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Te deum laudamus, perchè alla fine il male non vincerà

Te deum laudamus, perchè alla fine il male non vincerà

Oggi è l’ultimo giorno dell’anno. Che cosa faremo, come agiremo nel prossimo anno, per rendere un poco migliore la nostra vita? Chi di noi non si è voltato indietro almeno una volta per fare un bilancio dei mesi trascorsi? Chi non si è soffermato un istante per formulare almeno un proposito per il futuro?

Nelle chiese il 31 dicembre risuona il Te Deum, inno antichissimo che risale al lontano 400 d.C., un componimento in versi, un inno liturgico, che si recita per ringraziare Dio. San Paolo scriveva: “Tutto quello che fate in parole e in opere, tutto si compia nel nome del Signore, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre” (Colossesi 3, 23-24). E allora vorrei anch’io fermarmi un attimo e ringraziare il Signore per tutto il bene, ma anche per tutte le cose meno buone che sono accadute nel corso di questo 2016, che oggi consegniamo alla storia.

Mentre giunge al termine l’anno, raccogliamo, come in una cesta, i giorni, le settimane, i mesi che abbiamo vissuto, per offrire tutto al Signore. E domandiamoci coraggiosamente: come abbiamo vissuto il tempo che Lui ci ha donato? Lo abbiamo usato soprattutto per noi stessi, per i nostri interessi, o abbiamo saputo spenderlo anche per gli altri? Quanto tempo abbiamo riservato per stare con Dio, nella preghiera, nel silenzio, nella adorazione? (Papa Francesco).

Te Deum laudamus perchè il male non vincerà

Quanto dolore hanno visto i nostri occhi in questi mesi. Atroci attentati perpetrati in ogni dove nel mondo, nei momenti più impensati. Gente comune colpita a tradimento nei momenti più intimi. La gioia di tante famiglie brutalmente tramutata in pianto. Eppure, ringraziamo il Signore, perchè ogni volta ci ha aiutati a rialzarci, a superare la paura e lo spavento, a ricominciare a vivere senza chiuderci in noi stessi, senza chiuderci nei nostri recinti. Grazie Signore perchè stai vicino alle anime dei defunti in queste stragi, grazie perchè consoli i famigliari delle vittime. Non praevalebunt: «Le porte degli inferi non prevarranno» (Mt 16,18). Perchè Cristo è più forte del male.

Te Deum laudamus perchè la Tua volontà è più forte del male che sta nel cuore dell’uomo

Dopo 52 anni, 220mila morti e 5 milioni di sfollati, si è firmata la pace tra il governo colombiano ed i guerriglieri delle Farc. Sono notizie lontane per noi, ma oggi un popolo può guardare al futuro con più ottimismo. Ma anche in luoghi tristemente più vicini, come il Medio Oriente ed i paesi dell’Africa settentrionale, il sedicente Stato Islamico sta capitolando. Anche dove il male sembra più oscuro potrebbe tornare presto la pace. Anche dove sembrerebbe non esserci un limite al delirio dell’uomo, dove orrore, morte e distruzione hanno imperversato, una nuova alba può giungere «E poi, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia» (2Pt 3,13). Perchè Dio vuole il bene dell’uomo.

Te Deum laudamus perchè ci hai concesso la Tua Misericordia

Si è appena concluso un Anno Santo straordinario. Durante il Giubileo della Misericordia 21 milioni di pellegrini sono passati sotto una delle otto Porte Sante aperte a Roma, ma quanti hanno attraversato una delle 437 Porte della Misericordia aperte in Italia? E quanti sotto le 10.000 Porte Sante in tutto il mondo? Manila, Pechino, Gaza, Erbil… i cristiani di tutta la terra hanno potuto aprire il loro cuore al Signore e sperimentare la sua infinita Misericordia. Perchè Dio è pieno di Misericordia con chi lo invoca (Sal 85(86),5).

