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Hai mai provato i frutti dell’orto di Gesù?

Il dipinto di oggi è “Cristo e il bambino” (dettaglio del volto di Cristo), del pittore danese Carl Heinrich Bloch, 1873, olio su tela, 385x160 cm, Skt. Nikolai Kirke, Holbæk, Danimarca

+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,1-9)

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».

Parola del Signore

Gv 12,44-50

Certo che questo seminatore è generoso: sparge i semi senza risparmiarli. Non importa se ci sono sassi, non importa se ci sono spine. Lui semina. Sì, perchè anche un piccolo germoglio può fare la differenza. Anche una pianticina minuta può salvare un cuore arido e pietroso.

Gesù sparge i suoi chicchi, instancabilmente, ogni giorno. Non calcola la resa del campo, non fa valutazioni di comodo: Cristo non decide a priori dove crescerà il grano. La Parola di Dio viene portata a tutti, indifferentemente, sia a chi l’ascolta, sia a chi ha i sassi nel cuore… perchè Gesù non ci costringe ad essere terreno buono, ma ci cura e ci ama in qualunque caso. Anche se lo rifiutiamo, anche se attorno a noi crescono solo rovi. Perchè “Egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti” (Mt 5,45).

La Parola si semina così: con la stessa generosità con cui il Signore distribuisce il suo amore, Gesù sparge i suoi chicchi ovunque.

Dunque Gesù è il seminatore, e noi siamo la terra che accoglie il seme. Adamo, Adam in ebraico, significa “uomo”, “essere umano”. Lo stesso vocabolo adamah vuol dire anche “terra”, “suolo”. Il primo uomo è stato tratto dal suolo: “…allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente” (Genesi 2,7). Noi tutti discendiamo da Adamo, e il nostro terreno… è di varia natura: c’è chi è più fertile, chi ha più spine, chi ha più sassi…

E’ compito nostro badare che il granello attecchisca e germogli: “Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere” (Lc 8,18). A chi ha il cuore aperto all’ascolto della Parola, Dio dona ancora di più. A chi rifiuta di accogliere la Parola (la strada), a chi è chiuso e non ascolta, perchè pensa di sapere già tutto… a costui sarà tolto anche quel poco che ha (o meglio, che crede di avere): “una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono” (v. 4).

La terra deve essere curata ogni giorno. Non possiamo aspettare che il seme cresca e basta. Non possiamo essere “superficiali” come il terreno sassoso. Se non c’è acqua per irrigare, se non c’è amore da regalare ai nostri fratelli, se non c’è spirito di fraternità, di condivisione, il seme muore nel nostro individualismo: “Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò” (vv.  5-6).

Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono” (v. 7). Il seme che cade tra le spine è soffocato dalle preoccupazioni del mondo. Gli affanni, i mille impegni che abbiamo ogni giorno, non ci permettono di dedicare il giusto tempo alla preghiera, alla lettura ed alla meditazione della Parola di Dio. Ecco che il seme soffoca. E la pianta non cresce. Dobbiamo ritagliarci un po’ di tempo per stare con Gesù! Dobbiamo avere cura di quel seme che Lui ci ha affidato.

Ma se sapremo essere quel terreno buono! Oh, allora l’ascolto della Parola porterà frutti inimmaginabili!  Allora lo Spirito Santo avrà raggiunto il nostro cuore, che sarà gonfio dell’amore di Dio. Allora noi sapremo, a nostra volta, condividere questa gioia con i nostri fratelli, usciremo anche noi a seminare, ci scopriremo anche noi contadini, non potremo tenere solo più per noi la Parola, perchè: “Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza aver irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia; così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata” (Is 55,10-11).

Sì, sono buoni i frutti dell’orto di Gesù!

E sarà gioia piena!Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15,8-11).

Cari amici, le domande che oggi vi propongo (e mi propongo) sono: Com’è il mio cuore? A quale terreno assomiglia: a una strada, a una pietraia, a un roveto? Ma anche noi siamo seminatori: che tipo di seme esce dal mio cuore e dalla mia bocca: un seme buono, oppure il loglio, la zizzania?

Questa notte, Gesù, Ti affido tutti i miei amici e le persone che conosco! Fa’ che il loro cuore sia terreno fertile per il Tuo Amore, fa’ che anche loro diventino seminatori del bene.

#Santanotte amici miei! 🙂 🙂 🙂

Il dipinto di oggi è “Cristo e il bambino” (dettaglio del volto di Cristo), del pittore danese Carl Heinrich Bloch, 1873, olio su tela, 385x160 cm, Skt. Nikolai Kirke, Holbæk, Danimarca
Il dipinto di oggi è “Cristo e il bambino” (dettaglio del volto di Cristo), del pittore danese Carl Heinrich Bloch, 1873, olio su tela, 385×160 cm, Skt. Nikolai Kirke, Holbæk, Danimarca

Alessandro Ginotta

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