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Perché credere in Dio

Perché credere in Dio

Tu credi in Dio? Se stai leggendo queste righe probabilmente sì, o forse il seme della fede in te sta per sbocciare: nutri ancora dei dubbi, ma la tua sete di infinito ti spinge a leggere ed informarti. Vediamo insieme perché

Il mio in(solito) commento a:
Chi ha visto me, ha visto il Padre (Giovanni 14,7-14)

Grazie alla fede si compiono i miracoli. Se hai un po’ di dimestichezza con il Vangelo saprai che è un concetto che Gesù ripete spesso: Cristo si accerta che la nostra fede sia capace di credere nell’impossibile prima di realizzarlo. Gesù ci coinvolge quando ci guarisce: «Che vuoi che io ti faccia?», «Va’, la tua fede ti ha salvato» (cfr. Marco 10,51-52). Egli mette alla prova la nostra sete di Lui quando sazia la nostra fame: «Quanti pani avete? Andate a vedere» (cfr. Marco 6,38). Gesù misura la nostra fede persino quando deve risuscitare una persona: “Gesù le disse: «chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo»” (cfr. Giovanni 11,26-27).

Ma oggi la Parola ci dice una cosa nuova: «In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre» (v. 12). Se tu credi, allora anche tu potrai compiere miracoli.

Ho molto riflettuto su questa riga. A una prima lettura sembrerebbe raccontare qualcosa di impossibile. Io, in grado di compiere miracoli? Quando mai!? Eppure, guarda bene nella tua anima. Sei proprio sicuro che non sia mai accaduto nulla di strano, nulla di apparentemente impossibile, nessuna coincidenza improbabile si è mai verificata? Se pensi che nulla di tutto questo sia accaduto lasciatelo dire: o conduci un’esistenza tremendamente ordinaria, oppure non sei abbastanza attento allo straordinario che si manifesta accanto a te. Io sono certo che, se ci penserai bene, anche tu troverai dei piccoli miracoli che Dio ha compiuto nella tua vita.

Ma ipotizziamo per un (solo) istante che non ce ne siano. Basterà andare avanti a leggere il Nuovo Testamento per incontrare presto miracoli eclatanti compiuti dagli apostoli dopo la morte e Risurrezione di Cristo: san Pietro guarì uno storpio alla porta del tempio (cfr. At 3,1-10), un paralitico a Lidda (cfr. At 9,33-35) e una donna di nome Tabità a Giaffa (cfr. At 9,36-42). Filippo (sì, proprio il Filippo a cui si rivolge Gesù in questo brano di Vangelo) guarì molte persone e compì esorcismi nelle regioni di Samaria (cfr. At 8,7). San Paolo addirittura risuscitò due persone: un adolescente a Troade (cfr. At 20,9-12), guarì il padre di Publio (cfr. At 28,8) e un infermo a Listra (cfr. At 14,8-10), poi compì un esorcismo a Filippi (cfr. At 16,16-18).

Se ancora sei convinto che nella tua vita non sia mai avvenuto nessun miracolo accennerò a qualcuno dei miei, come la volta in cui Dio fermò per me il tempo permettendomi di arrivare puntuale (anzi in anticipo) ad un appuntamento che era ormai perduto e che avrebbe stravolto le sorti della mia vita. Allora È grazie a quei 15 minuti che mi regalò Dio se oggi sono qui a scrivere questo articolo. Un’altra volta fece addirittura apparire una chiesa là dove non esisteva (questo te lo racconto nel mio ultimo libro Sorprendersi con Dio). E potrei andare avanti narrando molti altri episodi come incidenti scampati, previsioni impossibili avverate…

E allora ho riflettuto: ma è proprio vero! Dio è così, produce miracoli che si nutrono della nostra speranza. Quando hai un problema è inutile temere di non poterlo risolvere, prova piuttosto a nutrire la speranza di poterlo superare e ti sorprenderai di scoprire che la soluzione verrà da sé. Anzi: da Dio!

#Santanotte. Apriti allo straordinario e qualcosa di straordinario avverrà dentro di te!

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Sacro cuore di Gesù”, di autore francese della prima metà del XIX secolo, Reims, Collezione privata

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