, che è contemporaneamente fuori e dentro di noi. Un Dio che è contemporaneamente fuori dallo spazio e dal tempo e vive ed abita dentro ogni istante. Un Dio infinito, che ci ama, a prescindere dai nostri limiti e dai nostri peccati. Che ci insegna ad essere misericordiosi con gli altri, fossero questi anche i nostri peggiori nemici. E ad essere misericordiosi con noi stessi, anche quando cadiamo nel più abominevole dei peccati. Perché Dio ci ama. Ed abita dentro di noi.

#Santanotte amici. Il seme che riposa nel tuo cuore, germogli e produca molti frutti. Frutti che profumano d’amore, di solidarietà, di amicizia, di perdono. Dio ti benedica! 🙂 🙂 🙂

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Cristo piange su Gerusalemme”, 1851, olio su tela, 107,6×73,5 cm, Walters Art Museum, Baltimora, USA
Il dipinto di oggi è: “Cristo piange su Gerusalemme”, di Ary Scheffer, 1851, olio su tela, 107,6×73,5 cm, Walters Art Museum, Baltimora, USA

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