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Agorà Sociale: impegni concreti per ridare fiducia ai giovani

A Torino Chiesa, istituzioni ed associazioni cercano insieme ai giovani soluzioni ai problemi di welfare e lavoro.

Nell’antica Grecia l’Agorà era la piazza principale: il centro economico, politico e religioso della città; il luogo in cui si prendevano le decisioni e si costruivano le relazioni interpersonali. Ed è proprio questo lo spirito che si respirava sabato mattina, nell’Auditorium della Città metropolitana di Torino: giovani, rappresentanti delle istituzioni locali, del mondo dell’educazione, dell’associazionismo e della Chiesa riuniti insieme si sono confrontati per individuare un nuovo modello di welfare.

Agorà Sociale: impegni concreti per ridare fiducia ai giovani
Un incontro fortemente voluto dall’Arcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia, che ha chiamato i giovani ad essere protagonisti di questa edizione dell’Agorà. Sono i ragazzi a parlare alle istituzioni e non viceversa, perché: “Il mondo adulto è tentato di dare risposte preconfezionate sui giovani, senza interpellarli. Le nostre opinioni, i nostri dati, i nostri numeri, i nostri giudizi (e pre-giudizi) diventano colonne di cemento armato dentro cui ci si lascia blindare e talvolta anche manipolare, con il rischio di non vedere più la realtà o di rappresentarla in modi parziali”.

Così quattro giovani sono stati scelti per portare “in piazza” le proprie storie, per raccontare i propri percorsi di studio e di lavoro, le difficoltà nel trovare un’occupazione stabile o le gioie di chi invece ha raggiunto il traguardo dell’indipendenza economica. Enrico, 26 anni, ingegnere,  Giulia, 29 anni, esperta di comunicazione, Prince, 30 anni, mediatore culturale, Giorgia, 23 anni, studentessa, sono i ragazzi che hanno partecipato alla tavola rotonda moderata dal giornalista della Rai, Matteo Spicuglia.

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Serve una strategia per ridare fiducia ai giovani: “non solo – ha sottolineato l’Arcivescovo – provvedimenti volti a dare soluzioni provvisorie, come ad esempio i voucher, che garantiscono tutt’al più un lavoro saltuario”. “Comprendo – ha proseguito – che politicamente la via intrapresa che privilegia gli anziani e le fasce intermedie appaia più produttiva dal punto di vista del consenso, ma in realtà può risultare miope e destinata a fallire privando i giovani del diritto a realizzare la propria vita attraverso il lavoro, senza il quale qualunque progetto personale o sistema previdenziale futuro è destinato al fallimento”.

Don Luca Ramello, 40 anni, direttore della Pastorale Giovanile, ha coordinato il confronto diretto tra i giovani ed i rappresentanti delle istituzioni con domande e risposte “a tutto campo”. Sul palco si sono alternati molteplici interlocutori, tra cui Chiara Appendino, sindaca di Torino, che nel suo intervento ha invitato tutti: Diocesi, associazioni e istituzioni, a “ragionare insieme” su come costruire un fondo di un milione di euro, che l’amministrazione comunale stanzierà nel 2017 per inserire i giovani nelle piccole e medie imprese.

Dal Presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino è arrivata la proposta di rimodulare insieme i fondi destinati al welfare “per trovare nuovi spazi per finanziare i percorsi educativi e di accompagnamento al lavoro”.

Mentre Francesco Profumo, Presidente della Compagnia di San Paolo, ha lanciato una sfida a “costruire imprese sociali che consentano non solo di cercare lavoro, ma di creare lavoro”. “Dobbiamo aiutare i giovani a pensare – ha proseguito – non tanto a cercare lavoro, ma a come creare lavoro per altri e per loro stessi”.

Un’assemblea molto vivace e partecipata, dove ci si è confrontati con franchezza e senza contrapporsi, anche quando le proposte giungevano da organizzazioni o schieramenti molto diversi fra di loro. Durante il dibattito non ci si è mossi soltanto sul piano teorico, ma sono state prese decisioni concrete, come quella di dare vita ad un “Osservatorio”, che non sarà soltanto un organismo di studio, ma come ha chiarito Mons. Nosiglia: “di promozione e sostegno di progetti concreti e fattibili per dare risposte appropriate alle esigenze dei giovani nel campo del lavoro”.

L’appuntamento è per la prossima Agorà che si terrà nel 2017: “Per verificare – ha concluso l’Arcivescovo – quanto avremo potuto attuare e quali ulteriori traguardi potremo e dovremo mettere in campo”.

Alessandro Ginotta
(fotografie di Renzo Bussio, La Voce E il Tempo)

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