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Se Gesù fosse un allenatore… faresti il tifo per la sua squadra?

Se Gesù fosse un allenatore... faresti il tifo per la sua squadra?

+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,1-7)

In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì.
Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».

Parola del Signore

Gv 12,44-50

Oh, se Gesù fosse un allenatore… non avrebbe potuto scegliere una squadra più difficile da tenere insieme!

Come far andare d’accordo i pescatori della Galilea con Matteo il pubblicano, colui che proprio a loro esigeva le imposte per conto dei romani? E come far andare d’accordo questo collaboratore dei romani con uno zelota, che i romani li combatteva (gli zeloti erano infatti un gruppo armato di resistenza anti-romana)? E che dire dell’Iscariota,  ish-qarja, “uomo falso”, il traditore?

Eppure sarà proprio questo gruppo eterogeneo – e solo apparentemente raccogliticcio –  a portare la Parola del Signore prima in tutto Israele e poi in tutto il mondo.

Avete notato l’ordine di Gesù? “Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele” (v. 5). Ma come?! La Parola del Signore non è forse rivolta a tutti gli uomini della terra?  E’ così! Infatti dopo la sua Risurrezione, Gesù ordinerà ai discepoli: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura” (Mc 16,15). Tutto il mondo deve conoscere Dio: “Io ho altre pecore che non sono di quest’ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore” (Gv 10,16). San Paolo a questo proposito scriverà: “Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù” (Galati 3,28).

Ma allora perchè questa limitazione? Perchè nel momento in cui Gesù dice queste cose, lo Spirito Santo non è ancora disceso e gli Apostoli non sono ancora pronti.

Scrive San Paolo nella lettera ai Corinzi: “Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato” (1Corinzi 13). Anche l’Apostolo deve crescere e “farsi le ossa”, prima di affrontare gli impegni più difficili.

L’invito a “non andare fra i pagani“, che troviamo anche nel libro del profeta Geremia: “Non imparate la via delle genti” (Ger 10,2) è in realtà una raccomandazione a non prendere le abitudini dei pagani, idolatri dai costumi dissoluti dediti fin anche ai riti più raccapriccianti (cfr. Ger 32,35). La lotta all’idolatria Cananea che contamina i due regni di Israele e di Giuda è ben descritta nei libri dei Re. Anche i profeti Isaia, Geremia ed Osea descrivono il culto vano degli idoli.

l nostro Dio è nei cieli: tutto ciò che vuole, egli lo compie. I loro idoli sono argento e oro, opera delle mani dell’uomo. Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono, hanno narici e non odorano. Le loro mani non palpano, i loro piedi non camminano; dalla loro gola non escono suoni!” (Salmo 115,3-7).

Oh, ma l’idolatria, amici miei, non è tramontata! Forse, al tempo di Gesù le popolazioni vicine adoravano divinità “opera delle mani dell’uomo”, ma… al giorno d’oggi… Oh… al giorno d’oggi: denaro, piacere, egoismo, droga, alcool, fin anche i piaceri più perversi della carne, non son questi forse dei ai cui altari sacrifichiamo le nostre vite?

Ma non dobbiamo temere, perchè Cristo è Risorto per noi, e ci indica la via: “Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra […] Qualunque cosa facciate, fatela di cuore come per il Signore e non per gli uomini, sapendo che come ricompensa riceverete dal Signore l’eredità” (cfr. Colossesi 3,1-24).

Cari amici, le domande che oggi vi propongo (e mi propongo) sono: Servo Dio o mammona? Sono cristiano, o forse sono un po’ pagano anch’io?  E ancora: Come rispondo all’invito di portare per il mondo la Parola di Dio?

Questa notte, Gesù, Ti affido tutti i miei amici e le persone che conosco! Custodiscili, Ti prego, al riparo dalle influenze degli idoli del mondo d’oggi!

#Santanotte amici miei! 🙂 🙂 🙂

Se Gesù fosse un allenatore... faresti il tifo per la sua squadra?

Il dipinto di oggi è “L’Apparizione di Cristo sul monte della Galilea” del pittore italiano Duccio di Buoninsegna , 1308 circa, tempera su tavola, 36,5 x 47,5 cm., Museo dell’Opera del duomo, Siena.

Alessandro Ginotta

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