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Hai mai assaggiato il vino nuovo di Gesù?

Hai mai assaggiato il vino nuovo di Gesù?

+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,14-17)

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».

Parola del Signore

Gv 12,44-50

Questo brano del Vangelo, cari amici, ci introduce proprio nel vivo del Nuovo Testamento. Gesù porta una ventata di novità, ed è proprio il caso di dirlo: “vino nuovo in otri nuovi” (v. 17).

I farisei al tempo di Gesù seguivano (o meglio, credevano di seguire) la Legge di Mosè. In realtà i Dieci Comandamenti che Dio ha affidato a Mosè sul Monte Sinai (Es 20,2-14; Dt 5,6,18), sono stati via via “appesantiti” con centinaia di precetti (nobili se presi singolarmente, ma quasi impossibili da rispettare tutti insieme) nel tentativo di codificare ogni cosa, ogni comportamento…

Eh sì… Gesù è proprio arrabbiato con gli scribi e i farisei! Troppe regole rischiano di chiudere le porte del Regno dei Cieli davanti agli uomini: “Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno” (Mt 23,1-3).  E ancora: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il Regno dei Cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci” (Mt 23,13). Troppi cavilli rischiano di far ingoiare il cammello… mentre si tenta di filtrare il moscerino: “Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!” (Mt 23,24).

Il vino di Gesù è nuovo, porta la vita, porta la gioia, la felicità! Non si può “chiudere” il vino nuovo (la novità del Vangelo) in otri vecchi (le sacche secche e sgualcite della vecchia Legge degli scribi)! …Come non si può cucire “un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore” (v. 16).

Gesù ha detto: “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento” (Mt 5,17). Ma qual’è allora la pienezza della legge? Sono le Beatitudini (Mt 5,1-12) e la legge dell’amore: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv 13,34).

Dio è amore” (1Gv 4,8). L’amore è l’essenza stessa di Dio. Un amore che straborda. Dio ci ama a tal punto che non è riuscito a contenere il Suo amore, che è fuoriuscito da Lui e si è fatto carne. Il Padre si è fatto come noi, ed ha mandato il Figlio sulla terra, a soffrire con noi, a patire con noi, a stare vicino a noi: eccolo il vino nuovo!

Non possiamo imprigionare questo vino che fermenta, che spumeggia, che “scalpita” per raggiungere tutti gli uomini della terra e salvarli con la forza della Parola, con il nutrimento del Pane di Vita. No, non possiamo. Il Vangelo è novità, il Vangelo è festa. E per vivere pienamente il Vangelo occorre un cuore rinnovato: vino nuovo in otri nuovi!

Ci sarà tempo per digiunare,  “quando lo sposo sarà tolto” (v. 15). Quando verrà il momento della Passione di Gesù, quando Cristo verrà crocifisso. Scrive San Paolo: “In realtà mediante la legge io sono morto alla legge, per vivere per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me. Non annullo dunque la grazia di Dio; infatti se la giustificazione viene dalla legge, Cristo è morto invano” (Galati 2,18-21).

Chiediamo allora la grazia di poterci lasciare alle spalle quel labirinto di leggi, precetti e convenzioni che l’uomo ha codificato nei secoli, per essere liberi di seguire “la legge che Gesù ha portato alla sua pienezza nel comandamento dell’amore, nei comandamenti che vengono dalle beatitudini: quei comandamenti della legge rinnovata dalla novità del Vangelo!” (Papa Francesco).

Cari amici, le domande che oggi vi propongo (e mi propongo) sono: Che persona sono io? Mi appiglio alle apparenti sicurezze della legge codificata, oppure permetto allo Spirito Santo di soffiare un vento nuovo, un vento d’amore? Sono aperto alle sorprese dello Spirito Santo? E ancora: chi sono io: quello che filtra il moscerino (altrui) o quello che sta attento a non ingoiare il cammello (suo)?

Questa notte, Gesù, Ti affido tutti i miei amici e le persone che conosco! Fa’ in modo, Ti prego, che trovino tutti la felicità bevendo dagli otri nuovi, che le loro vesti non siano logore e strappate, ma tessute con il filo indistruttibile della Tua Parola! 

#Santanotte amici miei! 🙂 🙂 🙂

Hai mai assaggiato il vino nuovo di Gesù?
Il dipinto di oggi è “Le Nozze di Cana” del pittore tedesco Julius Schnorr von Carolsfeld, 1819, olio su tela, 140×210 cm., Hamburg Kunsthalle, Germania

Alessandro Ginotta

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