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Cosa significa Avvento?

Che cosa vuol dire Avvento?

Oggi ti propongo un esame della vista particolare: che cosa vedi con gli occhi della tua anima? Osservando le pagine di Vangelo che abbiamo letto nei giorni che precedono immediatamente l’Avvento, che cosa vedi? Scorgi solo il buio di morte e distruzione che accompagnerà la fine del mondo o riesci a scorgere la luce che nasce da Dio stesso, sorgente di speranza e di pace in una vita rinnovata?

Il mio in(solito) commento a:
Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà (Marco 13,33-37)

Avvento. Da “adventus“, arrivare, sopraggiungere. Un bel verbo dinamico che indica un cammino, un progredire, un avanzare verso qualcosa di completamente nuovo, qualcosa che ci sconvolge (in positivo), qualcosa che cambierà per sempre la vita e la storia. Anzi: la farà ripartire in un modo nuovo.

Non per niente la nascita di Cristo, la prima “Venuta”, ha segnato e segna tuttora, un nuovo modo di conteggiare il tempo: tutta la storia si divide in avanti Cristo e dopo Cristo. E la seconda Venuta? Quella riavvolgerà del tutto il rullo della storia, mettendo – sì, questo è vero – la parola “fine” alla vita come la conosciamo ora, ma non sarà la fine di tutto. Al contrario sarà un nuovo inizio, perché inaugurerà una nuova era ed un nuovo modo di stare insieme a Dio.

Fin dalle primissime pagine della Genesi incontriamo Dio che cammina con noi. Dapprima “passeggia” nel giardino: “Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno” (cfr. Genesi 3,8), poi “marcia” insieme al popolo di Israele in fuga dalla schiavitù dell’Egitto: “Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube, per guidarli sulla via da percorrere, e di notte con una colonna di fuoco per far loro luce, così che potessero viaggiare giorno e notte” (Esodo 13,21), quindi rinuncia alle comodità del cielo per “camminare” insieme agli uomini: “Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi” (Matteo 1,23).

Il Dio-con-noi ha rovesciato le prospettive: ha dichiarato beati gli ultimi, i poveri, i perseguitati (cfr. Matteo 5,1-10), “ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote” (cfr. Luca 1, 51-53), ha trasformato quello che tutti ritenevano una sconfitta, la morte in croce, nel più grande e sorprendente dei trionfi: la Risurrezione. Perché lì dove s’infrange la speranza umana, il momento nel quale tutto sembra perduto, il tempo del dolore nel quale tante persone sentono come il bisogno scendere dalla croce, è proprio il momento più vicino alla Resurrezione! Questa fu la grande rivoluzione di duemila anni fa, quando i calendari si fermarono per ripartire con una pagina nuova.

Ti propongo ora di soffermarti a riflettere: quale sarà la rivoluzione che ci attende quando le lancette degli orologi si fermeranno di nuovo? Che cosa accadrà dopo?

Il destino, in qualche modo, lo abbiamo già visto: è quello che ci ha raccontato il Vangelo nelle settimane che precedono l’Avvento. Pagine complesse che talvolta ci hanno spaventato, ma solo perché dobbiamo imparare a leggerle con il cuore e non con la mente. Per capirle, invece, ci viene richiesto quello sguardo di speranza che sa andare oltre, oltre il nostro timore, oltre la nostra convinzione che la croce sia solo morte e che la morte sia solo la fine di tutto. Perché così non sarà!

Sì, perché se alcuni in quelle pagine vedono solo l’approssimarsi della fine del mondo, altri riescono a percepire l’arrivo della pienezza di un nuovo mondo. Un mondo in cui vivremo di nuovo insieme a Dio. Perché il Dio-con-noi camminerà di nuovo insieme a noi! Perché quando tutto sembra finito, è lì che inizia!

«Ecco la dimora di Dio con gli uomini!
Egli dimorerà tra di loro
ed essi saranno suo popolo
ed egli sarà il “Dio-con-loro”

(Apocalisse 21,3).

Gesù, il Dio-con-noi, non ha mai smesso di camminare insieme a noi, di manifestarci la sua vicinanza, di essere pronto a sorreggerci non appena vacilliamo. Anche se la nostra imperfezione, per ora, ci impedisce di esserne pienamente consapevoli:

E tergerà ogni lacrima dai loro occhi;
non ci sarà più la morte,
né lutto, né lamento, né affanno,
perché le cose di prima sono passate»

(Apocalisse 21,4).

#Santanotte. Non dimentichiamo che prepararsi al Natale è un’occasione stupenda per riscoprire il senso dell’attesa, il senso del dono, lo stare insieme nell’amore. Proprio come Dio vuole. Buon Avvento con Gesù nel cuore!

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Cristo Consolatore”, capolavoro del pittore danese Carl Heinrich Bloch, olio su tela, 1890, Cappella Frederiksborg Palace, Copenhagen

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