Te Deum laudamus perchè ancora oggi i poveri sono beati

La crisi economica ha duramente colpito il nostro continente. Eppure, oggi come al tempo di Gesù, in ogni città centinaia di volontari instancabili lavorano incessantemente per condividere le poche risorse disponibili ed alleviare le sofferenze dei più poveri. Oggi come allora, dove gli stati non arrivano, i cristiani compiono un piccolo miracolo, un po’ come ci ha mostrato Gesù moltiplicando i cinque pani d’orzo. Perchè se saremo capaci a “rendere povero” il nostro cuore, “sulle tracce di Cristo” (cfr. 1Pt 2,21),  realizzeremo la comunione fraterna: è così che “il Regno di Dio” entrerà nelle nostre vite. E’ così che sperimenteremo già qui e ora la Beatitudine dei poveri in spirito, concessa a chi saprà fare della propria esistenza un capolavoro di amore.  Perché di essi è il Regno dei cieli (Mt 5, 3).

Quante altre ragioni ci sono per lodare e benedire Dio! Guardiamo nel nostro cuore, raccogliamoci e ringraziamo il Signore per il bene che ci ha elargito durante l’anno trascorso e chiediamogli perdono per il male al quale ci siamo abbandonati ed… anche per tutto il bene che non abbiamo fatto!

Te Deum laudámus: * te Dóminum confitémur.
Te ætérnum Patrem, * omnis terra venerátur. Tibi omnes ángeli, *
tibi cæli et univérsæ potestátes:
tibi chérubim et séraphim *
incessábili voce proclamant: Sanctus, * Sanctus, * Sanctus *
Dóminus Deus Sábaoth. Pleni sunt cæli et terra * maiestátis glóriæ tuae.
Te gloriósus * Apostolórum chorus,
te prophetárum * laudábilis númerus,
te mártyrum candidátus * laudat exércitus. Te per orbem terrárum *
sancta confitétur Ecclésia,
Patrem * imménsæ maiestátis;
venerándum tuum verum * et únicum Fílium;
Sanctum quoque * Paráclitum Spíritum. Tu rex glóriæ, * Christe.
Tu Patris * sempitérnus es Filius.
Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, *
non horruísti Virginis úterum. Tu, devícto mortis acúleo, *
aperuísti credéntibus regna cælórum.
Tu ad déxteram Dei sedes, * in glória Patris.
Iudex créderis * esse ventúrus. Te ergo, quæsumus, tuis fámulis súbveni, *
quos pretióso sánguine redemísti.
ætérna fac cum sanctis tuis * in glória numerári. Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *
et bénedic hereditáti tuæ.
Et rege eos, * et extólle illos usque in ætérnum. Per síngulos dies * benedícimus te;
et laudámus nomen tuum in sæculum, *
et in sæculum sæculi.

Dignáre, Dómine, die isto *
sine peccáto nos custodíre.
Miserére nostri, Dómine, * miserére nostri.

Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *
quemádmodum sperávimus in te.
In te, Dómine, sperávi: *
non confúndar in ætérnum.

Noi ti lodiamo, Dio *
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
tutta la terra ti adora.A te cantano gli angeli *
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
il Signore Dio dell’universo.I cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
e la candida schiera dei martiri;le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico figlio, *
e lo Spirito Santo Paraclito.O Cristo, re della gloria, *
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
per la salvezza dell’uomo.Vincitore della morte, *
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
nell’assemblea dei santi.Salva il tuo popolo, Signore, *
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
lodiamo il tuo nome per sempre.Degnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
in te abbiamo sperato.Pietà di noi, Signore, *
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
non saremo confusi in eterno.

Il dipinto di oggi è:
Il dipinto di oggi è: “Dio Padre”,  del pittore italiano  Cima da Conegliano, XV secolo, olio su tavola, 31,7×40,6 cm, Courtauld Institute of Art, Londra

Alessandro Ginotta

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