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La migliore prevenzione del bullismo è l’educazione

La migliore prevenzione del bullismo è l’educazione

E’ in corso oggi, sabato 21 maggio 2016, all’Università Europea di Roma, il seminario “Le emozioni in classe. Il bullismo: linee guida per comprendere e agire”, organizzato dallo stesso ateneo con l’associazione “Il Sole esiste per tutti”. L’incontro ha lo scopo di offrire strumenti e percorsi per la gestione della sfera emotiva di bambini e ragazzi.

Fra i vari interventi il Prof. Javier Fiz Perez, docente di Psicologia all’Università Europea di Roma, ha spiegato che “il ruolo della famiglia e della scuola diventa assolutamente determinante in questo percorso, che implica un insieme di sfide e impegni di notoria complessità”.

“Gli obbiettivi da raggiungere in ogni tappa della vita, specialmente durante la cosiddetta età evolutiva – ha spiegato il Prof. Javier Fiz Perez – richiedono la presenza di genitori attenti e presenti, di educatori competenti e di gruppi di coetanei con cui condividere un sano stile di vita. In questo contesto un fenomeno così devastante come il bullismo diventa decisamente deleterio per lo sviluppo di ogni bambino e adolescente. La ricerca scientifica è molto sensibile al fatto che dopo la seconda infanzia ci sono delle priorità psico-educative come l’affermazione della propria identità e personalità, l’autostima, l’accettazione da parte del gruppo dei coetanei. In questa ottica la creazione e tutela di contesti sani di socializzazione diventa essenziale per il raggiungimento di taluni obbiettivi.

Il fenomeno del bullismo, così presente nelle diverse fasi di socializzazione, sia per differenza di genere, età, cultura o per mera prepotenza richiede un lavoro di squadra tra professionisti competenti, educatori, genitori e scuola, soprattutto in maniera preventiva. Tanto più nei nostri tempi, con la presenza sempre più invadente del cyber-bullismo che genera tante sofferenze di natura psico-fisica ai nostri ragazzi. Capire le cause ed educare in maniera preventiva è il modo più efficace per evitare, un domani, il fenomeno del mobbing nel contesto del lavoro, della violenza di genere e della prepotenza sociale in tutte le sue manifestazioni”.

Secondo il Prof. Javier Fiz Perez, quindi, è importante insegnare, educare e formare oggi al rispetto e alla sana convivenza, per garantire a tutti un futuro migliore e più sereno.

Stress, lavoro e benessere nell’era dei social network

Fra i possibili strumenti di aiuto per la gestione del problema del bullismo e di altre situazioni di difficoltà c’è la Pet Therapy, che prevede interventi assistiti con gli animali.

La psicologa Giorgia Caucci ha spiegato: “A tutti i bambini e ragazzi piacciono gli animali, in particolare i cani. La Pet Therapy a scuola può essere di supporto sia con bambini “difficili” (ritardo psicomotorio e disturbi del comportamento) sia con l’intera classe, agendo sulla socializzazione, sulla relazione e sulla collaborazione. Quando un cane entra in classe le dinamiche cambiano, lasciando spazio all’armonia e alla coesione che portano nell’ambiente emozioni positive. Non solo. Il gruppo classe si unisce e prende forza. Quindi i cani si trasformano in veri e propri maestri, insegnando ai ragazzi l’importanza dell’empatia, della pazienza, e dell’ascolto.

Attraverso il gioco con il cane i ragazzi imparano ad esprimere la loro vivacità, condividendola gli uni con gli altri, ricavandone sensazioni di benessere. Quindi, giocare con il cane a scuola permette di stimolare l’interazione sociale e l’autostima. Il cane riveste un ruolo affettivo, grazie alla capacità relazionale dell’animale stesso, che permette ai ragazzi un continuo scambio emozionale.

Regolari incontri con il cane in classe possono aiutare ad arginare e a prevenire il fenomeno della dispersione scolastica, attraverso l’aumento della motivazione, del senso di responsabilità e di appartenenza dello studente alla quotidianità scolastica, anche grazie ad eventuale affiancamento mirato di soggetti a rischio durante le materie ritenute più difficili”.

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