Come non cadere nell’errore dei farisei

Come non cadere nell’errore dei farisei

Facebook
Twitter
Youtube
Youtube
Flipboard
Follow by Email
RSS

Certo Gesù non solo era solito parlare per parabole, ma… sapeva anche rispondere per le rime!

Il mio in(solito) commento a:
Date in elemosina, ed ecco, per voi tutto sarà puro (Luca 11,37-41)

Al padrone di casa che si prende la libertà di giudicare Gesù sulle abluzioni rituali, Lui replica: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro» (vv. 39-41).

Parole che suonano come uno schiaffo. Qualche volta i Vangeli ci sorprendono, perché nel nostro immaginario ci siamo un po’ autocostruiti un’immagine di Gesù “buonista”. Ma non è proprio così: Cristo è buono, non bonaccione. Lui sa quando è il momento di alzare la voce e, qualche volta, perfino la frusta (cfr. Giovanni 2,15). D’altra parte: “Buono e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore” (Salmo 102,8). Ma soprusi ed ingiustizie proprio non gli vanno a genio.

E, amici cari, sapete quando Gesù più si arrabbia? Non quando vede qualcuno che non riesce a fare qualcosa, perché non ne è capace. No, quell’uomo verrà amato ancora di più da Dio. E neppure quando sbagliamo perché non sappiamo come comportarci o ignoriamo determinate cose. No, neppure in questo caso Gesù se la prende con noi, anzi, ci perdona e ci aiuta a capire dove sta l’errore.

Al contrario Gesù si infuria proprio con chi avrebbe le capacità e non le usa. O peggio ancora, mette le proprie capacità al servizio del male. Scribi e farisei avevano una grande conoscenza delle Legge mosaica e si professavano tra i più vicini a Dio. Ebbene, proprio loro che avrebbero avuto capacità e conoscenza di comprendere le scritture, pur sapendole interpretare, preferivano dare al popolo una loro versione distorta e “di comodo”, che favoriva i loro interessi: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare” (Matteo 23,13).

Questi uomini avevano la presunzione di voler ‘insegnare a vivere’ agli altri. Pronunciare “guai a voi” è il modo che Gesù usa per scuoterci quando facciamo un uso sbagliato della fede. Sì, perché la fede serve per credere ed avvicinarsi a Dio, per ritrovare le speranze smarrite e la voglia di metterci in gioco facendo del bene. Ma, quando la usiamo per esercitare una forma di potere sugli altri, per giustificare le nostre azioni o per farci più grandi di quel che siamo, allora anche noi ci comportiamo proprio come quegli scribi e farisei.

Non cadiamo nel loro errore. Prima di “criticare” gli altri, evidenziandone i difetti più piccoli, proviamo a “lavare l’interno del nostro bicchiere”. Miglioriamo prima noi stessi e dopo, solo dopo, proviamo a far crescere, con amore e tenerezza, anche gli altri, secondo quelli che sono gli stessi valori che seguiamo anche noi.

Sì, amici cari, perché dobbiamo testimoniare il Vangelo con la nostra stessa vita e non solo con la nostra lingua. Dobbiamo dunque essere noi, i primi, a seguirne i principi.

#Santanotte amici cari, se la vostra anima brilla, brilleranno anche le vostre vite! Dio vi benedica sempre!

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Cristo benedicente”, di Bernardino Luini, 1520, olio su tavola, 140x110cm, Museo del Louvre, Parigi

COPYRIGHT © 2023 Tutti i diritti riservati. I contenuti di questo blog sono protetti dalle leggi sul diritto d'autore 633/41 e 248/00. É vietata la copia senza espressa autorizzazione. Se desideri trascrivere un breve stralcio sui social ti chiediamo di indicare sempre l'autore ed inserire un link alla pagina di provenienza invitando a proseguire la lettura sul blog LabuonaParola. Per favore non copiare l'intera pagina. Grazie!