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Quanto è larga la mia porta?

Quanto è larga la mia porta?

+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 7,6.12-14)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».

Parola del Signore

Gv 12,44-50

Ci “sconcerta” un po’ lo zoo di Gesù… gli animalisti di oggi potrebbero scandalizzarsi. Cerchiamo di capire meglio: “Non date le cose sante ai cani” e “non gettate le vostre perle davanti ai porci” (v. 6). Gesù parlava spesso per metafora. Talvolta, come in questo caso, faceva uso di vistosi paradossi, per meglio fare breccia nell’immaginazione delle folle. E proprio pensando alle folle dobbiamo fare un salto indietro di 2000 anni, quando i cani non si portavano certo nella borsetta… e non mangiavano neppure le prelibate scatolette di oggi… ma erano animali semi-randagi che vivevano nelle campagne ed attorno alle città, cibandosi spesso dei rifiuti dell’uomo. Eccolo il primo significato: se il cibo del cane sono i rifiuti, allora “non date le cose sante ai cani” lo potremmo leggere come: non gettate tra i rifiuti le cose sante.  Date il giusto valore alla fede.

I maiali poi, per gli ebrei, erano considerati animali impuri e, per loro, rappresentavano quanto di più ripugnante si potesse pensare. Le “perle”, invece, erano uno tra gli oggetti più preziosi. L’evangelista Matteo usa la perla per indicare il Regno dei cieli: “Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra” (Mt 13, 45-46).

Talvolta si fa una lettura distorta di questo brano cercando di giustificare un atteggiamento razzista o esclusivista secondo il quale “solo il popolo eletto” potrebbe ricevere la Parola di Dio. Nulla di più sbagliato. Questa era sì, la convinzione dei farisei, ma non rispecchia la volontà di Dio!

Leggiamo negli Atti degli Apostoli: “Mentre Pietro parlava così, lo Spirito Santo scese su tutti quelli che ascoltavano la Parola. E tutti i credenti circoncisi, che erano venuti con Pietro, si meravigliarono che il dono dello Spirito Santo fosse dato anche agli stranieri, perché li udivano parlare in altre lingue e glorificare Dio. Allora Pietro disse: «C’è forse qualcuno che possa negare l’acqua e impedire che siano battezzati questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo come noi?»” (Atti 10,44-47). Lo Spirito Santo è sceso su tutti: ebrei e stranieri, senza alcuna distinzione. Non siamo forse tutti fratelli?

Come scrisse Sant’Agostino: “A chi chiede, anche solo con lo sguardo, dev’essere dato; a chi cerca onestamente dev’essere consentito di trovare; a chi bussa umilmente dev’essere aperta la porta: in questi casi non si ha più a che fare con cani o porci ai quali non si debbano gettare le perle”. Dunque cane non è il non-ebreo, lo straniero, ma la persona con il cuore chiuso, che non accetta di ascoltare la Parola di Dio. Chi si ostina nel proprio peccato, imbavagliato dall’orgoglio, paralizzato dall’accidia, cieco a causa della cupidigia, sordo a causa della propria avarizia… il cuore di quell’uomo è quel terreno sassoso e pieno di spine in cui il seme non può attecchire (cfr. Mt 13,1-23).

Dio non è di un solo popolo o di una sola etnia, perchè, come dice Gesù: “Io ho altre pecore che non sono di quest’ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore” (Gv 10,16). Xenofobi e razzisti… si mettano il cuore in pace: Anche gli stranieri hanno il diritto di vivere e di ascoltare la Parola di Dio.

Infine un cenno alla “porta stretta” (v. 13): Abbiamo visto che Gesù è venuto per tutti, dunque tutti possiamo entrare nella Vita Eterna, ma per tutti la porta è “stretta”. L’ingresso all’eternità è aperto ad ogni persona, ma è “stretto” perché esigente: richiede fede, impegno, umiltà, mitezza, rinunce, amore per Dio e per il prossimo. Ma seguendo l’insegnamento di Gesù, ce la potremo fare!

Concludo con le parole di Papa Francesco: “non dobbiamo aver paura di varcare la porta della fede in Gesù, di lasciarlo entrare sempre di più nella nostra vita, di uscire dai nostri egoismi, dalle nostre chiusure, dalle nostre indifferenze verso gli altri. Perché Gesù illumina la nostra vita con una luce che non si spegne più. Non è un fuoco d’artificio, non è un flash! No, è una luce tranquilla che dura sempre e ci da pace. Così è la luce che incontriamo se entriamo per la porta di Gesù”.

Cari amici, le domande che oggi vi propongo (e mi propongo) sono:  Per quale porta voglio entrare? Quella larga e spaziosa, che conduce alla perdizione… che conduce a gettare le perle della nostra anima “ai porci” dell’inferno (cfr. Lc 8, 26-33), oppure quella stretta, dove “molti cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno” (cfr Lc 13,24)? Chi sono, per me, i cani ed i maiali di questo brano del Vangelo?

Questa notte, Gesù, ti affido tutti i miei amici e le persone che conosco! Fa’ che, guidati dalla Tua Parola, imbocchino tutti la “porta stretta” e  si tengano sempre sulla “retta via”.

#Santanotte amici miei! 🙂 🙂 🙂

Quanto è larga la mia porta?
Il dipinto di oggi è “Il Giudizio Universale” (trittico), del pittore tedesco Hans Memling, databile tra il 1467 ed il 1471, olio su tavola, 221 x 161 cm, Museo Nazionale di Gdańsk, Polonia.

Alessandro Ginotta

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