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Michel Roy, Caritas: con i poveri per costruire una società migliore

Oggi ho conosciuto Michel Roy, segretario generale di Caritas Internationalis. Sessant’anni, un’esperienza trentennale nel lavoro per Secours Catholique in Francia, un figlio disabile, parla correntemente molte lingue, tra le quali un fluente italiano. Ed è proprio in italiano che si è rivolto ad una platea gremita di uditori durante un incontro organizzato dall’Ufficio Missionario della Diocesi di Torino. Ho avuto modo di ascoltarlo e di intrattenermi con lui al termine della serata per porgli qualche domanda.

Roy mi ha sorpreso. Mi aspettavo un burocrate austero e pensavo che sarebbe venuto, come purtroppo talvolta accade in queste occasioni, soltanto a snocciolare un po’ di numeri. Mi sono dovuto ricredere. Ho incontrato un uomo empatico, aperto, disponibile al dialogo ed all’ascolto. Un uomo che ha saputo spiegare, con una naturalezza non comune, anche i concetti più complessi.

Al fianco del Cardinale Luis Antonio Tagle, presidente di Caritas Internationalis, Michel Roy coordina le Caritas di tutto il mondo. Voce e sostegno dei poveri in 165 paesi della terra.

Per spiegare il ruolo di Caritas Internationalis, Roy ha citato la Deus Caritas est, la prima Enciclica pubblicata da Benedetto XVI nel dicembre 2005: “La Chiesa si esprime in un triplice compito: annuncio della Parola di Dio, celebrazione dei Sacramenti, servizio della carità”. Sono compiti che si presuppongono a vicenda e non possono essere separati l’uno dall’altro. “Senza la carità – afferma Roy – la Chiesa non esiste. La Caritas è l’istituzione privilegiata della Chiesa per portare avanti questa parte della missione”.

Compito della Caritas è testimoniare l’amore di Dio verso tutti, in particolare i più poveri, che sono il Popolo di Dio. “La loro presenza tra noi  è una autentica chiamata di Dio. I poveri ci portano una parola, hanno un messaggio per noi, un invito alla conversione”.

Michel Roy, Caritas: con i poveri per costruire una società migliore
L’Assemblea Generale di Caritas, svoltasi a Roma a maggio 2015, ha stabilito cinque orientamenti strategici:

Mettere la Caritas nel cuore della Chiesa

Quella di Caritas è una missione doppia nella Chiesa: fare sì che la Chiesa sia attenta ai più poveri e fare sì che i poveri siano dentro alla Chiesa. Roy ha affermato che “Caritas può essere il trait d’union tra i poveri e la Chiesa. La Chiesa, con l’attenzione verso i poveri, ed il loro coinvolgimento, può diventare una forza di trasformazione della società”.

Salvare delle vite

Fin dalla sua fondazione, nel 1951, Caritas Internationalis si è occupata di intervenire nelle emergenze. Da un lato i cambiamenti climatici, dall’altro lato le guerre, stanno mettendo a dura prova le popolazioni di intere aree del mondo. Dobbiamo fronteggiare disastri naturali come violenti terremoti, gli effetti della siccità nel Corno d’Africa e nel Sael, inondazioni sistematiche nelle Filippine, Bangladesh, Pakistan. “Lo scorso anno – ricorda Roy – abbiamo registrato 21 tifoni nelle Filippine. Ho visto un video – prosegue il segretario generale – girato nei pressi di Tacloban, che mostrava le popolazioni intente a prepararsi all’arrivo di un nuovo tifone soltanto tre mesi dopo il devastante impatto del tifone Yolanda”. Ma prestare i soccorsi non basta. Occorre accompagnare le popolazioni verso il futuro ed aiutare la gente a prepararsi e fare fronte alle calamità naturali per minimizzare l’impatto degli eventi climatici. “Nelle aree dove siamo intervenuti, nonostante l’aumento del numero e dell’intensità degli eventi atmosferici estremi, il numero delle vittime sta diminuendo perchè le popolazioni sono state istruite ad affrontare queste crisi”.

