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Lo Spirito Santo vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto

Lo Spirito Santo vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,23-29)

In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]:
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

Parola del Signore

Gv 12,44-50

Siamo nel Cenacolo. Gesù sta termiando il suo discorso di addio ai discepoli, un discorso tutto incentrato sull’amore. Gesù ci ama, con un amore infinito, immenso: “Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine” (Gv 13,1).  L’amore di Gesù non delude mai, perché Lui non si stanca di amare, come non si stanca di perdonare, non si stanca di abbracciarci.

Ma l’abbraccio più bello è quello che viene ricambiato: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (v. 23). Se riusciremo anche noi ad amare Gesù, se corrisponderemo l’amore che Lui ha per noi, allora questo stupendo rapporto si eleverà ad una condizione ancora più grande: prenderemo dimora presso di Lui. Vivremo con Dio, oserei dire, vivremo in Dio.

Che bello! Questa è la realizzazione più piena. La creatura, amata dal Creatore, si eleva in virtù di questo amore, fino a diventare una cosa sola con Lui: Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola” (Gv. 17,21). Una cosa sola con Dio. Il Paradiso.

Una storia d’amore sconfinato, un’unione totale: Dio e il suo popolo. Il Popolo e Dio: “Voi sarete il mio popolo ed io sarò il vostro Dio” (cfr. Ger 32,38). Vedete, cari amici, come Dio si avvicina a noi? Ai tempi di Mosè, Dio accompagnava gli israeliti dal Tabernacolo di convegno o tenda dell’incontro (cfr. Esodo 40:30-38). Una vera e propria tenda che veniva smontata e rimontata ad ogni spostamento attraverso il deserto. Nella pienezza dei tempi, il Figlio di Dio è venuto in mezzo a noi: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16). Alla fine dei tempi, Dio e l’Agnello vivranno per sempre con gli uomini: “In essa [nella città Santa, la Gerusalemme celeste] non vidi alcun tempio: il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello sono il suo tempio. La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna: la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello” (cfr. Ap 21,10-14.22-23). Un avvicinamento continuo fino a diventare una cosa sola.

Dio ci ama e ci cerca da sempre. Ma noi? Cerchiamo lui? La domanda che vi lascio questa sera per riflettere è proprio questa: io cerco Dio? Leggo la Sua Parola, medito la Sua Parola? Cerco di avvicinarmi a Lui con la preghiera? Oppure… sono troppo indaffarato per farlo e preferisco metterlo in un angolino… chiuderlo nel cassetto?

Questa notte, Gesù, ti affido tutti i miei amici e le persone che conosco! Fai che nessuno ti chiuda nel cassetto. Vieni ora, o Gesù, entra nel cuore di ciascuno di noi e aiutaci a diventare, con Te, una cosa sola. Nel Tuo amore.

#Santanotte amici miei! 🙂 🙂 🙂

Spirito Santo

Il dipinto di oggi è “Il Battesimo di Cristo” realizzato “a quattro mani” da Andrea del Verrcchio e Leonardo da Vinci, 177 × 151 cm, 1475, Galleria degli Uffizi, Firenze.

« [Per] Andrea del Verrocchio […che stava] faccendo una tavola dove San Giovanni battezzava Cristo, Lionardo lavorò un Angelo, che teneva alcune vesti; e benché fosse giovanetto, lo condusse di tal maniera che molto meglio de le figure d’Andrea stava l’Angelo di Lionardo. Il che fu cagione ch’Andrea mai più non volle toccar colori, sdegnatosi che un fanciullo ne sapesse più di lui. »
Giorgio Vasari, Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori, Vita di Lionardo da Vinci pittore e scultore fiorentino (1568).

Alessandro Ginotta

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