Quanti miracoli avvennero a Gerico?

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Eccolo: il miracolo dirompente della luce che acceca il nostro peccato e guarisce la nostra cecità.

Il mio in(solito) commento a:
Che cosa vuoi che io faccia per te? Signore, che io veda di nuovo! (Lc 18,35-43)

La via che porta a Gerico è una strada di miracoli. A Gerico Zaccheo incontrò Gesù, un’occasione che gli trasformò la vita (cfr. Luca 19,1-10). Lungo la strada che da Gerusalemme porta a Gerico il buon samaritano salvò il viandante aggredito, dando prova di solidarietà e generosità (cfr. Luca 10,25-37). A Gerico Gesù guarì Bartimeo dalla cecità (Marco 10,46-53), ma anche altri due ciechi (Matteo 20,29-34). E, sfogliando a ritroso le pagine della Bibbia, torneremo più volte in questi luoghi. Fu proprio la vallata di Gerico che Dio mostrò a Mosè, poco prima della morte del profeta, indicandogli dove fosse la terra promessa (cfr. Deuteronomio 34,1). Gerico fu anche la città cinta d’assedio dagli ebrei, che ne fecero crollare le mura al suono delle loro trombe (cfr. Giosuè 6,1-21). E ancora molti eventi narrati nel libro dei Giudici, nel secondo libro delle Cronache e in quello di Geremia.

Quella che san Luca ci racconta oggi è la storia di un miracolo cercato e fortemente voluto. Il cieco che staziona lungo la porta di Gerico è proprio determinato ad incontrare Gesù. La folla tenta di fermarlo, di zittirlo. Ma l’impeto del suo cuore è troppo forte. Un desiderio che non si lascia intimidire. Non vede con gli occhi, ma la sua anima ha una vista perfetta! Sa che Gesù lo potrà guarire e proprio non vuole farselo scappare.

E noi? Quanto desideriamo guarire? No, amici cari, non mi riferisco alle malattie del corpo, almeno non soltanto a quelle. Penso ai tanti mali che indeboliscono la nostra anima: egoismo, invidia, orgoglio, malvagità, corruzione… alcune delle peggiori cecità del nostro tempo. Noi vogliamo davvero guarire da questi mali? E, soprattutto, ci rendiamo conto di essere ammalati?

Perché, amici, non c’è bisogno di salire su un sicomoro né di percorrere la via che conduce a Gerico, per incontrare Gesù. Egli è sempre qui, accanto a noi, in ogni momento ed anche ora. Basta avere voglia di cercarlo e Lui si farà trovare. Non aspetta altro di rispondere ad un moto sincero della nostra anima. La nostra Gerico sarà la Bibbia, il Vangelo, o un buon libro che ci avvicini a Lui. Possiamo incontrare Gesù in un santuario, in una chiesa e perfino nel nostro cuore, nella tranquillità delle nostre mura domestiche. Quello che ci serve è la voglia di abbandonare le brutte e vecchie abitudini per trasformarci. Una volontà che si interseca con quella di Gesù di venire a cercarci. E quando due volontà così forti si incontrano, nulla, proprio nulla, può fermare il miracolo dell’amore. Due esseri che si cercano e tendono la mano l’uno verso l’altro: la creatura che tende la mano al suo Creatore, il Creatore che si protende verso la propria creatura. Un’esplosione di volontà che trasforma. Per sempre. Un incontro che cancella ogni peccato ed inietta nuova vita dentro di noi.

Più volte lo stesso Gesù si definirà medico (cfr Luca 4,23), (Matteo 9,12), (Marco 2,17), (Luca 5,31). Lui è un dottore speciale. Un medico che non si cura della malattia, ma si prende cura della persona. Un dottore che non aspetta che noi andiamo a bussare alla sua porta, ma ci viene in contro per primo. Un medico che continua a starci accanto, addirittura anche dopo averci guariti. Perché per Lui noi siamo importantissimi. E noi… gli facciamo capire quanto Lui lo sia per noi?

#Santanotte amici cari. Chi, fra noi, ha incontrato Gesù nel proprio cuore, ha sperimentato il miracolo dirompente della luce che acceca il nostro peccato e guarisce la nostra cecità. Non dimentichiamo Gesù, ma cerchiamolo con fede e fiducia. E anche la nostra anima recupererà la vista!

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “La guarigione del cieco di Gerico”, di Duccio di Buoninsegna, 1308, 43,5 x 45 cm., National Gallery di Londra

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