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Le donne coraggiose nella Bibbia

Le donne coraggiose nella Bibbia

Le pagine della Bibbia sono piene di donne coraggiose e capaci di cambiare il corso della storia.

Il mio in(solito) commento a:
C’erano con lui i Dodici e alcune donne che li servivano con i loro beni (Luca 8,1-3)

C’è Giuditta, vedova giudea ancora avvenente, che non esita ad uscire dalle mura della sua città sotto assedio, per inoltrarsi nel campo nemico e tagliare la testa al generale assiro Oloferne, decapitando, di fatto, l’esercito più potente del mondo in quell’epoca (cfr. Giuditta 10,1-13,16). C’è Ester, che, tutta sola, riesce a convincere il re persiano Assuero a non sterminare il suo popolo durante l’esilio (cfr. Ester 3-9). C’è Raab, giovane locandiera di Gerico, che nasconde sul proprio tetto, sotto steli di lino, due esploratori mandati da Giosuè e permette agli Ebrei di conquistare la città. Questa donna coraggiosa è una antenata del re Davide. Insieme a loro Susanna, Ruth, Agar, Dinah, Tamar, Atalia, Anna… e molte altre, ciascuna con un racconto affascinante che vi invito a scoprire.

Ma, nonostante questi racconti, molti libri della Bibbia ci presentano una società fortemente patriarcale e maschilista. Pensate, amici, che ai tempi di Gesù era ritenuto assai sconveniente, per una donna, parlare in pubblico o rivolgersi ad un uomo sconosciuto (cfr. 1Corinzi 14,34-35). Era severamente proibito toccare, od anche solo sfiorare per sbaglio, una donna in certi giorni del mese: le donne erano considerate impure per sette giorni (Levitico 15,19) e chiunque le toccasse veniva considerato impuro fino a sera (Levitico 15,19). Addirittura chiunque toccasse “il suo letto o qualunque cosa su cui ella è seduta, durante i sette giorni” avrebbe dovuto lavarsi le vesti e lavarsi in acqua e comunque sarebbe stato considerato impuro fino a sera (Levitico 15,20-23).

Cristo sovverte ed annulla gli schemi fatti di abitudini vecchie e stantie: compirà alcuni gesti che, per noi che ci approcciamo al Vangelo con gli occhi di oggi, possono apparire normali, ma, per i suoi contemporanei, erano così rivoluzionari da lasciare attoniti perfino i discepoli che camminavano con Lui. Le sue parole, le sue azioni, hanno un effetto dirompente, come quello vino nuovo che rompe gli otri vecchi (cfr. Luca 5,38).

Gesù non teme di avvicinarsi alle donne ed intrattenersi a discorrere con loro con semplicità e naturalezza. Facendo questo, restituisce loro quella dignità che era stata sottratta da una legge antica, che in realtà era stata scritta con mani d’uomo, e solo spacciata per divina. Una legge che permetteva che le donne venissero vendute come schiave per pagare un debito. Peggio ancora, le donne non avevano neppure il diritto, comune a tutti gli altri schiavi, di riacquistare la libertà nell’anno sabbatico.

Proviamo ad immergerci in questo tempo immaginando di ritrovarci spettatori dell’episodio della samaritana al pozzo. Notiamo lo stupore degli apostoli: “In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna” (Gv 9,27). Eppure il dialogo tra Cristo e la donna appare così franco, diretto, immediato. Perché Dio è al di sopra delle consuetudini e non si lascia limitare dal pensiero dell’uomo, ma è venuto a visitare l’uomo per liberarlo. Per salvarlo.

E, per realizzare questo, è venuto a vivere in mezzo a noi attraverso Maria. La donna che, con il suo sì, ha spalancato a Dio le porte dell’umanità ed ha reso possibile l’incarnazione del Verbo.

Ecco che le donne assumeranno una rilevanza sempre crescente in tutto il Nuovo Testamento. Ci saranno Marta e Maria, le amiche di Gesù, la peccatrice perdonata in casa di Simone, l’adultera salvata dalla lapidazione, la samaritana al pozzo, la vedova di Nain, la donna siro-fenicia “dei cagnolini”, la vedova dell’elemosina e molte, molte altre. Ciascuna di loro ha una storia che si intreccia con quella di Gesù.

Non a caso, saranno proprio le donne, a piangere ai piedi della croce. E, di nuovo, saranno le donne le prime testimoni della Risurrezione. Poi ad una donna, Maria, fu affidata l’umanità, i cui destini dipenderanno ancora da una magnifica “donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle” (Apocalisse 12,1).

Non ci stupisce, quindi, trovare Maria Maddalena, Giovanna, Susanna e molte altre (cfr. vv. 2-3) che accompagnano Gesù ed i discepoli nel loro cammino.

Sì, perché il vino nuovo di Gesù che ribolle nei tini e rompe i contenitori vecchi e sgualciti ha bisogno otri nuovi, capaci di reggere la prorompente vivacità. E, in questo caso, ha bisogno anche delle donne, che, nei Vangeli, si mostrano molto più aperte a credere e pronte ad affidarsi con più libertà interiore rispetto ai rappresentanti del sesso maschile, chiusi nel loro stereotipo di vana superiorità. Perché se il cuore dell’uomo è colmo di prepotenza, allora non c’è più spazio per Dio. Le donne sono care a Gesù, perché danno la vita per mezzo di un amore che, più di tanti discorsi di tanti uomini pieni di sé, arriva dritto dritto al cuore di Dio.

#Santanotte amici, il vostro cuore sappia sempre cogliere il profumo nuovo della Parola di Gesù, la Verità che ogni giorno palpita di stupore e meraviglia. Dio vi benedica amici cari!

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Madonna con Bambino”, di Julie Mihes,1823, olio su tela, ; Oil on canvas, 100x83cm, National Museum of Women in the Arts, New York

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