Ricostruire nuove comunità

“Servire: essere con la gente, camminare con la gente, fare riscoprire la capacità di uscire dalle difficoltà momentanee”. Questi sono i punti principali su cui intervenire secondo Michel Roy. Qualche volta i poveri tendono a lasciarsi andare. Per aiutarli ad uscire dalla povertà occorre motivarli. Dare loro un aiuto, ma anche uno stimolo a migliorarsi.

Dobbiamo ascoltare i poveri: “quando si perde il lavoro e si cade nella povertà ci si pone domande sul senso della vita. Bisogna partire da qui per ricostruire la società. Papa Francesco ci spinge in questa direzione: con i poveri si può costruire una società differente, con l’uomo al centro. Il modello di sviluppo deve avere come obiettivo lo sviluppo umano e non quello economico o finanziario!”.

Michel Roy, Caritas: con i poveri per costruire una società migliore

Costruire una solidarietà globale

Il nucleo dove si esprime in modo naturale la solidarietà è la famiglia. La globalizzazione ci ha portato la coscienza di appartenere, tutti quanti, ad una sola famiglia umana nel mondo.

Papa Francesco, in un video messaggio ha invitato «tutte le istituzioni del mondo, tutta la Chiesa e ognuno di noi, come una sola famiglia umana, a dare voce a tutte le persone che soffrono silenziosamente la fame, affinché questa voce diventi un ruggito in grado di scuotere il mondo».

In precedenza, salutando una delegazione della Caritas presente all’Udienza generale aveva detto: «Una sola famiglia umana, cibo per tutti! Lo ricordiamo? Lo ripetiamo insieme? ‘Una sola famiglia umana, cibo per tutti’… Lo scandalo per i milioni di persone che soffrono la fame non deve paralizzarci, ma spingerci ad agire, tutti, singoli, famiglie, comunità, istituzioni, governi, per eliminare questa ingiustizia. Il Vangelo di Gesù ci mostra la strada: fidarsi della provvidenza del Padre e condividere il pane quotidiano senza sprecarlo. Incoraggio la Caritas a portare avanti questo impegno, e invito tutti ad unirsi a questa “onda” di solidarietà».

Rafforzare e rendere più efficace la confederazione di Caritas

“Il quinto punto – ha spiegato Roy – è un punto interno:  in tutto il mondo Caritas Internationalis può contare sull’azione di circa due milioni di persone, per lo più volontari. Ogni membro della confederazione deve avere un suo certo livello di capacità e di risorse umane”.

Al termine di questo intervento il segretario generale ha risposto alle seguenti domande:

Quali sono le forme di finanziamento di Caritas?

“La principale fonte sono le donazioni private. Caritas riceve anche denaro dai governi. Gli Stati Uniti, ad esempio sono il paese che contribuisce maggiormente”.

Caritas accetta tutte le donazioni o sono necessari dei requisiti?

“Caritas non accetta donazioni che pongano condizioni non in linea con i nostri principi. Ad esempio un governo aveva offerto molto denaro per un programma di lotta all’AIDS, ma questo denaro era vincolato ad un programma di diffusione di strumenti contraccettivi. Quel denaro non è stato accettato”.

Abbiamo visto come i cambiamenti climatici abbiano accresciuto le difficoltà di una parte delle popolazioni, creando appunto migranti in fuga…  La Laudato Sì ha preso in esame queste cause. Caritas può avere un ruolo di primo piano nell’applicare materialmente i principi esposti nella Laudato Sì? Questa nuova enciclica può portare dei cambiamenti, dei miglioramenti alla vs. attività?

A questa mia domanda Michel Roy ha annuito energicamente: “Sì. Papa Francesco ha evidenziato nella Laudato Si’ proprio i problemi legati alla cultura dello scarto. L’abbandonare gli anziani nelle case di riposo, i disabili in strutture apposite, rinunciare al patrimonio di saggezza ed al calore umano che queste persone possono offrire… i problemi della povertà e dei cambiamenti climatici. Sono tutti fenomeni che stiamo affrontando. Molte Caritas nazionali hanno già stilato un documento, una chiave di lettura dell’Enciclica Laudato Sì, presto lo farà anche Caritas Italia”.

Di Alessandro Ginotta

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