Papa Francesco: Guardare i bambini per capire Gesù.

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L’ultima udienza del 2015 è tutta dedicata al Bambino Gesù. Il consiglio del Papa: andate davanti al Presepe, baciate il Bambinello e ditegli: “Gesù io voglio essere umile come te, umile come Dio”.

“Un giorno un po’ freddo” ha esordito il Papa, avvolto in sciarpa e cappotto bianchi. Ma  sono bastate le prime parole di Francesco a scaldare i cuori dei presenti. Quasi in punta di piedi il Papa ci ha accompagnati con la mente a visitare quell’angolo illuminato, caldo e colorato delle nostre case: il Presepe.

“In questi giorni natalizi ci viene posto dinanzi il Bambino Gesù. Sono sicuro che nelle nostre case ancora tante famiglie hanno fatto il presepe, portando avanti questa bella tradizione che risale a san Francesco d’Assisi e che mantiene vivo nei nostri cuori il mistero di Dio che si fa uomo”.

“Dio è stato un bambino, e questo deve avere un suo significato peculiare per la nostra fede”. Per crescere, ha osservato Papa Francesco: “avremmo bisogno di contemplare più spesso Gesù Bambino”.

Papa Francesco: Guardare i bambini per capire Gesù.

L’esempio di Santa Teresa di Lisieux

La devozione a Gesù Bambino è molto diffusa. Tanti santi e sante l’hanno coltivata nella loro preghiera quotidiana, e hanno desiderato modellare la loro vita su quella di Gesù Bambino. “Penso – ha osservato il Papa – a santa Teresa di Lisieux, che come monaca carmelitana ha portato il nome di Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo. Lei, che è anche Dottore della Chiesa, ha saputo vivere e testimoniare quell’infanzia spirituale che si assimila proprio meditando, alla scuola della Vergine Maria, l’umiltà di Dio che per noi si è fatto piccolo”.

Papa Francesco: Guardare i bambini per capire Gesù.

L’infanzia di Gesù

Certo, non conosciamo nulla di questo suo periodo. Le rare indicazioni che possediamo fanno riferimento all’imposizione del nome dopo otto giorni dalla sua nascita e alla presentazione al Tempio (cfr Lc 2,21-28); alla visita dei Magi con la conseguente fuga in Egitto (cfr Mt 2,1-23). Poi, c’è un grande salto fino ai dodici anni, quando con Maria e Giuseppe Gesù va in pellegrinaggio a Gerusalemme per la Pasqua, e invece di ritornare con i suoi genitori si ferma nel Tempio a parlare con i dottori della legge.

Papa Francesco: Guardare i bambini per capire Gesù.

Scoprire Gesù attraverso i bambini

Come si vede, sappiamo poco di Gesù Bambino, ma “possiamo imparare molto da Lui se guardiamo alla vita dei bambini”. Scopriamo, anzitutto “che i bambini vogliono la nostra attenzione. Loro devono stare al centro perché sono orgogliosi? No perché hanno bisogno di sentirsi protetti!”.

Anche noi dovremmo porre al centro della nostra vita Gesù e sapere “anche se può sembrare paradossale, che abbiamo la responsabilità di proteggerlo”. Gesù “vuole stare tra le nostre braccia, desidera essere accudito e poter fissare il suo sguardo nel nostro”. Inoltre dovremmo “far sorridere Gesù Bambino per dimostrargli il nostro amore e la nostra gioia perché Lui è in mezzo a noi”. Il suo sorriso è “segno dell’amore che ci dà certezza di essere amati”.

“I bambini – ha ricordato Papa Francesco – amano giocare”. Far giocare un bambino, però, significa abbandonare la nostra logica per entrare nella sua. Se vogliamo che si diverta è necessario capire cosa piace a lui. E’ un insegnamento per noi. Davanti a Gesù siamo chiamati ad abbandonare la nostra pretesa di autonomia”. Questo è il nocciolo del problema: la nostra pretesa di autonomia. Dovremmo accogliere invece “la vera forma di libertà, che consiste nel conoscere chi abbiamo dinanzi e servirlo”.

“Lui è il Figlio di Dio che viene a salvarci. E’ venuto tra di noi per mostrarci il volto del Padre ricco di amore e di misericordia. Stringiamo, dunque, tra le nostre braccia il Bambino Gesù, mettiamoci al suo servizio: Lui è fonte di amore e di serenità”.

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L’appello per le vittime delle calamità

Al termine dell’Udienza il Papa ha rivolto un invito a pregare per le vittime delle calamità che in questi giorni hanno colpito gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e l’America del Sud, specialmente il Paraguay, causando purtroppo vittime, molti sfollati e ingenti danni. “Il Signore dia conforto a quelle popolazioni, e la solidarietà fraterna li soccorra nelle loro necessità”.

Di Alessandro Ginotta

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